Le indicazioni dell’Arcidiocesi per le Prime Comunioni e le Cresime

Il Vicario Generale, mons. Giuseppe Oliveri, ha inviato una lettera ai parroci con la quale l’Arcidiocesi offre le indicazioni per le celebrazioni delle Prime Comunioni e Cresime.

“Cari Confratelli, nella Lettera che la Presidenza della CEI ha inviato ai Vescovi il 22 luglio scorso, si afferma, tra le altre cose, che: ”Non ci sono impedimenti a celebrare con dignità e sobrietà i sacramenti, a partire da quelli dell’iniziazione cristiana. E bene aver cura che la loro celebrazione, pur in gruppi contenuti, avvenga sempre in un contesto comunitario. Nella celebrazione del sacramento della Cresima — oltre ad assicurare il rispetto delle indicazioni sanitarie — in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando. La stessa attenzione sarà necessaria per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati”.

Alla luce di questa riflessione l’Arcivescovo offre le seguenti indicazioni da attuarsi secondo il calendario che ogni parrocchia predisporrà:

  1. È possibile programmare la celebrazione delle Prime Comunioni in piccoli gruppi osservando le vigenti e, ormai, ben note norme anti Covid-19 (rispetto del numero totale dei partecipanti secondo la capienza massima consentita, distanziamento interpersonale, utilizzo della mascherina al chiuso, divieto di assembramento).
  1. È possibile programmare la celebrazione delle Cresime, ugualmente in gruppi contenuti, con le modalità indicate dalla citata lettera della Presidenza della CEI e sempre nel rispetto delle richiamate norme anti Covid-19.

Si comunica, inoltre, che per i casi urgenti e indifferibili è stata predisposta una Cresima in Cattedrale domenica 30 agosto alle ore 11 con preparazione venerdì 28 agosto alle ore 19. I nominativi delle persone interessate vanno segnalati da ciascun Parroco al proprio Vicario episcopale entro il 20 agosto con la presentazione dei documenti necessari. Mi permetto, con l’occasione, di ricordare a tutti che l’emergenza sanitaria non è, purtroppo, finita e che l’osservanza puntuale delle disposizioni in materia di prevenzione — anche nella partecipazione alle attività ecclesiali — rappresenta un dovere civile e morale al tempo stesso”.