Un inno per il VIII centenario del “Dies natalis” di San Domenico

In preparazione all’VIII centenario del “Dies natalis” di San Domenico (1221 6 agosto 2021), come indicato dal Maestro dell’Ordine Domenicano, fr. Gerard Timoner, anche noi vogliamo sederci “A tavola con San Domenico” e quest’inno che presentiamo, vuole essere una semplice proposta per chi volesse condividerlo nella maniera e nella forma che riterrà opportuno.

Questo inno nasce come atto d’amore verso Domenico, “dono di Dio agli uomini e per gli uomini”, la cui opera e santità risuona e vive, non solo nella storia, ma nella vita di tutti coloro che guardano a Lui come esempio di santità.

A tal motivo, abbiamo ritenuto importante rifarci alle fonti che parlano della vita di Domenico, perché testimoniano, in maniera diretta e immediata, quello che il suo cuore di padre e di fratello ha saputo insegnare e condividere. Lui, che era “tenero come una madre, duro come un diamante” (Madonnet), ha lasciato inciso non nelle carte o sui libri, ma nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto, un solco così profondo che a distanza di ottocento anni è ben distinguibile. Abbiamo, quindi, tralasciato l’elogio delle virtù e meditato di come la sua vita, potesse risuonare oggi nell’esperienza di ciascuno di noi.

Cantare è un atto che nasce dentro, dal cuore come dalla mente, dalla preghiera come dall’esperienza. In certo senso, la musica pizzica, come una mano invisibile, le corde dell’animo del cristiano e, in questo contesto, unita al testo, cerca umilmente di continuare l’opera di mendicante evangelizzazione di Domenico. Vuole semplicemente parlare al cuore per elevarlo, non solo nei pensieri e nei propositi, ma alla contemplazione di quel Dio che è “tutto in tutti”.

Il nostro intento è, anche, quello di rispondere all’invito di Papa Francesco che, nell’Esortazione “Gaudete et exsultate”, ci invita a guardare alla santità non come meta, ma come itinerario di risposta alla nostra chiamata a vivere la nostra identità nelle scelte quotidiane. In Domenico abbiamo cercato di vedere “la santità della porta accanto”, di chi fa parte integrante della nostra esperienza. Vogliamo credere e sperare di fare cosa gradita a tutti; se non ci fossimo riusciti, siamo lo stesso soddisfatti se solo per un momento la nostra proposta vi ha permesso di pensare o riflettere, anche per un solo istante a Domenico e al Giubileo che ci apprestiamo a vivere.

Giovanni Calcara o.p. Claudio Misuraca