Nel XXXII Anniversario dell’esecrabile strage mafiosa di Capaci, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno a coltivare la memoria dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, degli agenti della Polizia di Stato Antonino Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, e di tutti i martiri della giustizia e della fede, donne e uomini delle istituzioni, servitori dello Stato, preti e professionisti, semplici cittadini. La loro testimonianza ci chiede di essere loro “soci” nel credere che l’amore è più forte della morte, che solo l’amore costruisce la casa comune nella giustizia e nella solidarietà. Il dono della loro vita e l’annuncio di salvezza del Vangelo di Cristo ce lo confermano
La memoria delle vittime della struttura di peccato che è la mafia si alimenta anche attraverso una sensibilizzazione affidata alla forza dei segni e dei simboli, come l’olio frutto dell’uliveto impiantato nel luogo dell’esplosione a Capaci che arricchisce il Crisma consacrato il Giovedì Santo nelle nostre Chiese locali, o come l’omaggio che viene reso nella chiesa di San Domenico alla sepoltura del giudice Giovanni Falcone affidata alla solerte cura dei Padri Domenicani.
Impegniamoci quindi, sulla traccia di questi martiri, ad essere protagonisti attivi, ciascuno per la sua parte, di un cambiamento culturale per costruire una città sempre più accogliente e solidale, definitivamente libera da qualsivoglia soggezione e legame con la malapianta della mafia, capace di coltivare semi di giustizia, di legalità e di pace.