“Dialogo tra arte e spiritualità”, con Jean-Paul Hernandez sj

Presso la Rettoria di San Francesco Saverio, sabato 5 febbraio ore 18.30

Un dialogo tra arte e spiritualità in uno dei luoghi più evocativi della città di Palermo, la chiesa di San Francesco Saverio nel cuore dell’Albergheria; un dialogo con il teologo della bellezza Jean-Paul Hernandez sj, un’occasione unica promossa dalla Rettoria di San Francesco Saverio, dal Servizio diocesano per la Pastorale giovane e dalla realtà “Pietre Vive”.  L’appuntamento è per sabato 5 febbraio alle ore 18.30. 

JEAN-PAUL HERNANDEZ, nato in Svizzera nel 1968 in una famiglia di immigrati spagnoli, dopo una giovinezza irrequieta entra nel Noviziato dei Gesuiti a Genova nel 1992. Dopo l’ordinazione sacerdotale inizia la sua pastorale fra i giovani, partecipando ai gruppi “Pietre Vive” di cui oggi è coordinatore: una rete internazionale che annuncia a chi entra in chiesa l’amore gratuito di Dio attraverso la spiegazione dell’arte e dell’architettura. Vive tra Roma e Napoli, dove è docente alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale. Commenta il Vangelo della domenica per la trasmissione Sulla strada in onda ogni sabato alle 14.35 su TV2000.

 

PIETRE VIVE – “Pietre Vive” è una comunione di comunità giovanili nate per annunciare Gesù Cristo, Bellezza della Chiesa, a coloro che guardano le bellezze delle chiese. E’ un atto di amore verso i mendicanti di senso e di luce che cercano la Vita nelle pietre dei monumenti cristiani. Attraverso l’accoglienza, la preghiera e le visite guidate gratuite le “Pietre Vive” annunciano il Vangelo come quel “Invisibile nel visibile” che l’arte rivela. Esse fanno sperimentare lo spazio sacro cristiano come luogo dell’incontro con Dio. Per le Pietre Vive l’arte cristiana è una preghiera consegnata allo sguardo, resa accessibile. Ma è anche una narrazione, una storia di santità. Contemplare l’opera d’arte è allora entrare nella preghiera dell’artista e nella storia che essa narra. Avviene così una comunione spirituale attraverso i secoli dove il turista diventa pellegrino. Egli si ritrova dentro a uno spazio che gli rivela la propria interiorità, la propria identità, la propria vocazione.