“Mafiosi, convertitevi!”: trent’anni fa l’anatema e l’invito alla conversione di papa Giovanni Paolo II ad Agrigento

Il 9 maggio del 1993 il grido di condanna della mafia unito alla richiesta di conversione per gli uomini e le donne di Cosa nostra; parole pronunciate negli anni successivi da papa Benedetto XVI e papa Francesco / TESTO / AUDIO

La consegna delle reliquie di Papa Giovanni Paolo II alla Cattedrale di San Gerlando di Agrigento è stato forse il momento più significativo per fare memoria delle parole – dure e nette – pronunciate da papa Giovanni Paolo II il 9 maggio di trent’anni fa nella Valle dei Templi: non solo un “anatema” nei confronti della realtà della mafia ma anche l’invito, rivolto apertamente agli uomini e alle donne di Cosa nostra, a una piena conversione.

Agrigento ha ospitato anche un convegno per approfondire la portata di quelle parole, un’occasione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente del Tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone e del Presidente della CESi monsignor Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale.

 

Le parole di papa Giovanni Paolo II:

… Coloro che portano sulla propria coscienza tante vittime umane devono capire, devono capire che non è permesso uccidere innocenti. Dio ha detto una volta “non uccidere”, non può l’uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio […] Questo popolo siciliano talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte […] Lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi, convertitevi, una volta verrà il giudizio di Dio!   

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