SANTA ROSALIA / “E luce sia” (domenica 4 settembre, ore 21, Santuario sul Monte Pellegrino)

Dopo la rosa di 5000 candele sul Sagrato della Cattedrale, nascerà un giglio luminoso che illuminerà il Santuario di Santa Rosalia: un inno alla pace tra i popoli condiviso dalle diverse confessioni religiose di Palermo

(ST) Rosa et Lilium, ovvero rose e gigli, ovvero Rosalia. Il nome della santa patrona di Palermo, secondo l’etimologia di origine latina potrebbe essere composto proprio da questi due fiori, simbolo di purezza e regalità. Se si segue l’iconografia classica, alla vergine romita che si ritirò a Monte Pellegrino sarebbe dedicata la rosa, ma in pochi ricordano anche il giglio. Insomma, una santa il cui nome nasce dai fiori, può soltanto essere leggera e dolcissima: e così la immagina lo stilista e artista Angelo Yezael Cruciani Shi che poco meno di due mesi fa ha fatto nascere la bellissima rosa di cinquemila candele sul sagrato della Cattedrale per rendere omaggio alla patrona nei giorni precedenti il Festino ritrovato. Ma l’iniziativa ha avuto un successo spropositato e ha suscitato un moto collettivo, un bisogno di accendere una luce (sebbene piccina, una candela, appunto) seppure per pochi minuti, in un periodo profondamente incerto. Tanto che si sono levate tante voci perché si ripetesse: e si è deciso di portare l’omaggio floreale “a casa” della Santuzza. Non sarà più una rosa, ma un giglio e domenica sera (4 settembre, alle ore 21) fiorirà e sarà benedetto sul sagrato del Santuario di Montepellegrino, nel punto dove giungono i pellegrini che in questi giorni partecipano alla tradizionale ”acchianata”, l’ascesa al monte sacro che è anche una ricerca di verità e di fede.

Chiunque vorrà potrà accendere il suo cero e partecipare all’installazione, alla fine il giglio nascerà dalla condivisione, dalle mille mani che virtualmente abbracceranno la santa. E considerando quanti devoti – uomini e donne di ogni categoria sociale, giovani, adulti, ragazzi, professionisti e operai, residenti e immigrati – salgono a Montepellegrino, ognuno con una preghiera, una richiesta, un voto da offrire alla santa, è facile immaginare che il “giglio” nascerà veramente da un atto collettivo di amore.

Il secondo e ultimo capitolo di “Rosalia, e luce sia”, ideato da Stefania Morici e Angelo Cruciani, ha già ricevuto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, dell’Arcidiocesi e del Santuario di Santa Rosalia, dell’Assessorato comunale alle politiche culturali e dell’Assemblea regionale siciliana; è prodotto e organizzato da Arteventi in collaborazione con la Settimana delle Culture, con la collaborazione tecnica di Agostino Danilo Reale, FRD architetti, Cereria Gambino; partner tecnico Palazzo Arone; supporto dell’Istituto don Calabria e del Centro studi Opera don Calabria.

Anche dinanzi al Santuario di Santa Rosalia, come è già avvenuto dinanzi alla Cattedrale, nascerà un omaggio alla nostra “Santuzza” – dice il reggente del Santuario, don Marco Grosshlozun fiore di luce, un giglio formato dalle fiammelle accese dei cuori e delle preghiere di noi, umili artigiani. Un grazie va a chi lo ha pensato, e a Stefania Morici. Spero che giungano i nostri ragazzi a dar vita a questo piccolo ma significativo evento, che desidera portare luce e comunione nelle nostre comunità e tra i popoli. Chiediamo l’intercessione di Santa Rosalia perché il mondo sia in pace”. Per Angelo Cruciani si tratta della terza installazione dedicata a Palermo: le prime due, il complesso dei cuori di carta che formavano tante rose, e la gigantesca rosa sul sagrato della Cattedrale, oggi il giglio.  “L’amore che provo verso la Sicilia continua a riportarmi a installazioni dolcissime: dopo tante rose, ecco che arriva il giglio, un fiore che per me rappresenta la famiglia, perché sempre presente nella mia casa – continua Angelo Yezael Cruciani Shi – A pochi giorni dalla mia prossima sfilata nella Stazione Centrale a Milano, sono qui per chiedere a Santa Rosalia un dono per noi tutti: che il giglio che le dedichiamo emani un profumo di fiducia che oltrepassi mari e montagne e ci aiuti a guardare al futuro senza timori. Fiducia, fede, forza, famiglia e fedeltà sono i petali di questo fiore che germoglia dalle terre dell’amore”.

Nell’iconografia sacra, Rosalia viene rappresentata ornata di gigli e di rose, fiori che rappresentano rispettivamente la purezza e l’unione con Dio: da qui l’idea di avvicinare un secondo capitolo all’ormai famosa rosa nata dinanzi alla Cattedrale a luglio scorso – interviene Stefania Moricie quindi di realizzare, nel giorno in cui si chiudono le manifestazioni per la patrona, un gigantesco giglio, simbolo di candore e verginità. Dedichiamo così questi due fiori alla Santuzza e a tutta la città, abbiamo bisogno di ricominciare a sognare e di regalarci emozioni semplici e dirette, ma anche profonde ed intense. Il giglio che sarà realizzato da Angelo Cruciani è un invito a ritrovare la purezza del cuore e dello spirito di tutti noi”.

 

Angelo Cruciani è una figura creativa che spazia tra arte e moda, ma ha fatto sua la missione di portare armonia e consapevolezza attraverso simboli e creazione di momenti collettivi per ricordare il valore dell’unione e dell’amore. Nel 2014 ha fondato il brand YEZAEL (la nuova collezione è stata appena presentata in Messico) con il quale veste i Maneskin, Elodie, Ghali; è uno dei protagonisti della serie Netflix, Next In Fashion. È reduce da un enorme flashmob, il 2 luglio all’Arco della Pace a Milano con cui  ha coinvolto migliaia di persone, invitandole a prendersi per mano e appartenersi come soluzione alla solitudine sociale, male del Terzo Millennio.