Incendi, nota dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice: “Non possiamo continuare ad abitare così la casa comune”

Una lettera aperta a chi vive a Pantelleria e nelle altre zone devastate dal fuoco appiccato nelle ultime ore

Carissimo, carissima,

se sento muovere le mie viscere, penso alle tue, a quelle dei panteschi tutti! Panteschi tutti!

Non possiamo continuare ad abitare così la casa comune.

Occorre contribuire ad un pensiero altro, ad un’altra logica che spinga dal di dentro delle viscere dei cuori a relazioni altre con sé stessi, con gli altri, con l’ambiente. A cuori umani, di carne, che celebrano la vita che scorre dentro e attorno a noi. Che cantino Laudato sì perché ci hai dato una ‘Casa comune’ da custodire con intelligenza e cura, dove abitare da Fratelli tutti. Su questo dobbiamo sprecare energie, intelligenza, confronto e non su logiche di gretto potere, devastanti, incendiarie, distruttive, mortifere. A cominciare da noi che crediamo nel Dio creatore e nell’Emmanuele venuto a piantare la tenda nella casa comune, tra le nostre case, su una terra che si affaccia sul Mediterraneo, su questo Mare nostrum sempre più martoriato e lontano dalla sua vocazione originaria: essere spazio di vita, di incontri, di creativa contaminazione, di pace, di cultura, di amore!

Ti abbraccio e in te abbraccio ogni pantesco mio fratello e mia sorella. Il tuo pianto il mio. La tua speranza la mia. Con te abbraccio le mie amiche e le mie sorelle, i miei fratelli e i miei amici di Palermo e dei territori isolani colpiti in questi giorni dagli incendi appiccati da mani mosse da cuori incapaci di stupore, privi di memoria, di sguardo umano.

Gli uomini che nascondono e non mettono in gioco il loro volto si disumanizzano. Si sfigurano. Solamente nel volto dell’Altro prende forma il nostro volto, si è umani. Si costruisce.

 

Corrado, Vescovo di Palermo