Lo scorso 21 gennaio, presso il santuario mariano dell’Immacolata Concezione, Madre e Regina delle Anime Sante e di Bagheria, durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Rev. Parroco Don Giovanni Basile e concelebrata dal Rev. Don Innocenzo Giammarresi, si è reso grazie a Dio e alla Madonna per un evento miracoloso avvenuto all’ interno della chiesa, durante la risalita del venerato simulacro dell’Immacolata, nella nicchia centrale sull’ altare maggiore.
“Come si possono dimenticare, – dice Antonio Lo Piparo, uno dei portatori che ha avuto la peggio – quei momenti di paura e sconvolgimento che abbiamo avuto, anche per coloro che erano presenti quella sera dell’undici di dicembre, nel momento di vederci precipitare sopra il carrello, quando sia io che Francesco Guida, stavamo facendo la consueta prova e di manovra che servivano per preparare la risalita del venerato simulacro della Madonna. Per quella caduta da un’altezza di circa quattro metri, i presenti, compreso Lei, padre Giovanni, avevano pensato un epilogo nefasto, per un errore umano, il carrello chiudendosi su sé stesso, compresa la base, passò vicino di striscio, sbilanciando la nostra posizione, ed io caddi all’indietro sulla barra di ferro della base del ponteggio”.
Da lì in poi, le tante persone presenti sono accorse in loro aiuto con grida di disperazione e lacrime non intuendo ancora cosa fosse successo e soprattutto quali erano le condizioni di salute di entrambi. Francesco si rialzò subito, ma dolorante ad una caviglia, per cui dopo ha avuto bisogno l’ausilio di un tutore, al contrario di Antonio che rimase a terra per un po’ in attesa dei soccorritori con l’ambulanza, prontamente chiamata da qualcuno, per cui fu portato immediatamente in ospedale.
In ospedale, dove fu ricoverato, – dice Antonio – ero sostenuto, innanzitutto, della preghiera del parroco e di tutta la comunità che incessantemente chiedevano notizie sulle condizioni di entrambi.
Dopo qualche giorno, entrambi sono tornati al santuario a ringraziare la Madonna, usciti da questa situazione illesi e senza aver avuto danni di nessun tipo sul nostro corpo.
Dopo qualche settimana, con lo stesso carrello, è stato rimesso nella sua nicchia il venerato simulacro al suo posto.
Molti, – ripete Antonio Lo Piparo, – e così anche noi, non ci sappiamo spiegare, ad oggi, come mai siamo usciti illesi, perché due erano le condizioni per come si era svolta la drammaticità del momento: la morte o si rimaneva paralitici! Ma Dio e la Madonna non l’hanno permesso, e per questo motivo siamo qui, come atto dovuto, davanti a tutti per l’avvenuto miracolo.
Questa comunità mariana, nel corso dei secoli, è stata testimone di tanti miracoli che hanno attraversato la vita di molti fedeli. Infatti tutti coloro che sono guariti o rimasti illesi dopo un incidente o situazioni avverse, vi abbiano riconosciuto un’azione miracolosa.
Ma, soprattutto, è molto probabile che non tutti coloro che oggi sono definibili miracolati abbiano ritenuto di dover far conoscere tale evento al resto della comunità, e non hanno quindi ritenuto necessario attestarlo con la creazione e l’offerta di un ex-voto, essi avranno sicuramente espresso la propria riconoscenza con altre forme devozionali, come donazione di oro e argenti, ne è testimone la corona e lo stellario d’ oro offerto da tutta la città, così l’elemosina, le preghiere o l’accensione di ceri.
Comunque sia, i due portatori, hanno deciso di fare diversamente.
Pensiamo, – dice Antonio, – che questo nostro miracolo sia stato più emblematico, perché nella pericolosità scampata è scaturita la Grazia riversata in due portatori, che oltretutto, oltre a servire questa comunità, sono devoti della Madonna e per questo motivo abbiamo deciso, di incaricare il maestro Giancarlo Capitummino, per la realizzazione di un quadretto, un “ex-voto”, che nel dipinto ha cercato di rappresentare la scena nel momento dell’incidente, dietro istruzione di Giuseppe Firenze, essendo che le immagini impresse degli ex-voto sono veicolo efficace di espressione e di ringraziamento.
Infine il parroco ha concluso dicendo che: “Oggi, abbiamo avuto la grazia di un primo ex voto da quando questa comunità è stata elevata a santuario, che rappresenta questo miracolo, segno della caduta e della salvezza di questi due soggetti. Semplicemente gli «ex voto» sono un pegno di fiducia nell’intercessione che viene dall’ alto che si è invocato e testimoniano il beneficio ricevuto, il quale viene dimostrato pubblicamente come segno visibile della presenza, sia dell’offerente beneficato sia del protettore intercedente. Dunque l’ex voto è de facto un «documento» di momenti delicati o critici dell’esistenza umana: un pericolo scampato, una guarigione conseguita, una calamità naturale evitata e una prova superata.
(contributo di Giuseppe Firenze)