“In Nativitate Domini” è la mostra che è stata inaugurata oggi presso il Museo Diocesano di Palermo, una mostra che accoglie il Presepe di Ciminna accompagnato da una collezione di Bambinelli e dalla Madonna del Gattopardo. All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, Mons. Filippo Sarullo, Direttore del Museo Diocesano di Palermo, Vito Filippo Barone, Sindaco di Ciminna, la professoressa Maria Concetta Di Natale, Curatrice del Tesoro Cattedrale di Palermo e il professor Pierfrancesco Palazzotto, Vice Direttore del Museo Diocesano di Palermo e curatore della mostra che si realizza in collaborazione con l’Arcidicoesi di Palermo e l’amministrazione comunale di Ciminna.
“Quella inaugurata oggi – spiega Mons. Filippo Sarullo – è il primo momento di un ciclo di eventi espositivi temporanei che apriranno il Museo Diocesano di Palermo al territorio. Abbiamo scelto di iniziare con Ciminna che offre generosamente l’opportunità di ammirare per la prima volta fuori dai confini comunali il preziosissimo Presepe in avorio attribuito alla famosa bottega trapanese di Andrea Tipa (1725-1766) nel terzo quarto del XVIII secolo, proveniente dal Convento dei Cappuccini ed esposto permanentemente nel Polo Museale civico di quel comune. Il magnifico manufatto rivela, al di sotto del tipico arco classicheggiante di quella bottega, un insieme di figure scolpite finemente in avorio che raffigurano l’Adorazione dei Pastori”.
Il Presepe di Ciminna è esposto nella Cappella Borremans (Sala 18) accompagnandosi perfettamente alle altre due grandi immagini affrescate dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans negli anni 1733-34: l’Adorazione dei Pastori e l’Adorazione dei Magi. Ne Le Stanze dei Vescovi, al piano nobile del Palazzo Arcivescovile, si potrà ammirare anche una prestigiosa collezione con circa 25 bambinelli in legno e ceroplastica del XVIII e XIX secolo, pure proveniente da Ciminna. La collezione rammenta un’antica tradizione di manifattura siciliana, anche in ambito aristocratico, che corredava i singoli Bambinelli di sfarzosi addobbi polimaterici, tra cui sovente era presente l’apotropaico corallo simbolico rimando al sangue di Cristo Salvatore.
A questi si aggiunge anche il Salvator Mundi in legno attribuito allo scultore Filippo Quattrocchi (1738-1813), preziosa icona della chiesa della SS. Trinità detta del Carmine di Ciminna databile tra il 1775 e il 1785, e il Bambinello in ceroplastica dalla chiesa di San Giovanni del medesimo Comune, dei primi anni del XIX secolo.
Tra le novità aggiunte al nuovo allestimento permanente si segnala che sarà visibile per la prima volta la maestosa tavola con il Seppellimento di Cristo del pittore fiammingo Simone de Wobreck, come scrive il prof. Palazzotto, proveniente dall’ex oratorio della SS. Trinità dei Pellegrini in via Bonello, dipinta intorno alla metà del nono decennio del Cinquecento e conservata nei depositi del museo da almeno mezzo secolo.
La grande pittura è stata collocata nella “Sala della Visitazione” (Sala 17) in perfetto dialogo con gli altri dipinti di stile tra tardomanierismo e caravaggismo.
Altra sorpresa sarà l’esposizione permanente di due raffinati paliotti degli inizi del XVIII secolo, ricamati in seta policroma e grani di corallo con le immagini della Presentazione di S. Rosalia alla Vergine col Bambino e della Trasfigurazione di Cristo, provenienti dalla chiesa palermitana intitolata alla Patrona, distrutta negli anni ’20 del XX secolo per la realizzazione della via Roma.
Gli splendidi manufatti, ricamati verosimilmente dalle stesse monache del convento Benedettino, sono stati allestiti con apposite bacheche nella sala Martinez Rubio (Sala 16) per far da cornice ad un altro paliotto barocco con ricami in corallo già lì presente.
Tra le altre opere aggiunte o riordinate di recente, si potrà ammirare un piccolo gioiello indirettamente legato a Ciminna, dove furono girate alcune note scene del film Il Gattopardo di Luchino Visconti.
Nella Sala Gialla dell’Assunta (Sala 27) è presente la “Madonna del Gattopardo”, una piccola tela inedita e sconosciuta per devozione privata dipinta nel 1872 da Giuseppe Mancinelli (1813-1875), autore tra le altre cose del Sipario del Teatro San Carlo di Napoli.
Il prezioso ed elegante dipinto si deve alla mano del Mancinelli, suocero dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, autore del Teatro Politeama Garibaldi di Palermo.
Come riporta Palazzotto, tramite memorie d’epoca generosamente rese note dall’ingegner Mario Damiani, nipote diretto dell’architetto, la pittura era stata commissionata al noto maestro napoletano dal principe Giulio Fabrizio Maria Tomasi di Lampedusa (1813-1885), bisnonno di Giuseppe, autore del fortunato romanzo.
Il principe, alla cui figura rimanda il protagonista del volume, teneva molto al dipinto della Vergine in preghiera, cui pure erano molto devote le figlie che lo portavano con sé dal palazzo cittadino alla villa Lampedusa nella piana dei Colli di Palermo.
L’opera rimarrà esposta nella sala dedicata alla Vergine quale dono delle suore appartenenti alla congregazione delle Figlie del Cuore di Maria, in coerenza con il progetto scientifico del Museo e legandosi al ritratto di San Giuseppe Maria Tomasi (1717) che indica proprio una pittura devozionale con la Vergine nel soprapporta della sala precedente (Sala 26).
La mostra sarà visitabile dal 21 dicembre 2022 al 7 gennaio 2023 secondo gli orari di apertura del Museo.
Durante le festività natalizie “il Museo Diocesano di Palermo e Le Stanze dei Vescovi”, saranno aperti tutti i giorni, feriali e festivi con il seguente orario:
21 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023 con orario continuato 9.00-18.00 – 25 dicembre 2022 ore 9.00-13.00.