Due nuovi Presbiteri per la Chiesa di Palermo: Don Giuseppe Calafiore e Don Alessio Taormina ordinati in Cattedrale dall’Arcivescovo Corrado

"Siate i ‘folli’ della ‘folle’ Parola di Dio. Uomini instancabili, perché il passaggio di Gesù, dell’Uomo che cammina, non conosca fine. Perché noi uomini possiamo essere più umani, fecondati nello Spirito dal Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto per noi"

Don Giuseppe Calafiore e Don Alessio Taormina, Diaconi della Chiesa di Palermo, sono stati ordinati Presbiteri per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice durante una solenne Celebrazione eucaristica nella Chiesa Cattedrale (sabato 17 settembre 2022).

  • L’Omelia dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice
  • Le note biografiche
  • La photogallery (Antonio Di Giovanni)

 

 

Ordinazione Presbiterale

 di Giuseppe Calafiore e di Alessio Taormina

Cattedrale – 17 settembre 2022

Omelia

“Una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città” (Lc 8,4). Gesù cammina, “mandato a portare il lieto annuncio” (Is 61,1). Gesù esce sempre. Non si ferma, avanza, arriva ovunque. “L’uomo che cammina”, lo chiama lo scrittore e poeta francese Ch. Bobin. Senza mai rallentare il passo. Fedele al mandato del Padre, spinto dall’unzione dello Spirito, porta il lieto annuncio ai miseri, fascia le piaghe dei cuori spezzati, proclama la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, consola gli afflitti, riscalda il cuore di chi è sopraffatto dal lutto e dalla desolazione (cfr Is 61,1-3; Lc 4,18-19). Ridona la vita a chi precipita nella fossa della morte.

“Il seminatore uscì a seminare il suo seme” (Lc 8,5). L’Uomo che cammina, Gesù percorre le strade, passa e attraversa i terreni scoscesi e pietrosi, non teme quelli infestati da rovi e spine, raggiunge quelli buoni. “Nella ricerca mai interrotta di chi è più grande. E il primo venuto è più grande di noi: è una delle cose che dice quest’uomo. È l’unica cosa che cerca di inculcare nelle nostre teste grevi” (Ch. Bobin). La mano sempre aperta. Ricolma di buon seme. Semina la Parola. In tutti. Per tutti. La Parola bella, la gioiosa Notizia udita dal Padre, che feconda di vita e di bene i cuori di tutti, anche quelli più stanchi o induriti, confusi o straziati. Quanti volti raggiunge, nei luoghi più impensati o impenetrabili, negli impervi anfratti di questa nostra novella Galilea delle genti! Quanti terreni umani creduti improduttivi e contaminati germogliano al suo passaggio! Egli semina ovunque la Parola. Finanche in partibus infidelium. Raggiunge i cuori, li guarda con gli occhi del Padre, li lavora e li feconda. I più diversi, i più resistenti, anche quelli sclerotizzati, asfaltati e lastricati.

Ritornano fertili. Cento volte tanto. Con la sua Parola. Con la follia della Parola. “L’uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte. Coloro che ne seguono le orme e credono che si possa restare eternamente vivi nella trasparenza di una parola d’amore, senza mai smarrire il respiro, costoro, nella misura in cui sentono quel che dicono, sono forzatamente considerati matti. Quello che sostengono è inaccettabile. La loro parola è folle e tuttavia cosa valgono altre parole, tutte le altre parole pronunciate dalla notte dei secoli? Cos’è parlare? Cos’è amare? Come credere e come non credere? Forse non abbiamo mai avuto altra scelta che tra una parola folle e una parola vana” (C. Bobin). Oggi più che mai, è un tempo opportuno perché, attraverso “coloro che ne seguono le orme”, risuoni ovunque senza grettezza e taccagneria l’Evangelo: “Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,23-25).

Carissimi Alessio e Giuseppe, siete stati chiamati a servire e a “conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento”, questa Parola folle che ovunque vuole arrivare e che tutto vuole trasfigurare, “fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio” (1Tm 6,14). Siete chiamati a tenere dietro al Divino Seminatore, all’Uomo che cammina, per condividere e fecondare le impervie strade degli uomini e delle donne suoi fratelli e sue sorelle. I figli amati in lui e come lui da Dio Padre. I suoi fratelli e le sue sorelle. I vostri fratelli e le vostre sorelle. Tutti. Tutte.

Oggi, carissimi Alessio e Giuseppe, mentre sentirete ungere con il Crisma il vostro capo, le vostre mani, tutto il vostro essere corporeo e spirituale verrà impregnato dallo Spirito che questa santa Assemblea invocherà e che scenderà su di voi per mezzo dell’imposizione delle mani del vostro Vescovo e dei vostri fratelli presbiteri. Fate vostre, in tutta libertà e con coraggio, le parole del salmista, gridate con le labbra del cuore: “Di Dio io canto la parola, del Signore io canto la parola, in Dio pongo la fiducia e non temo […] Osservo i voti a te fatti, o Dio ti offrirò rendimenti di grazie” (Sal 55/56,11-13).

Siate i ‘folli’ della ‘folle’ Parola di Dio. Uomini instancabili, perché il passaggio di Gesù, dell’Uomo che cammina, non conosca fine. Perché noi uomini possiamo essere più umani, fecondati nello Spirito dal Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto per noi.

Esulta la Chiesa di Palermo per la fedeltà del Signore che si manifesta ancora in questi nostri fratelli Alessio e Giuseppe chiamati al presbiterato. L’Agnello immolato e vittorioso ricolmi di gioiosa audacia il vostro ministero nella Chiesa e nel mondo amato da Dio fino alla follia della Croce. Sia fecondo e attrattivo come quello del Beato Pino Puglisi.

“A colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (Ap 1, 5-6).

 

Don Giuseppe Calafiore

Nato a Palermo l’8 dicembre 1982, ha conseguito la Maturità scientifica e il Baccellierato in Sacra teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”. Durante il cammino formativo presso il Seminario Arcivescovile “San Mamiliano” di Palermo ha svolto le seguenti esperienze: servizio di carità presso le Suore di Madre Teresa di Calcutta con i bambini dei quartieri Brancaccio e Sperone; servizio di carità presso l’Istituto penale per minorenni “Malaspina”; esperienza con il gruppo scout Agesci di Altavilla Milicia; esperienza gruppi vocazionali per adolescenti e giovani; gruppo ministranti; esperienza con la pastorale familiare; esperienza di servizio pastorale nella parrocchia Maria Madre della Misericordia di Palermo. Esperienza diaconale presso la Parrocchia San Giuseppe di Passo di Rigano. Servizio Caritas parrocchiale e casa famiglia per bambini “Casa Speranza”.

Don Alessio Taormina

Nato a Palermo il 17 maggio 1992, ha conseguito la Maturità classica e il Baccellierato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” nel 2020. Durante il cammino formativo presso il Seminario Arcivescovile “San Mamiliano” di Palermo si è impegnato nell’esperienza di servizio presso l’Istituto penale per minorenni “Malaspina” e nella conoscenza della vita parrocchiale presso le parrocchie “Santo Stefano Protomartire alla Zisa” e “Spirito Santo”. Da alcuni mesi svolgo il ministero diaconale presso la parrocchia “San Giovanni Apostolo”. Durante lo scorso mese di agosto ho vissuto un’intensa esperienza di missione in Albania. Attualmente prosegue gli studi presso la Facoltà Teologica di Sicilia per il conseguimento della Licenza in Teologia.