Il Giardino della Memoria di Ciaculli, alle porte di Palermo, accoglie da oggi una targa dedicata al martirio del Beato Giuseppe Puglisi, il parroco di Brancaccio assassinato “in odium fidei” dalla mafia il 15 settembre del 1993; accanto alla targa, un giovane albero di limone mentre un secondo albero accompagna la targa che, a pochi metri di distanza, ricorda il piccolo Giuseppe Di Matteo.
“Memoria e verità, i cronisti siciliani raccontano” è stato il titolo dell’iniziativa che ha accolto la cerimonia di scopertura delle targhe organizzata da Assostampa Sicilia e dalla sezione di Palermo dell’Associazione Nazionale Magistrati che insieme gestiscono questo bene confiscato dalla mafia e assegnato dal Comune di Palermo (era presente l’assessore alle Politiche culturali Giampiero Cannella); la giornata al Giardino della Memoria è stata organizzata insieme all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, al Gruppo Cronisti e al gruppo dei Giornalisti Pensionati siciliani che hanno accolto gli studenti delle classi terza secondaria inferiore degli istituti comprensivi Sperone- Pertini e Franchetti e del liceo Danilo Dolci.
La scelta del 27 ottobre non è stata casuale perché 51 anni fa, il 27 ottobre del 1972, la mafia uccideva Giovanni Spampinato cronista de “L’Ora”: l’itinerario della memoria che ha coinvolto soprattutto gli studenti è iniziato proprio davanti alla targa che ricorda Giovanni Spampinato per poi proseguire davanti alle targhe (sostituite perché consumate dal tempo), dei giornalisti Mauro De Mauro (ucciso nel 1970) e Mauro Rostagno (assassinato nel 1993). Poi la sosta davanti alla targa dedicata a don Pino Puglisi e al piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso a 12 anni e il cui corpo venne sciolto nell’acido: la sua storia è stata raccontata dallo psicologo e scrittore Martino Lo Cascio, autore de “Il giardino della memoria. I 779 giorni del sequestro Di Matteo”.
Dopo il saluto di Giuseppe Rizzuto segretario regionale di Assostampa Sicilia, Roberto Leone vice segretario regionale vicario di Assostampa Sicilia, di Clelia Maltese, presidente sezione Anm di Palermo, di Gianluca Caltanissetta segretario provinciale Assostampa Palermo e di Roberto Gueli presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, le figure di Mauro De Mauro, Mauro Rostagno e don Pino Puglisi sono state raccontate da Franco Nicastro, Rino Giacalone e Luigi Perollo.
“Il nostro progetto – spiega Giuseppe Rizzuto, segretario di Assostampa Sicilia – è trasformare questo giardino in un luogo aperto alla città e soprattutto ai più giovani. Oggi piantiamo dei semi. Ciascuno di questi alberi rappresenta con la sua targa un giornalista, un magistrato, un agente delle forze dell’ordine, un prete o un semplice cittadino che ha combattuto la mafia, a modo proprio, arrivando a sacrificare la vita per difendere quei valori di libertà e giustizia in cui credeva. Oggi ricordiamo le nostre radici, ma saranno i ragazzi a raccogliere i frutti. Da qui nasce il coinvolgimento delle scuole e del quartiere. Dove la mafia ha portato la morte, possiamo portare la vita. Speriamo che presto arrivino tante famiglie con i bambini e sempre più insegnanti con gli studenti, per commemorare i nostri eroi ma anche per discutere insieme di cultura e fare socialità”.
Nel corso dell’evento è intervenuto in collegamento da Roma anche Alberto Spampinato, giornalista, scrittore, presidente di Ossigeno per l’informazione e fratello di Giovanni, cronista de L’Ora ucciso dalla mafia 51 anni fa.
(foto di Gaetano Perricone, Assostampa Palermo, Roberto Leone)