“Mandati ad annunciare il Vangelo”: l’incontro dell’Arcivescovo con tutti i catechisti della Diocesi

Mons. Corrado Lorefice, prima di incontrare i catechisti nella parrocchia di San Gabriele Arcangelo, ha visitato il “Tavolo dei linguaggi” curato dal settore per la Catechesi inclusiva dell’Ufficio Catechistico diocesano

Si è svolto lo scorso 27 ottobre presso la Parrocchia di S. Gabriele Arcangelo a Palermo, il momento di preghiera organizzato dall’Ufficio diocesano per la Catechesi “Mandati ad annunciare il Vangelo”, presieduto dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice.

In una chiesa gremita, almeno 500 catechisti, in rappresentanza dei catechisti di tutta la Diocesi, hanno ricevuto il mandato direttamente dall’Arcivescovo.

Prima dell’inizio del momento di preghiera, il nostro Arcivescovo si è soffermato a visitare il “tavolo dei linguaggi”, a cura del settore per la Catechesi Inclusiva dell’Ufficio Catechistico. Nel tavolo dei linguaggi sono stati esposti i numerosi materiali inclusivi realizzati in questi anni dai catechisti della nostra Arcidiocesi: cartelloni con parabole e racconti con pittogrammi in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), il libro tattile e materiale in Braille per bambini e ragazzi ciechi, materiale accessibile con il QrCode con video il LIS per le persone sorde. Con l’occasione l’equipe diocesana ha sensibilizzato i catechisti presenti, facendo conoscere le attività del settore e offrendo la disponibilità per momenti di formazione.

Il momento di preghiera è stato ricco e intenso. Dopo il saluto introduttivo e la proclamazione del Vangelo di Matteo 28,8-10, i catechisti hanno esposto quattro domande all’Arcivescovo, che sono state da spunto per la Sua riflessione.

Il Vescovo ha ricordato che innanzitutto il catechista è sempre un discepolo, che ha consuetudine di vita con Gesù. Il catechista più sta con Gesù, più viene performato da Lui. È necessario che ci si immedesimi nell’umanità di Gesù, che ci si prenda cura di ogni fratello, come il Samaritano. Ciascuno di noi, oggi, incontra Gesù nelle Scritture, ma anche nella comunità cristiana, nei fratelli, nei più bisognosi.

Il catechista è un testimone, chiamato a camminare all’altezza del volto che incontra. Cammina fianco a fianco, non come un maestro, ma come colui che racconta il proprio incontro con Gesù e annuncia Gesù vivo e risorto.

Infine, il catechista è una persona in relazione, perché il Vangelo stesso è relazione, la Trinità è relazione. Non c’è un catechista che non vive la comunità e non aiuta i fratelli; a questo proposito, il Vescovo ha portato anche due testimonianze.

A conclusione della riflessione, l’Arcivescovo ha posto l’attenzione sul progetto diocesano di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi a ispirazione catecumenale. Esso è frutto di un’ampia consultazione delle comunità parrocchiali, del consiglio presbiterale e pastorale, dei gruppi di lavoro che hanno contribuito a redigere la bozza. Il progetto coinvolgerà tutte le parrocchie, da Lercara Friddi a Termini fino a Sferracavallo e ha bisogno di catechisti che siano appassionati annunciatori del Vangelo e che siano disponibili alla formazione, da una catechesi “più scolastica” ad una di tipo esperienziale, sul modello del catecumenato antico.

Il grazie del Vescovo, infine, a tutti i catechisti e le catechiste – che sono i collaboratori del Vescovo per l’annuncio del Vangelo – per il servizio che svolgono nelle comunità parrocchiali, con l’auspicio che essi, ritornati nelle comunità, infiammino di amore le parrocchie e i gruppi di catechesi.