“I poveri, i più fragili, gli invisibili siano al centro dell’impegno di chi sarà chiamato a governare la nostra regione”

L’Arcivescovo di Palermo, alla vigilia delle elezioni di domenica 25 settembre, chiede di amministrare sempre in nome dell’interesse comune mettendo al centro dell’azione politica solidarietà e giustizia. “E' dalle fasce più deboli che bisogna ripensare l'impegno politico e amministrativo"

Le attese per le risposte che la politica dovrà realizzare all’indomani delle elezioni sono state espresse dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice che è tornato a declinare i temi espressi alcune settimane fa nel Messaggio che i Vescovi siciliani hanno voluto indirizzare ai candidati e a tutti i cittadini. Monsignor Lorefice ha parlato dai microfoni della TGR della RAI e dell’agenzia AGI, dichiarazioni riprese poi da altre testate:

“La nostra città e la nostra regione hanno bisogno in questo momento di mettere a frutto tutto tutte le potenzialità che potrebbero venire, ad esempio, dai fondi del PNRR che non devono essere dilapidati: in tal senso sarà indispensabile una corresponsabilità da parte di tutti coloro che saranno eletti e che dovranno poi amministrare senza alimentare interessi personali, di gruppi o di altro tema. Abbiamo celebrato il trentesimo anniversario dell’uccisione dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino e dei loro agenti di scorta, abbiamo ricordato i quarant’anni dall’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie e dell’agente di scorta, ci apprestiamo a vivere, il prossimo anno, il trentesimo anniversario dell’uccisione del Beato Giuseppe Puglisi: questa è una terra che ha visto versare il sangue di chi ha creduto – fino al dono della vita – che la città umana si costruisce secondo le esigenze della solidarietà, della giustizia, del bene destinato a tutti, a partire dai più poveri e dai più fragili. Chiedo a chi sarà eletto di ricominciare concretamente dalle fasce più povere, da quelle più fragili, e per questo c’è bisogno di una politica che si racquisti lo spazio delle città, dei quartieri, delle case, della gente; non si piò assolutamente andare a trovare la gente solo nei momenti delle elezioni, si deve stare dentro alla vita della gente”. Infine, un richiamo a tutti i cittadini affinché esercitino, avvertendolo come un dovere, la responsabilità del voto: “Meno porteremo avanti una democrazia partecipativa e più i problemi del nostro territorio rischieranno di essere travolti da altri interessi. “Votare non è solo un diritto ma un preciso dovere per tutelare la nostra democrazia partecipativa”.

“La politica deve impegnarsi a risollevare la convivenza umana dalla ingiustizia, dai soprusi e dalla illegalità. In questo momento così complesso è necessario assumere un impegno politico e amministrativo a partire dalla consapevolezza della delicatezza di questa fase, che ci richiede una grande libertà interiore, una grande determinazione nel perseguire solo ciò che può aiutare la convivenza umana”.

“Occorre una svolta etica e sociale della politica e una responsabilità collettiva: politici e amministratori perseguano solo il bene comune e non gli interessi personali e oscuri. Ciò è decisivo in una città e in una regione, oltre che in una nazione dove c’è tanta sofferenza. Per questo non si possono avere assolutamente altre finalità. Servono persone che amino realmente la città umana, perché c’è tanta gente che soffre oggi. E la politica serve affinché tutti possano perseguire la giusta felicità nella città negli uomini”

 

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