Ad un anno dall’inaugurazione del nuovo integrale riallestimento di tutte le 27 sale (10 luglio 2021), curato dal prof. Pierfrancesco Palazzotto, il museo non si è fermato.
Nell’ottica del continuo miglioramento e perfezionamento, promosso dal direttore mons. Filippo Sarullo, il museo ha messo in opera alcune integrazioni su indicazioni del curatore scientifico prof. Palazzotto.
Nella Sala Spadaro (Sala 15) ad introdurre le maioliche dono del magistrato palermitano è stata posta una grande tela dei primi decenni del Seicento conservata finora nei depositi, proveniente dalla chiesa di S. Giacomo dei Militari, con i Santi Cosma e Damiano, in quanto patroni degli speziali, i cui vasi da farmacia erano appunto in maiolica.
Nella Sala dell’Odigitria (Sala 2) sono state esposte la serie di piccole mattonelle maiolicate cinquecentesche con i confrati incappucciati di Sciacca che fanno da contraltare ai confrati egualmente abbigliati e dipinti nella adiacente tavola di Antonio Veneziano (1388).
La Sala di S. Rosalia è stata riordinata raggruppando alcune opere e inserendovi i ritratti dell’Arcivescovo mons. Serafino Filangieri (1762-1776) e del suo successore mons. Francesco Ferdinando Sanseverino (1776-1793).
Quest’ultimo dipinto è esposto per la prima volta dopo il restauro finanziato con i fondi dell’8 per mille della Conferenza Episcopale Italiana ed operato presso il laboratorio di restauro del museo diretto dal dott. Mauro Sebastianelli.
I due presuli sono legati ai restauri settecenteschi della Cattedrale di Palermo, che è uno dei temi della sala.
Anche la Saletta Rossa dei Santi Anacoreti (Sala 21) è stata riorganizzata con lo spostamento dei dipinti, mantenendo il medesimo tema arricchito con il S. Antonio Abate (1600) di Gaspare Bazano, detto lo Zoppo di Gangi, che ora dialogherà con altre pitture della stessa mano e del medesimo ambito.
La Sala Gialla dell’Assunta (Sala 27) accoglie una recentissima donazione che si presenta per la prima volta: una pittura inedita di Giuseppe Mancinelli (1813-1875) con una Madonna orante, dipinta nel 1872.
L’opera rimarrà esposta nella sala dedicata alla Vergine quale dono delle suore appartenenti alla congregazione delle Figlie del Cuore di Maria.
Il prezioso ed elegante dipinto si deve alla mano del Mancinelli, suocero dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, autore del Teatro Politeama Garibaldi di Palermo.
Come riporta Palazzotto, il dipinto era stato commissionato al noto maestro napoletano (che dipinse il Sipario del Teatro San Carlo), da due figlie del “Gattopardo”, il principe Giulio Fabrizio Maria Tomasi di Lampedusa (bisnonno di Giuseppe, autore del fortunato romanzo), secondo quanto narrato nelle memorie orali di Giulietta Damiani, figlia dell’architetto e nipote del pittore, raccolte e trascritte da suo nipote ingegner Mario Damiani. Il dipinto fu poi donato alle Figlie del Cuore di Maria da un’erede delle sorelle Tomasi.
Mons. Sarullo desidera ringraziare sentitamente le Figlie del Cuore di Maria per la generosa disponibilità, che arricchisce il Museo Diocesano di Palermo con un dipinto di straordinario pregio, sia per qualità esecutiva che per la rinomanza dell’autore, riuscendo a rappresentare pienamente il dolce e profondo raccoglimento della Vergine in preghiera al fine di intercedere per i nostri peccati.
Il prof. Palazzotto nota come la donazione e l’esposizione del Museo Diocesano della pittura sia una grande occasione di recupero della memoria per i palermitani: «Quella che possiamo definire “La Madonna del Gattopardo” incrementa le collezioni museali e allarga l’offerta di opere d’arte del museo legate alla Sicilia, alla sua storia e alla cultura territoriale a tutto tondo. Per altro il dipinto è “annunciato” nella sala precedente dal ritratto di San Giuseppe Maria Tomasi (1717) che indica proprio una pittura devozionale con la Vergine».
Il Direttore ha, inoltre, provveduto allo spostamento in Cattedrale del modello della Tribuna di Antonello Gagini, realizzato dal prof. Salvatore Rizzuti con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti, in maniera che il plastico possa dialogare con le opere e l’architettura del sacro sito.
Al suo posto nella Sala del Cinquecento (Sala 8) sarà presto allestita un’altra opera finora mai esposta.
Egualmente un’altra importante opera custodita nei depositi museali sarà presto collocata nella Sala della Visitazione (Sala 17) dove sono state già risistemati i dipinti presenti così da accoglierla adeguatamente.
Info Museo Diocesano di Palermo:
via Matteo Bonello, 2 (Palazzo Arcivescovile di Palermo), accanto alla Cattedrale
0916077303, 0916077215 – museo@diocesipa.it
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