Giovedì 7 dicembre un gruppo di cattolici giapponesi si è recato a Palermo, in pellegrinaggio nei luoghi che videro i primi vent’anni di vita di don Giovanni Battista Sidoti (Palermo, 22 agosto 1667-Edo/Tokyo, 27 novembre 1714), morto per avere battezzato i due servi che le Autorità giapponesi gli avevano posto accanto, negli anni della sua prigionia.
L’occasione del pellegrinaggio è stata la celebrazione del 400° anniversario del grande martirio di Edo, durante il quale venne ucciso (4 dicembre 1623) il beato Girolamo De Angelis, gesuita ennese.
Visitati, nei giorni precedenti, i luoghi dell’Isola (S. Stefano Quisquina, Mazara del Vallo, Chiusa Sclafani, Enna) che hanno dato i natali a missionari morti in Giappone (san Giordano Ansalone, op; p. Matteo Adami, sj; p. Giuseppe Chiara, sj; beato Girolamo De Angelis, sj), i pellegrini si sono recati a Palermo per visitare i luoghi legati a Sidoti: il Seminarium Clericorum (odierna Facoltà Teologica di Sicilia), che lo vide convittore; il Collegio Massimo dei Gesuiti (odierna Biblioteca Centrale della Regione Siciliana) – dove, il 30 novembre 2019, l’Amministrazione Comunale ha apposto una lapide bilingue – che lo vide laurearsi in Sacra Teologia; la Cattedrale, che lo vide vivandiere.
Nella Cappella del Santissimo Sacramento l’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, ha presieduto l’Eucaristia, animata da alcuni alunni del Seminario Arcivescovile e concelebrata da p. Renzo De Luca, gesuita argentino (fino a pochi mesi fa Provinciale dei Gesuiti del Giappone ed ora Direttore del Museo dei 26 Martiri di Nagasaki) e da don Mario Torcivia, Postulatore della Causa di Beatificazione ovvero di Dichiarazione di martirio dei Servi di Dio don Giovanni Battista Sidoti, Chōsuke e Haru, iniziata nel marzo 2019 e attualmente in fase romana.
“Trascorsi quattro anni e mezzo dall’inizio della Causa di Beatificazione dei Servi di Dio don Sidoti, Chôsuke e Haru – ha detto don Mario Torcivia nel suo messaggio di ringraziamento – si realizza il tanto nutrito anelito di accogliere nella nostra Chiesa palermitana dei pellegrini, desiderosi di pregare il Signore nei luoghi che hanno conosciuto Sidoti fino ai suoi vent’anni di età. E, certamente, il luogo più significativo è questa Cattedrale, che lo ha visto numerose volte lodare il Signore. In questo momento permettetemi di rivolgere un pensiero a chi sarebbe stato sicuramente tra di noi, felicissimo di questo pellegrinaggio, ma che certamente gioisce in Cielo. Mi riferisco a fra Mario Canducci, ofm, da me nominato vicepostulatore della Causa di beatificazione dei nostri tre Servi di Dio, che tanta parte ha giocato perché fosse iniziata la suddetta Causa. Desidero ringraziare il nostro Arcivescovo per avere sempre creduto ed essersi adoperato per la Causa. Un grazie anche a p. Renzo De Luca e alla Compagnia di Gesù presente in Giappone — come non ricordare il caro p. Toshiaki Koso — per l’accoglienza ricevuta nella Sophia University, in occasione del Simposio su Sidoti, tenutosi a Tokyo nel luglio 2019. Un ringraziamento pubblico anche al Sig. Yoshito Kawashima per la generosità dimostrata nei riguardi della Causa. Grazie anche alla Sig.ra Etsuko Chiba per avere organizzato questo pellegrinaggio e alla Sig.na Namika Ebisu, fedele e preziosa collaboratrice nella Causa”.
Don Mario Torcivia, in ricordo di questo incontro, ha donato a tutti i pellegrini il suo ultimo libro, nel quale ha trascritto un manoscritto degli anni 1730-1750 redatto dal canonico Angelita, un compagno di viaggio di Sidoti da Civitavecchia (1702) a Manila (1704). Nelle pagine del libro sono esposti numerosi fatti riguardanti Sidoti, che attestano la sua profonda fede e la sua straordinaria carità verso Dio e il prossimo.