COSTRUIRE LA SOLIDARIETA’ ALZANDO MURI: QUELLI DI “UNA CASA PER BELSH”

La Caritas Diocesana di Palermo è impegnata nell’intervento di cooperazione internazionale per la ricostruzione in Albania delle abitazioni distrutte dal terremoto del 2019 insieme alla Caritas Diocesana di Agrigento, alla Caritas Diocesana di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela e alla Caritasi i Shqipĕrisĕ sĕ Jugut di Cerrik_Ferme

CHIESE SORELLE IN CAMMINO

Il progetto “Una Casa per Belsh” è frutto di un percorso di cooperazione fra Chiese sorelle, iniziato nel 2014, che va pian piano concretizzandosi nel tempo attraverso l’impegno della Caritas Diocesana di Agrigento, della Caritas Diocesana di Palermo, della Caritas Diocesana di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e della Caritasi i Shqipĕrisĕ sĕ Jugut di Cerrik_Ferme. L’avvicinamento pastorale fra l’Arcidiocesi di Agrigento e l’Amministrazione Apostolica del Sud Albania ha visto il susseguirsi di visite reciproche e campi estivi, la condivisione di azioni formative, il progetto di accoglienza per migranti sulla rotta balcanica e il “Progetto Porziuncola”, con il suo foyer per giovani studentesse. Due seminaristi agrigentini – oggi sacerdoti – hanno completato il loro percorso di studi al Seminario di Scutari, mentre per un anno intero un sacerdote agrigentino ha servito le comunità di Korçë e Bilisht. Oggi il progetto missionario della Chiesa agrigentina in terra di Albania è ad una svolta: a breve una equipe di missionari inizierà la sua esperienza di residenzialità tra le Comunità di Korçë e Bilisht, per condividerne il cammino e rafforzare il ponte ecclesiale con la Sicilia: due Chiese sorelle, ricche della loro storia, che camminano l’una accanto all’altra, col desiderio di crescere insieme. La presenza agrigentina in Albania sarà finalizzata a rafforzare lo sforzo di annuncio della Parola di Dio ad un popolo che sta riscoprendo il valore della libertà religiosa dopo 15 anni di ateismo di Stato. Allo stesso tempo, la Comunità cristiana albanese potrà aiutare quella agrigentina a ritrovare la freschezza e lo slancio del primo annuncio, come anche la capacità di costruire un dialogo con le altre religioni. All’interno del più generale progetto missionario, le rispettive Caritas diocesane hanno imparato a conoscersi e collaborare, scoprendosi accomunate da fragilità e voglia di riscatto, attente alle povertà emergenti, con particolare sensibilità a giovani, disabili e migranti. In quest’ottica sono stati organizzati i campi di formazione e volontariato e le attività formative condivise; nella stessa direzione sono andati il “Progetto Porziuncola” e il sostegno alla ricostruzione post terremoto nel Sud-Est del Paese.

L’obiettivo del progetto “Una casa per Belsh” è quello di restituire a un nucleo familiare in particolare stato di fragilità l’abitazione distrutta dal terremoto del 2019 nella città di Belsh, nel Distretto di Elbasan, interessato dall’Amministrazione Apostolica Sud Albania. L’Ente promotore è la Caritas Diocesana di Agrigento che si occuperà della definizione del progetto, della messa in rete degli attori coinvolti, della cura dei rapporti con la Caritas locale e con le Caritas Diocesane siciliane coinvolte, del monitoraggio intermedio e della valutazione finale di progetto, oltre che della cura la rendicontazione finale delle spese e di promuovere la ricaduta pastorale interdiocesana dell’iniziativa. Le tre Caritas Diocesane siciliane contribuiscono economicamente con 10 mila euro. La Caritas Sud Albania si incaricherà della selezione della famiglia beneficiaria, della individuazione dell’impresa locale e delle fasi della ricostruzione.

DON SERGIO CIRESI

Per don Sergio Ciresi, Vice direttore della Caritas Diocesana di Palermo, “l’obiettivo non è solo quello di finanziare progetti ma, intessendo relazioni fraterne, accompagnare altre comunità in percorsi di analisi, progettazione e realizzazione di interventi di promozione. “La casa di Belsh” entra a pieno titolo in questo rapporto fraterno”.

 

 

 

 

IL TERREMOTO E LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE

Il 26 novembre del 2019, alle 03:54, l’Albania nord-occidentale è stata colpita da un forte terremoto di magnitudo 6.4 con epicentro a 16 km a Ovest/Sud-Ovest di Mamurras, con un bilancio ufficiale di 51 morti e oltre 3.000 feriti. Le zone più colpite sono state quelle di Durres e Thumane, dove non solo lo Stato albanese, ma anche numerose ONG e diversi governi esteri si sono attivate per far fronte alla situazione di emergenza. Lo stesso anno, il 21 settembre prima e poi nuovamente il 29 novembre, un’altra zona è stata colpita dal terremoto: quella di Belsh (a 30 km dalla città di Elbasan), un comune del Distretto di Elbasan, nell’Albania centrale. Secondo i dati della Protezione Civile in questa zona 36 abitazioni sono state dichiarate inagibili. Dopo la realizzazione di un primo sopralluogo, la Caritas del Sud Albania, con il supporto di Caritas Albania e di altre ONG, si è attivata fin da subito per supportare le famiglie colpite, quasi tutte con un unico reddito consistente in una piccola pensione statale e al salario dei lavori stagionali in agricoltura.  Nonostante le numerose richieste dirette al governo centrale da parte delle famiglie interessate, la zona di Belsh è stata esclusa dall’«Area di emergenza», ragion per cui lo Stato non assicura la costruzione delle case inagibili o la riparazione di quelle danneggiate. Ancora oggi, alcune delle famiglie vivono tra la tenda e la casa danneggiata, con grave pericolo e enorme disagio soprattutto nel periodo invernale.