La Chiesa di Palermo celebra la prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

Domenica 25 luglio, parrocchia di Santa Silvia: “una festa per i giovani e per gli anziani, tutti quanti compagni di strada”

La scelta di Papa Francesco di indire una Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani si colloca in un tempo segnato dalla pandemia e da quanto la generazione dei più anziani ha sofferto in questi mesi, in ogni parte del mondo. Le immagini di anziani morti soli, per i quali non è nemmeno stato possibile celebrare il funerale, sono state una ferita per tutta la Chiesa. Anche la Chiesa di Palermo – proseguendo un impegno che dal 1999 vede particolarmente attivo l’Ufficio diocesano per la Pastorale degli Anziani – celebrerà la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani domenica 25 luglio: alle ore 9.30 sarà l’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice a presiedere l’Eucaristia presso la parrocchia di Santa Silvia.

Dalle Indicazioni Pastorali (a firma del Card. Kevin Farrel, Prefetto del Dicastero per i Laici, la famiglia e la Vita e di P. Alexandre Awi Mello, I. Sch., Segretario del Dicastero):

“La celebrazione annuale di una Giornata dedicata agli anziani è una modalità per inserire nel tessuto abituale della nostra pastorale l’attenzione agli anziani fragili. Non si può dire che l’attenzione di papa Francesco agli anziani sia una novità. Analoga sollecitudine e parole piene di sapienza e di calore umano hanno avuto gli ultimi pontefici nei confronti degli anziani. Nel caso di Papa Francesco, la grande vicinanza spirituale agli anziani che accompagna tutto il suo Pontificato, va letta alla luce dell’ecclesiologia che lo caratterizza. Al pari di altre categorie di persone che non sempre sono state oggetto di adeguata cura pastorale gli anziani hanno una missione precisa nel seno del santo Popolo fedele di Dio. Papa Francesco la individua nel fare memoria e nel trasmettere la fede alle nuove generazioni, ma l’aspetto più significativo è che li consideri una porzione rilevante del laicato cattolico. Non sono “utenti” della Chiesa, ma compagne e compagni di strada. Per questo motivo, in occasione della Giornata non è stato pubblicato un testo sulla vecchiaia, ma un messaggio indirizzato agli anziani, in cui il Santo Padre chiede loro di essere corresponsabili del cammino della Chiesa di domani e della costruzione del mondo dopo la pandemia. Si tratta di una novità significativa, che si inserisce nella prospettiva sinodale proposta da Papa Francesco. (…) La celebrazione della prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani si colloca al centro dell’anno che il Santo Padre ha dedicato alla famiglia in occasione del quinto anniversario dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Non si tratta di un caso, ma di una scelta che nasce dalla consapevolezza di come gli anziani – tutti gli anziani, anche quelli che non sono nonni – abbiano bisogno di un ambiente familiare in cui vivere e di come sia necessario che le famiglie prendano coscienza del ruolo che essi dovrebbero avere al loro interno. Nel mondo globalizzato, infatti, il rapporto tra anziani e famiglie non è più scontato, ma è, al contrario, messo costantemente in discussione. Si tratta di un fenomeno che acquista connotazioni differenti a seconda del contesto geografico e culturale, ma che possiede dei tratti costanti che inducono a pensare che la crisi in atto tra anziani e famiglia sia un vero e proprio segno dei tempi con il quale fare i conti. La stessa pastorale familiare, sovente preoccupata solo dei rapporti di coppia o tra genitori e figli, fatica a mettere a tema la relazione tra genitori anziani e figli adulti e quella tra nonni e nipoti. Nell’enciclica Fratelli Tutti, il Papa ha scritto parole molto chiare in questo senso: “Abbiamo visto quello che è successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire così. Ma in realtà qualcosa di simile era già accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventù da sola non può raggiungere” (FT 19). Sono parole importanti, che meritano di essere riprese anche per interrogarsi sul debito che le famiglie – e con esse la pastorale familiare – hanno nei confronti di una generazione che in parte è caduta nell’oblio. Di fronte ad uno scenario così complesso (la pandemia, la ricerca di un nuovo protagonismo degli anziani e la crisi dei rapporti familiari) la Chiesa, proprio per aiutare le persone a non cedere allo sconforto e all’abbattimento, ha voluto scegliere un modo semplice per dare avvio ad un cammino comune e per alimentare la solidarietà: quella di fare festa. Anziani e giovani insieme: genitori e figli; nonni e nipoti; appartenenti o meno alla stessa famiglia. Consapevole della necessità di una riconciliazione tra le generazioni e delle prove vissute dagli anziani, la Chiesa non addita le mancanze degli uni o degli altri, ma indica la strada della celebrazione di un momento comune di gioia”.

In allegato:

Messaggio di Papa Francesco

Preghiera

Sussidio liturgico