Oltre il 25 novembre, per parlare attraverso un “Vocabolario delle donne”: un’iniziativa che parte dalla Chiesa di Palermo e coinvolge altre Diocesi italiane

Il progetto è curato da Anna Staropoli, sociologa, docente alla Facoltà Teologica di Sicilia e referente diocesana per la rete “Donne in dialogo: sorelle Diocesi in rete”

La Chiesa di Palermo ha accolto e condiviso pienamente, come segno profetico e di sinodalità, l’invito dell’Arcidiocesi di Napoli a coinvolgere sei diocesi per sperimentare insieme un cammino di cambiamento delle chiese locali, lasciandosi interrogare dal pensiero e dall’azione delle donne. Crediamo fortemente in questo percorso di ascolto reciproco che può diventare generativo di una nuova visione di comunità cristiana nelle nostre diocesi. Riconosciamo il contributo necessario e essenziale delle donne che possono rinnovare la Chiesa, in un confronto e dialogo aperto su ambiti di pensiero, metodi e pratiche nuove ancora da esplorare e approfondire. […] Desidero, pertanto, incoraggiare e sostenere questa rete di condivisione — dandone diffusione e visibilità anche attraverso la pagina web della nostra diocesi —, incentivando l’operato che l’equipe di lavoro svolgerà, promuovendone iniziative e progetti e condividendone i risultati.

Palermo, 31 ottobre 2023

(dalla Lettera dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice all’Arcidiocesi di Napoli)

 

L’iniziativa “Il Vocabolario delle Donne”, proposta per il sito Sorelle Diocesi in Rete di Napoli per la giornata del 25 novembre 2023 dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, proseguirà tutto l’anno raccogliendo parole che accarezzano l’anima e non la feriscono, riflessioni scritte dalle donne, parole risignificate dal pensiero e dalla sensibilità delle donne. E’ un modo per generare un cambiamento culturale riconoscendo valore e spazio alle parole delle donne anche all’interno dei nostri contesti.

Il vocabolario delle donne è un nuovo vocabolario, a partire dal punto di vista delle donne, per restituire senso ad alcune parole in chiave intergenerazionale, interculturale e intersezionale. Chiamare le cose con il proprio nome è già un atto rivoluzionario, ritrovare il senso profondo delle parole significa riflettere sui sentimenti che animano la vita in comune, la vita delle nostre comunità, discutendo del corredo emozionale che ogni pratica democratica non solo richiede ma anche suscita e sollecita. Senza una giustizia di genere e sociale non ci può essere un’autentica riforma del sistema culturale, economico e politico patriarcale che è la causa di rapporti di dominio e di violenza. L’approccio umanistico alla mediazione dei conflitti distingue le parole pietra, quelle che feriscono e uccidono la nostra identità dalle parole piuma, quelle che sono carezze dell’anima, che aprono a possibilità nuove e trasformative. Siamo alla ricerca non solo delle parole, ma anche delle esperienze di contaminazione culturale in cui la felicità non indica solo un periodo confinabile all’esperienza del singolo o della soddisfazione personale, ma racconta un momento in cui essere felici significa contribuire a dare vita a qualcosa di nuovo, fare un’esperienza generativa insieme ad altre e ad altri perché non si può essere felici da soli. Ogni mese sul sito indicheremo delle parole definite dalle donne per confrontarci insieme sulle visioni e condividerle, superando l’idea del pensiero unico e riconoscendo uno spazio di parola ad un dialogo plurale e ibrido. Alla fine dell’anno pubblicheremo “Il Vocabolario delle donne”, un racconto di parole che racchiuderà una polifonia di voci.

Anna Staropoli

 

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