Si è conclusa la II edizione del Premio Padre Pino Puglisi Giovani, “Festival delle giovani idee”. Il premio è destinato agli studenti delle scuole superiori di secondo grado della Sicilia. Questa econda edizione del Premio Padre Pino Puglisi Giovani è nata per iniziativa di Gemma Ocello, Presidente dell’Associazione Giovani 2017 3P Onlus e dell’Istituto Statale Magistrale Regina Margherita di Palermo, retto dal preside Domenico Di Fatta. Nel trentennale dell’uccisione di don Pino Puglisi (15 settembre 1993) e nel decennale del riconoscimento da parte della Chiesa cattolica del suo martirio (25 maggio 2013), il premio ha avuto l’obiettivo di coinvolgere i giovani studenti siciliani che, volendo interpretare e far proprio il messaggio di don Pino Puglisi, si sono distinti sia per la creatività artistica (scrittura creativa, canto, ballo, invenzione, pittura, scultura e arte culinaria), che per l’impegno offerto per approfondire i temi relativi ai processi di democrazia, della cultura della legalità e della tutela dei soggetti più fragili che si trovano in situazione di svantaggio.
“Sconfiggere la malavita e l’illegalità, fronteggiare la povertà e la fame con la cultura del dare e del fare, salvaguardare la salute e il benessere come armonia dell’amore e della pace, tutelare la preziosità del creato sono i temi – spiega don Antonio Garau – scelti per questa edizione, temi che gli studenti hanno avuto modo di sviluppare in diversi modi: elaborato scritto, elaborato multimediale, opere di grafica a mano libera o digitale, fotografia, composizione o esecuzione artistico-musicale, filmato originale ed anche un prodotto di arte culinaria che verrà degustato in presenza”.
Una commissione costituita ad hoc, composta da membri dell’Associazione Giovani 2017 3P Onlus e docenti dell’Istituto Regina Margherita, ha selezionato le “giovani idee” ritenute di maggior interesse tenendo conto di 3 criteri: la coerenza della proposta ai temi indicati, la capacità di diffondere il messaggio in maniera efficace e innovativa e il grado di creatività. Il Festival delle giovani idee prevede un solo premio (del valore di mille euro) per ogni categoria; dunque, sette premi per sette vincitori messi a disposizione dalla CESi, la Conferenza Episcopale Siciliana.
La cerimonia di consegna del Premio, nel Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, ha avuto un prologo con la Celebrazione Eucaristica in Cattedrale presieduta dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice con i Vescovi di Sicilia e la partecipazione dei giovani provenienti dalle 18 Diocesi della Sicilia. Questo evento si inserisce nell’ambito del Premio Internazionale Padre Pino Puglisi, ideato da don Antonio Garau, giunto quest’anno alla XVII edizione e dedicato “al diritto alla vita e al dovere di proteggere la terra”, come chiesto dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice.
OMELIA ARCIVESCOVO DI PALERMO MONS. CORRADO LOREFICE
Premio “Beato Giuseppe Puglisi” – II Edizione Giovani
Cattedrale 8 maggio 2023
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). È l’amore di Dio che accompagna i percorsi umani, i gesti e le parole di Gesù. Egli ci rende partecipi della relazione che lo spinge e lo motiva costantemente. “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18).
“Conoscere” nella Bibbia è sinonimo di relazione. Gesù chiede e introduce sempre ad una relazione. La bellezza e la forza della fede cristiana è la partecipazione ad una relazione d’amore. Gesù di Nazareth inaugura e apre un nuovo spazio relazionale riconsegnandoci alla gioia e alla forza della parola che sgorga dal cuore che accoglie e custodisce in sé la sua Parola: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14,21).
La vita cristiana è un prendere parte all’esperienza relazionale di Gesù e alla motivazione che lo spingeva. Alla sua grammatica umana nutrita dall’amore di Dio. Un dare corpo alla sue parole. Alla sua vita. Queste parole, che non sono altro che la traduzione in pratica di quel suo chinarsi a lavare i piedi dei discepoli. Si tratta di tradurre nella vita di ogni giorno il suo amore. La misura del suo amore. Un amore più grande. La strana ma inedita e liberante logica di lavarci i piedi gli uni agli altri. Dell’amarci, invece di odiarci. Del servizio reciproco invece della ricerca di potere. Del prenderci cura dell’altro riconosciuto fratello invece di abbandonarlo ai margini della nostra indifferenza. Del coinvolgerci in processi e cammini di liberazione piuttosto che di oppressione.
Parole da custodire nel cuore per trasformarlo, e nelle mani per trasformare il nostro spazio umano. Esseri umani che prendono la Parola del Risorto così seriamente da farne la ragione di vita, nel tentativo di contribuire alla pienezza di vita di ogni persona incontrata. Custodire queste parole significa accettare il rischio e la durezza, ma anche tutta la bellezza, dell’incontro con l’altro. In questo si manifesta Dio, in un cuore pacificato dalla sua presenza e nelle mani tese verso gli uomini e le donne che incontro ogni giorno.
Tutta la bellezza della vita di don Pino Puglisi è racchiusa nella potenza di questa parola di Gesù che lui ha costantemente incarnato, messo in pratica. Il Vangelo è una bella notizia che ci raggiunge, che cambia la vita di l’accoglie e che opera attraverso la vita di si è lasciato affascinare da Cristo.
Tutti quelli che hanno incontrato don Pino sono stati arricchiti di vita. La luce del suo volto ha illuminato, consolato, liberato. L’amore di Cristo che lo spingeva a donarsi a tutti ha attratto tanti e, grazie a lui, hanno scoperto che il senso ultimo della vita è amare, il dono totale e sincero di se stessi. I suoi ragazzi di Godrano, i suoi studenti del Vittorio Emanuele, i giovani che con lui vivevano i Campi scuola per i sentieri del bosco della Ficuzza o di Rocca Busambra. Persino i suoi killer assoldati da mandanti mafiosi sono stati affascinati e trasformati dal suo amore disarmante. Dal suo sorriso trasfigurante. Sedotti anche loro dall’amore di Dio che ha preso corpo nella vita e nella morte di don Pino.
La cerimonia di premiazione, con la direzione artistica di Francesco Panasci e la conduzione di Sandra Pizzurro, ha visto la partecipazione di Sasà Salvaggio, Mario Incudine, Walter Iuretig (che ha cantato una canzone scritta da padre Garau) e Luca Fantini (che ha letto un suo commento su 3P).
- IN ALLEGATO: elenco degli istituti vincitori e motivazioni del II Premio Padre Puglisi giovani – Festival delle idee