Quella della consegna di 14 borse di studio da parte del Palermo Football Club ad altrettanti ragazzi della città è un’iniziativa che si colloca nel solco della XVIII edizione del Premio internazionale “Beato Padre Pino Puglisi”. La consegna delle borse di studio (per un valore complessivo di 35 mila euro che saranno impiegati per sostenere gli studi dopo la scuola media) è avvenuta nel corso di un incontro nella parrocchia San Paolo e l’iniziativa ha coinvolto ragazzi provenienti dai quartieri di Borgo Nuovo e di Roccella (con il coinvolgimento della parrocchia Madonna delle Grazie). Presenti tra gli altri, il Presidente del Palermo FC Dario Mirri, i calciatori Lucioni (difensore) e Vasic (centrocampista) e la giornalista e rappresentante di Maredolce Onlus Stefania Petyx.
L’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e per il coinvolgimento delle parrocchie e rivolgendosi ai ragazzi presenti li ha spronare la squadra che in questo momento non brilla per qualità di gioco e risultati: “Lo sport e, in questo caso, il gioco del calcio, serve prima di tutto a dare gioia, a rendere felici, a farci stare insieme; oggi lo sport sostiene ragazzi e ragazze che possono avere l’opportunità, grazie anche al sostegno del Palermo, di poter esprimere le proprie qualità e le proprie doti”. L’Arcivescovo ha poi voluto condividere con i ragazzi e con tutti i presenti un dono offerto “da un sacerdote prezioso, don Pino Puglisi”, si tratta del testo che recentemente è stato rinvenuto e che potrebbe essere attribuito allo stesso parroco di Brancaccio: «A Brancaccio io ho anche la mia casa e la sera, quando rientro, mi piace stare un poco in silenzio, per strada: lo faccio per ascoltare e infatti alla sera, quando si spengono i rumori della giornata, e lì che si respira la sofferenza, l’ingiustizia, il bisogno degli umili e il bisogno dei piccoli, dei bambini che sono la mia grande passione perché sono il futuro. Ma ci sono persone che, non comprendendo il bene, si vogliono servire dei bambini, della loro debolezza, ignoranza e povertà per farne future braccia della malavita. Ma a quegli occhi intensi pieni di innocenza non si può negare la gioia di una vita vissuta nel rispetto dei valori della persona umana e di Dio. I bambini vanno ascoltati, aiutati e istruiti». “Ecco, – ha concluso l’Arcivescovo – questo è il regolo che voglio fare a tutti voi, agli adulti e a voi ragazzi. Se ognuno di noi sceglie di avere un cuore umano, capace di assumere le sofferenze degli altri, vuol dire che queste sofferenze iniziamo a superarle, perché ogni atto di condivisione è un atto di liberazione”.