La chiesa “ritrovata” dei Santi Cosma e Damiano nel quartiere Capo

Chiusa nel 1970, riapre al culto domenica prossima alle 16.00 alla presenza dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice e di Mons. Filippo Sarullo che ne sarà il Rettore. La chiesa ospiterà la Confraternita di Maria SS. Addolorata e del Cristo Morto

(Maria Oliveri / Balarm) – L’imponente mole della Chiesa rinascimentale dei Santi Cosma e Damiano si eleva in piazza Beati Paoli, al Capo. La chiesa è stata restaurata e solo recentemente è tornata fruibile ai fedeli e ai visitatori grazie all’opera della “Confraternita di Maria SS. Addolorata e del Cristo Morto al Capo”.

La confraternita è stata istituita il 13 Marzo del 1947, quando alcuni confrati staccatisi per contrasti interni dalla Congregazione di Maria Santissima Addolorata e del Cristo Morto della corporazione dei fornai, hanno trovato ospitalità nella chiesa di Montegrappa e hanno fondato la confraternita di Maria Santissima Addolorata e del Venerdì Santo alla Guilla.

Nel settembre del 2021 però la chiesa di San Giovanni alla Guilla, sede della Confraternita di Maria SS. Addolorata è stata dichiarata inagibile, a causa di problemi al soffitto. La confraternita ha dovuto cercare una nuova sede per continuare le proprie attività e durante questo periodo di transizione ha trovato come sede la chiesa dei Santi Cosma e Damiano al Capo.

La chiesa, chiusa da anni e purtroppo depredata e vandalizzata, necessitava di restauri prima di essere riaperta al culto e la confraternita si è assunta tutti gli oneri. In attesa del termine dei lavori le statue dell’Addolorata e la vara del Cristo morto, opere del XIX secolo, sono state ospitate nella chiesa di Maria SS. Delle Grazie dei Pirriaturi (cavatori di pietra per l’edilizia) fino al termine dei restauri della nuova sede, dal momento che esiste un solido gemellaggio tra le due confraternite. I lavori iniziati nel dicembre 2021 hanno avuto termine nel marzo del 2022.

Il 10 Aprile 2022, Domenica delle Palme, alle ore 16.00 una solenne celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice inaugurerà la riapertura della chiesa ai fedeli. Il 15 Aprile, Venerdì Santo, ci sarà la solenne processione alle ore 17.00 della confraternita. Le due statue della Vergine Addolorata e del Cristo collocate sulle vare verranno portate a spalla dai membri della congregazione. La processione costituisce una delle manifestazioni dei riti della Settimana Santa di Palermo.

La chiesa di San Cosma e Damiano venne realizzata nel 1576, su un terreno appartenuto a Galeazzo Di Bernardo, come voto a San Rocco, uno dei santi protettori che aveva liberato Palermo dalla terribile epidemia di peste del 1575. L’edificio passò al Collegio degli orfani nel 1577 e nel 1604 fu concesso alla Confraternita dei SS. Cosmo e Damiano, che ne cambiò il titolo e vi trasportò un dipinto quattrocentesco dei due Santi (oggi al Museo Diocesano).

Nella seconda metà del XVII secolo alla chiesa venne annesso un convento di francescani, con cortile porticato e un oratorio (trasformato in abitazioni nel XIX secolo). La chiesa fu chiusa al culto nel 1970, le statue dei Santi vennero trasferite nella vicina chiesa di Sant’Ippolito, un paliotto in argento e alcuni arredi interni furono trasferiti al Museo Diocesano di Palermo.

Cosma e Damiano vissuti nei primi secoli del cristianesimo, erano medici e gemelli, capaci di guarire affezioni e malanni d’ogni tipo e dal momento che non vollero mai denaro o beni in cambio della loro pratica di medici e guaritori, furono soprannominati Anargyroi (dal greco antico Ανάργυροι, “senza argento” o “Santi non mercenari”).

La chiesa ha un forte valore storico e simbolico per gli abitanti del quartiere, dove gli anziani ricordano ancora la grande festa in onore dei due Santi alla fine di Settembre (con la partecipazione di folle di devoti) e le bancarelle dei turrunari dove venivano esposti golosi biscotti di pasta di miele che raffiguravano Cosma e Damiano o i pupiddi nanau (pupattole di varie dimensioni in forma di donna, con la veste lunga fino ai piedi, un cappello cilindrico, le mani sui fianchi). Le vecchiette donavano grandi ceri votivi e pregavano così: “San Cosimu e Damianu. Siti medicu suvranu. Siti medicu maggiuri, Libbiratimi d’ogni duluri”. Chi era guarito da malanni d’ogni genere o gravi patologie e aveva fatto voto lo scioglieva donando ex voto (in cera o in argento) o denaro.