ASCOLTARE ASSIEME IL GRIDO DELLA TERRA E IL GRIDO DEI POVERI

Giovedì 8 luglio ore 11:00, Chiesa Cattedrale

In occasione dei solenni festeggiamenti in onore di Santa Rosalia, l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice apre le porte del Palazzo Arcivescovile ai rappresentanti di tutti i popoli, di tutte le chiese cristiane e di tutte le religioni presenti a Palermo. L’iniziativa è coordinata dall’Ufficio Pastorale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Palermo.

Don Pietro Magro, Direttore dell’UPEDI: “A Palermo  sono presenti ben  126 etnie di popoli  diversi per cultura, lingua, religione, tradizioni, con la speranza di trovare delle risposte alla loro esigenze, ai loro bisogni ai loro sogni, per un futuro senza guerre, violenze, soprusi,  miseria, disperazione…e da quanti calpestano i sacrosanti diritti della persona umana. Una mamma islamica un giorno ci disse che la loro vocazione è di guardare al loro futuro attraverso gli occhi dei loro stessi figli! Un bellissimo pensiero che racchiude una visione di città che abbia  un progetto di vita sociale da  ristrutturare  come  comunità e relazioni che pongano al centro la persona in tutti i contesti della nostra realtà umana. Oggi più che mai dobbiamo “convincerci” che la diversità culturale e religiosa è destinata a giocare un ruolo essenziale nel contesto delle relazioni umane interreligiose e interculturali, che “permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della sua cultura, del credo religioso, del colore della pelle, …al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita”. (Fratelli Tutti nr.1). Ora è il momento di pensare a che tipo di società vogliamo per il nostro futuro.

Dobbiamo imparare ad ascoltare il grido degli ultimi, dei poveri,  dei più deboli e svantaggiati ….dei popoli.  Ciò è un dovere di giustizia, di civiltà, di solidarietà … e in particolare un dovere  profondamente religioso che interpella tutti. Pensiamo che la premessa da cui occorre partire per fondare la ricostruzione dei diritti dei più deboli, è un l’avvio di un processo culturale di cambiamento,  che abbia una forte rilevanza a carattere politico, sociale e religiosa che metta al centro la promozione della persona umana. Esso si incentra sulla realizzazione di una ricerca/intervento sui principali aspetti mediante un processo di confronto interculturale  e interreligioso, tra le comunità, le Istituzioni e le varie componenti sociali, per instaurare “meccanismi di scambio di conoscenze che favoriscano l’individuazione e l’identificazione di valori e obiettivi comuni”.