(di Serena Termini / Il Mediterraneo 24) Rani (studentessa di 17 anni), Leyla (madre di tre figli), Aisha (donna del nord Africa) e Malyn (sopravvissuta allo sfruttamento) sono donne che, grazie a chi si è presa cura di loro, sono riuscite ad uscire dal tunnel di abusi e sfruttamento riprendendo in mano la loro vita. A partire da loro, ieri sera, in occasione della XI Giornata Mondiale contro la tratta, si è svolta la veglia e marcia cittadina “Ambasciatori di Speranza. Insieme contro la tratta di persone” in memoria di Santa Giuseppina Bakhita, vittima della schiavitù.
“Purtroppo, dopo tanti anni di contrasto e di interventi a favore delle vittime – scrive il comitato organizzativo -, non si nota una diminuzione del fenomeno, bensì ci troviamo di fronte a un costante aumento e mutamento delle forme della tratta e delle modalità dello sfruttamento. C’è, quindi, un grande bisogno di intensificare gli interventi sia di prevenzione che di contrasto, nonché di rilanciare i programmi di reintegrazione sociale”. La marcia, organizzata dall’USMI (Unione delle Superiore Maggiori d’Italia) diocesana, partendo dalla chiesa Sacra Famiglia, ha proseguito per alcune strade vicine per poi concludersi a piazza Giulio Cesare, dentro la stazione centrale. All’evento ha partecipato l’arcivescovo Corrado Lorefice.
I partecipanti, in quattro momenti, si sono fermati per ricordare alcune donne che si sono ribellate a chi le aveva rese schiave. La prima testimonianza è stata quella della giovane studentessa Rani che ha avuto il coraggio di ribellarsi ad un matrimonio forzato per decidere lei stessa il suo futuro. A questa è seguita quella di Leyla, madre di tre figli, che, dopo parecchi abusi, è riuscita a scappare dalla rete criminale che la costringeva a vendere il proprio corpo. La terza storia è stata quella di Aisha, una donna del nord Africa che è scappata da chi l’aveva resa schiava facendole subire umiliazioni e maltrattamenti. Infine, il quarto momento è stato dedicato a Malyn che, sopravvissuta, dopo abusi fisici e torture, a una forma grave di sfruttamento lavorativo, oggi aiuta altre donne attraverso la difesa della giustizia.
“Ieri (l’altro, ndr), a Lampedusa, mi sono fermato al cimitero – ha detto l’arcivescovo Corrado Lorefice – e nella camera mortuaria dove c’erano i corpi degli ultimi naufraghi, senza nome. Anche loro, come gli altri, erano passati dai luoghi della tratta di esseri umani. Sotto i nostri occhi, uomini, donne e bambini continuano, purtroppo, ad essere catturati, imprigionati, abusati, violentati nel corpo, nella coscienza e nella mente. In questa stazione dei treni ricordiamoci, pure, quello che iniziò a fare fratello Biagio Conte, accogliendo i volti di chi non aveva voce. Da pellegrini anche noi dobbiamo impegnarci per ripartire e riconoscere il volto di Dio in ogni uomo e donna, favorendo la cultura dell’incontro e della cura dell’altro. Preghiamo per tutte le vittime della tratta del passato e del presente, vicine e lontane”.
Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta per sfruttamento sessuale, lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale, maternità surrogata e altre forme di sfruttamento. Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù; il 70 per cento sono donne e minori.
Il fenomeno della tratta in Italia e nel mondo
La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo. E riguarda il mondo intero. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale, maternità surrogata e altre forme di sfruttamento. Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù; il 70 per cento sono donne e minori. Spesso subiscono abusi e violenze inaudite. La Caritas e le congregazioni religiose femminili sono state tra le prime, in Italia, a leggere il fenomeno e a offrire soluzioni alternative ai nuovi schiavi, specialmente alle donne vittime di sfruttamento sessuale. Solo nelle case famiglia gestite dalle religiose in tutta Italia sono state accolte e offerte opportunità di libertà, dignità e legalità a oltre 6.000 donne in gran parte straniere. Purtroppo, dopo tanti anni di contrasto e di interventi a favore delle vittime, non si nota una diminuzione del fenomeno, bensì ci troviamo di fronte a un costante aumento e mutamento delle forme della tratta e delle modalità dello sfruttamento. C’è quindi un grande bisogno di intensificare gli interventi sia di prevenzione e sia di contrasto, nonché rilanciare i programmi di reintegrazione sociale e i rimpatri assistiti di coloro che desiderano ritornare a casa in dignità.
«La tratta delle persone è un crimine contro l’umanità. Dobbiamo unire le forze per liberare le vittime e per fermare questo crimine sempre più aggressivo, che minaccia, oltre alle singole persone, i valori fondanti della società e anche la sicurezza e la giustizia internazionali, oltre che l’economia, il tessuto familiare e lo stesso vivere sociale».
Papa Francesco
Preghiera a Santa Giuseppina Bakhita
Padre Onnipotente Ti ringraziamo per l’esempio di Santa Giuseppina Bakhita.
Santa Giuseppina Bakhita, ti hanno ridotto in schiavitù da bambina;
ti hanno venduta e comprata;
ti hanno trattato con brutalità.
Intercedi, ti imploriamo,
per tutti quelli che sono prigionieri della tratta
e della schiavitù, affinché gli aguzzini
restituiscano loro la libertà
e questo male sia cancellato dalla faccia della terra.
Santa Giuseppina Bakhita,
quando ti è stata ridata la libertà,
non hai permesso alle tribolazioni patite di definire la tua vita.
Hai scelto, invece, la via della bontà e della generosità.
Aiuta quanti sono accecati dall’avidità e dalla lussuria
e calpestano i diritti umani e la dignità dei loro fratelli e sorelle.
Aiutali a spezzare le catene dell’odio,
a ritrovare la propria umanità, e a imitare la tua bontà e generosità.
Carissima Santa Giuseppina Bakhita,
la tua libertà ti ha condotto a Cristo e alla Chiesa.
Dio ti ha poi chiamata alla vita religiosa come religiosa canossiana.
Sei stata un esempio di carità,
misericordia e gioiosa mitezza nella tua vocazione.
Aiutaci ad imitare il tuo esempio,
specialmente quando siamo tentati di ignorare gli altri,
di non andare in loro aiuto,
di respingerli o addirittura di maltrattarli e sfruttarli.
Intercedi per noi affinché la presenza gioiosa di Cristo
riempia i nostri cuori come riempì il tuo.
O Dio d’amore, fa’ risplendere su questo mondo afflitto
la luce della Tua misericordia,
fa’ che irrompa dove le tenebre sono più fitte.
Porta la salvezza agli innocenti che patiscono violazioni e abusi.
Converti i malvagi che li opprimono e li tengono prigionieri.
Dona a tutti noi la forza di crescere nella vera libertà
dell’amore per Te, per il prossimo e per la nostra casa comune. Amen