A trentun’anni dalle stragi mafiose del 1992 e a trent’anni dagli attentati di Firenze, Milano e Roma – compiuti dopo la ferma condanna della mafia e l’invito alla conversione da parte di San Giovanni Paolo II durante la visita pastorale nella Valle dei Templi – l’olio ricavato dalla molitura delle olive prodotte dagli alberi piantumati nello spazio verde di Capaci a ridosso del tratto autostradale dove furono uccisi i magistrati Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo con gli uomini della scorta, gli agenti della Polizia di Stato Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro, è stato donato dal Questore di Palermo Leopoldo Laricchia e dall’Associazione “Quarto Savona 15” all’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice. L’olio sarà consacrato, insieme ad essenze e altro olio proveniente da diversi comuni dell’Arcidiocesi, durante la Messa Crismale del Giovedì Santo (il prossimo 6 aprile).
Ogni olivo del terreno di Capaci è dedicato a un rappresentante delle istituzioni caduto per mano mafiosa; l’olio viene prodotto dall’associazione “Quarto Savona 15” (sigla radio dell’auto di scorta in servizio il 19 maggio 1992), la Onlus fondata da Tina Montinaro, vedova di Antonio (caposcorta del giudice Giovanni Falcone), che cura insieme ad altre realtà locali l’appezzamento di terra che ha preso il nome di “Giardino della Memoria”. Collaborano alla produzione e alla diffusione dell’olio gli studenti dell’Istituto Superiore “Majorana” di Palermo e la Coldiretti Sicilia.
Per il Questore di Palermo Leopoldo Laricchia “il dono dell’olio prodotto a Capaci vuole essere un segnale importante per la Sicilia affinché il frutto nato dalla terra bagnata dal sangue dei caduti nella lotta contro la mafia possa essere simbolo di redenzione per il nostro territorio”. L’iniziativa, di grande valore simbolico, si inserisce nell’ambito delle manifestazioni per ricordare le vittime della mafia nel trentunesimo anniversario delle stragi del 1992.
Per L’Arcivescovo Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, “quest’olio non ha solo il sapore del riscatto dal giogo mafioso ma è un testimone concreto di memoria da tramandare alle giovani generazioni; il dono che riceviamo dagli olivi di Capaci ha per la Chiesa di Palermo un significato ulteriore, quello di condividere la memoria del martirio del Beato Puglisi, ucciso da Cosa nostra la sera del 15 settembre di trent’anni fa”.