Emergenza crack, l’urlo dell’Arcivescovo al corteo cittadino: “Chi vende morte è un mafioso, chi spaccia è un omicida”

L'evento "La cura crea IN-dipendenza" è stato organizzato da "Sos Ballarò" lo scorso 4 novembre / IL DOCUMENTO

Il quartiere di Ballarò, uno dei luoghi più simbolici e multiculturali di Palermo, col suo variegato e popolare mercato alimentare, si è ritrovato dietro uno striscione che ha riunito centinaia di persone in corteo contro la droga. In testa alla sfilata, che ha attraversato strade e piazze, c’era anche l’arcivescovo Corrado Lorefice: “Chi vende morte è un mafioso – ha tuonato – Chi spaccia è omicida. È un’emergenza sociale che riguarda soprattutto i giovani. Su di loro qualcuno vuole speculare creando una fittizia felicità. Sappiamo, invece, che il crack è devastante. Dobbiamo assumerci tutti la responsabilità anche di questo luogo, Ballarò, che potrebbe essere splendido e dove invece si semina morte. Questo è un corteo antimafia perché quando si parla di droga c’è qualcuno che esercita un potere che schiavizza, e questo è il principio di ogni mafia”.

A promuovere la manifestazione è stata un’associazione, Sos Ballarò, che si è mossa per denunciare una “spaventosa crescita dello spaccio e delle tossicodipendenze”. La droga che in queste piazze viene spacciata quasi alla luce del sole è il crack: costa poco e ha causato anche tanti morti. Il caso più doloroso è quello di Giulio stroncato a casa giovanissimo al culmine di una vita devastata dalla droga. Il padre, che lo ha trovato esamine nella sua stanza, è tra i promotori di un movimento che ha coinvolto l’intero quartiere. “Questo luogo rappresenta l’intera città: è un problema che riguarda tutta Palermo”, dice don Enzo Volpe che è uno dei promotori di Sos Ballarò. La prima tappa del corteo è stata la piazza di Ballarò. Qui ha parlato l’arcivescovo. “Il crack – ha detto – regala una falsa felicità. Provoca la morte ed è il segno del predominio mafioso nel territorio. Siamo qui non per chiedere soluzioni repressive (è vittima anche chi spaccia) ma per reclamare servizi, cura, presenza delle istituzioni”.

“La Chiesa è un insieme di donne e uomini che fanno parte di questa città e ci stanno a partire dalla loro fede. Vorrei ricordare – ha ribadito l’Arcivescovo – che il cuore della fede cristiana è una visione della storia riscattata dal male. Lì dove ci si incontra con tutti gli uomini e le donne affinchè tutti siano liberi, non può che esserci la Chiesa“.

 

L’INIZIATIVA:

EMERGENZA CRACK
La cura crea IN-dipendenza

Appuntamento a Piazza Casa Professa venerdì 4 novembre alle ore 16 (concentramento) e corteo per le vie dell’Albergheria. Per info e adesioni scrivere a info@sosballaro.it

Ragionando e costruendo percorsi per provare a far fronte al complesso e urgente problema delle tossicodipendenze all’interno del nostro quartiere e della città tutta, è emersa la necessità di scendere per le strade del quartiere in un corteo cittadino. La manifestazione nasce dalla necessità di occuparci di questioni urgenti che riguardano la nostra comunità e riteniamo che l’allargamento della rete e le campagne di sensibilizzazione possano essere strumenti e risorse per ognunə di noi.

DOCUMENTO:
È diventato impossibile nel centro storico di Palermo, e in particolare in alcune zone dell’Albergheria, non accorgersi dell’aumento di tutti i fenomeni connessi al consumo, spaccio e produzione di droghe, tra le quali soprattutto il crack, la cui pericolosità si avverte in maniera crescente in molte grandi città d’Europa. Sempre più persone, giovani nella maggioranza dei casi, finiscono nel gorgo del consumo – spesso dello spaccio per procurarsi le sostanze – e questo ha un impatto sempre più forte sull’intera nostra comunità, composta dai residenti, dai commercianti, dagli studenti e dalle studentesse, dai tanti e dalle tante che lavorano nella zona.

L’economia criminale creata dallo spaccio è radicata e rilevante, e ci sembra evidente come l’emancipazione da questo sistema passi anche da un investimento educativo, sociale, che fornisca veri strumenti di riscatto a chi cresce e vive a Ballarò.
In questi anni, in particolar modo nelle ultime settimane, assistiamo attoniti all’aumento delle morti connesse al consumo di droga nel quartiere dell’Albergheria, e non accettiamo che ogni volta tutto ciò passi in sordina, come fosse un problema esclusivo di chi, la dipendenza da sostanze, la vive sulla propria pelle e delle relative famiglie.
 È impossibile non vedere un collegamento fra il peggioramento drastico della situazione legata alla produzione, spaccio e al consumo di droghe e l’arretramento dello Stato nel suo complesso.

Alcuni esempi:
-Negli ultimi anni si è ridotta dei due terzi la presenza dei Ser.D. (ex S.E.R.T.) e del loro personale;

-Sono stati via via sospesi tutti i servizi di prossimità: non c’è più un solo operatore di strada che tenti di creare relazioni di fiducia con chi è a rischio o vive la tossicodipendenza direzionandoli verso i servizi sanitari e non ci sono centri a bassa soglia sul territorio cittadino;

-Tutti i servizi che dovrebbero servire a sostenere le persone con problemi di dipendenze patologiche sono ormai distanti e lavorano in modo “passivo”, non avendo la forza di essere presenti nel territorio e di andare verso le persone;

– Ogni anno centinaia di ragazzi siciliani sono costretti per curarsi ad andare in altre regioni perché in Sicilia mancano le comunità specialistiche (doppie diagnosi, comunità per minori tossicodipendenti ecc.).

Affrontare un problema complesso come quello della tossicodipendenza implica necessariamente risposte complesse, che non si limitino nel contrastare lo spaccio in certi luoghi del quartiere e dalla città, fornire terapie farmacologiche o fissare appuntamenti sporadici con gli utenti dei Ser.D. o con chi vive situazioni di disagio.
Affrontare tale problema, significa piuttosto partire dal prendere in carico le cause che portano al consumo di droghe avviando percorsi educativi funzionali in quei luoghi comunitari nati per questo, incentivare ad avviare un sistema economico legale investendo nel quartiere e in chi lo abita, formare operatori di strada che stiano vicini alle persone con problemi connessi al consumo di droghe, allestire spazi per dare assistenza e cura, coinvolgere tutti gli attori sociali del quartiere per riportare il tema della dipendenza patologica al centro delle politiche pubbliche.

Scenderemo in strada, venerdì 4 novembre, per dar vita ad una giornata che possa permettere il coinvolgimento di tutti e tutte coloro che vivono il quartiere, sia come residenti che non, per denunciare anni di sottovalutazione, il deserto dei servizi, la proliferazione d’un sistema criminale che s’arricchisce sulla pelle della popolazione, il moralismo d’una politica che troppo spesso stigmatizza il consumo senza occuparsi di elaborare una strategia seria di contrasto al fenomeno nel suo complesso.
Appuntamento a Piazza Casa Professa venerdì 4 novembre alle ore 16 (concentramento) e corteo per le vie dell’Albergheria.