La sera del 25 febbraio la Cattedrale la comunità diocesana ha raccolto l’invito dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice per pregare per il Santo Padre: fedeli, chierici e laici, religiose e religiosi, movimenti, associazioni, gruppi, confraternite si sono uniti per l’Adorazione Eucaristica attraverso la quale hanno pregato per la salute di Papa Francesco. “In questo momento di prova e di sofferenza del nostro Papa – ha esortato l’Arcivescovo – come comunità diocesana ci riuniamo per sostare in preghiera. Il Signore Gesù lo sostenga e gli doni salute e vigore perché possa ancora annunciare al mondo la gioia e la tenerezza del Vangelo”.
L’omelia dell’Arcivescovo:
Pietro di ieri e di oggi è colui che riconosce Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, tu sei il Messia di Pietro e in lui, tuo diretto testimone, il Messia di tutti noi, di quanti hanno seguito le tue orme, di tutti quelli e quelle che ti ancor oggi ti seguono.
Da questo riconoscere Gesù, Pietro è reso capace di portare il suo nome: pietra, roccia. Cioè dal riconoscere Gesù Messia, Pietro è capace di essere saldezza del Signore, di essere il suo nome, di essere pietra.
Rimane sempre Simone, fragile nel corpo e nel carattere, ma proprio a partire da questa fragilità riconosciuta, diventerà capace di essere il suo nome, di essere pietra, roccia, di vivere una fede solida per e nella Chiesa, la Fraternità redenta da Gesù e compaginata nella comunione dallo Spirito. Per e nella Chiesa che è e rimane la Chiesa di Cristo: «su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa».
La debolezza e la grazia: «La Chiesa è una casa costruita sulla roccia. Eppure poggia sulla fragilità degli uomini» (B. Maggioni). Abbiamo bisogno di Pietro. Ieri come oggi. Abbiamo bisogno di Francesco Pietro, come abbiamo avuto bisogno di Simon Pietro.
Dio di ogni misericordia e datore della Vita, ti affidiamo Papa Francesco, conservalo ancora a noi. La sua attuale fragilità, sia per noi certezza che su di lui, pietra, continuerai ad edificare la tua Chiesa e che le potenze degli inferi non preverranno su di essa.
Ti ringraziamo, Signore, perché anche dal letto della sua malattia, stai confermando papa Francesco nel suo nome, nel suo essere il suo nome: «Tu sei Pietro», roccia. Grazie Francesco Pietro perché anche dal 10º piano del Gemelli continui ad annunziare alla tua Chiesa e al mondo intero: «Spes non confundit».
IN ALLEGATO (PDF): LIBRETTO DELLA PREGHIERA (da scaricare)