L’incursione al Centro Antiviolenza “Beato Giuseppe Puglisi” a Brancaccio, le parole dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice

Dopo l’irruzione dell’ottobre 2014 presso la sede del Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato dal Beato Giuseppe Puglisi adesso un nuovo atto vandalico: nella notte tra l’8 e il 9 gennaio altri malviventi hanno fatto irruzione nella sede del Centro Antiviolenza del Centro di Accoglienza “Padre Nostro” (in via San Ciro 6, ex Mulino del sale), sfondando con un masso il vetro della porta secondaria che si affaccia in un piccolo cortile, sovrastato dall’alta ciminiera. Questo cortile ogni anno, da più di 7 anni, ospita il presepio che raffigura la natività. “Un brutto segnale – dice il il Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro Maurizio Artale – che certamente non farà intimorire le centinaia di volontari, operatori e soci che animano da 28 anni il Centro di Accoglienza Padre Nostro; ma certamente un gesto che sa di sfida e che vuole dimostrare che quando vogliono, agiscono in maniera indisturbata, complici la solita indifferenza o omertà di chi sente, vede e non parla. Noi manterremo sempre lo stesso atteggiamento che ci ha insegnato il Beato Giuseppe Puglisi: come coloro che non si sentono mai arrivati al capolinea, ma che devono sempre continuare il loro cammino per essere esempio solido e concreto di quanti cercano la strada per la legalità, giustizia e “conversione di vita”. Siamo certi che le Istituzioni, in primis le Forze dell’Ordine, questa volta sapranno assicurare alla giustizia questi malviventi, perché non restino d’esempio di impunità in un quartiere come Brancaccio”.

A Maurizio Artale e ai tanti volontari che operano nel centro sono arrivate le parole dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice: “Vi custodisco nella mia preghiera e nel mio abbraccio portando nel cuore le parole del teologo Dietrich Bonhoeffer: «L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi; una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, ma il futuro lo rivendica sempre a sé. Vi benedico, vostro don Corrado”.