“La nostra Terra: un dono estremamente fragile da custodire e da tramandare, ce lo ricorda ogni giorno anche Papa Francesco”

L’astronauta dell'ESA Luca Parmitano ai microfoni di Radio Spazio Noi-InBlu: “L’osservazione della Terra dallo spazio ci restituisce infinita bellezza e impegno per preservare la nostra casa comune”. Dalla LUMSA la Laurea magistrale honoris causa in Economia e Management. L’incontro con l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice

Comandante Parmitano, com’è la Terra vista dallo spazio? E’ impossibile da descrivere in poche parole, non perché io non abbia la volontà o il desiderio di farlo ma semplicemente perché la dimensione umana non ha preparato linguaggi terrestri alla descrizione di qualche cosa che terrestre non è; servirebbero nuove parole, nuovi linguaggi, nuovi modi di esprimersi. Servirebbe magari un artista puro che sia in grado di inventare questi nuovi linguaggi per descrivere qualche cosa che non appartiene al linguaggio di ogni giorno perché è facile perdersi nell’elucubrazione della bellezza, nella inarrivabilità dei colori e della vitalità del nostro pianeta visto dallo spazio, è un tentativo goffo nel quale io spesso mi sono perso quando ho cercato di individuare le categorie per descrivere ciò che ho osservato.

La Terra osservata dallo spazio non le fa un po’ di tenerezza, non le sembra quasi una bomboniera delicatissima e da custodire? E’ un gioiello immerso in un velluto nero: non sono parole mie ma di altri astronauti che hanno avvertito lo stesso sentimento di affetto e di tenerezza per qualche cosa che è un gioiello estremamente fragile, lei ha usato il termine bomboniera che mi piace proprio perché esprime la fragilità di questo gioiello che è la Terra che non è una pietra dura ma un sistema estremamente delicato e in equilibrio instabile. Questo “overview effect” (effetto della veduta d’insieme) ci consente di osservare da lontano il nostro pianeta distaccandoci dalle prospettive e dalle angolazioni di ogni giorno. Non è necessario andare sulla Luna per osservare la Terra, anche da 400 chilometri possiamo renderci conto di quanto sia bello e fragile il nostro pianeta in cui noi siamo passeggeri, in tutti i sensi, con la responsabilità di preservarlo per il futuro.

Osservare la Terra dallo spazio significa quindi osservarne le tante fragilità, spesso frutto degli errori di chi la abita: dagli squilibri climatici all’impiego esasperato di risorse naturali che non sono infinite fino alla regolamentazione dei confini geografici e sociali (ed è la storia cui stiamo assistendo). Insomma se si potesse gridare dallo spazio potremmo lanciare un monito: soltanto questa Terra abbiamo, non abbiamo una Terra di riserva. Guardi, non esiste un piano B, non c’è un altro pianeta sul quale possiamo andare, non esiste o se esiste non siamo in grado di raggiungerlo; l’idea dei nostri programmi spaziali non è quella di cercare un’altra casa ma è quello di comprendere come e in che modo possiamo avvicinare le risorse pressoché infinite presenti nell’universo al nostro pianeta dove le risorse sono, invece, limitate e in grave rischio a causa della posizione dell’uomo nell’ecosistema terrestre. L’uomo utilizza e trasforma da sempre le risorse del pianeta, dobbiamo trovare il modo di attingere alle risorse dell’universo per continuare a vivere sulla Terra.

Ci sono due Encicliche di Papa Francesco, la Laudato si’ e la Fratelli tutti che esprimono, in estrema sintesi, quanto lei afferma: le risorse del nostro pianeta non sono eterne e questa condizione, insieme alla necessità di vivere guardando e accogliendo differenze, ci ricorda che “siamo tutti sulla stessa barca”. San Francesco d’assisi, di cui questo Papa, con infinita saggezza, riprende messaggi e principi, è stato forse il primo ecologo della storia dell’umanità, il primo a rendersi conto del contatto strettissimo tra la sopravvivenza dell’uomo e la sopravvivenza delle specie che ci circondano; San Francesco aveva compreso la natura strettamente interconnessa della vita che passa dall’uomo alle piante fino a tutti gli altri esseri viventi. Papa Francesco dimostra di possedere una straordinaria attenzione verso il tempo attuale.

Cosa è il Manifesto degli astronauti europei? Il Manifesto è un appello, è una sfida ed è un gesto di grande ottimismo; l’ottimismo è proprio nei momenti più bui che ci dimostra che si possono superare i momenti critici: l’Europa da due anni attraversa un tunnel [quello della pandemia, Parmitano non fa un riferimento esplicito alla guerra in Ucraina ma il suo sguardo è carico di preoccupazione, ndr] la cui via d’uscita sembra essere sempre più lontana, certamente raggiungibile ma sfuggente. Questo manifesto vuole quindi essere un segno di speranza per raggiungere un futuro che esiste, che è realizzabile, che è alla nostra portata. Questo futuro, ci tengo a dirlo no è il mio: con i colleghi della Stazione spaziale e con i colleghi astronauti ho scritto questo Manifesto non per me, non per la mia generazione, non per gli astronauti di oggi ma per quelli del futuro; quando realizzeremo i progetti che ho illustrato anche qui a Palermo, non ci sarò io a bordo di quelle astronavi, non ci saranno i miei colleghi, ci saranno quelli del futuro. E’ per loro che abbiamo scritto questo Manifesto.

           

L’astronauta come un uomo di pace capace di portare nello spazio tecnologia e sapere: questa la sintesi del messaggio che Luca Parmitano ha voluto lanciare nel corso della lectio magistralis “Space economy e l’Italia” tenuta in occasione del conferimento della Laurea magistrale honoris causa in Economia e Management conferitagli dall’Università LUMSA. L’astronauta siciliano ha anche letto per la prima volta in italiano il “Manifesto degli astronauti europei” presentato a Tolosa, scritto anche da lui, e tradotto proprio per l’occasione.

La cerimonia solenne è stata aperta dal prof. Francesco Bonini, Rettore dell’Università LUMSA che ha letto la lettera di saluto del Cardinale Giovanni Lajolo, presidente del CdA dell’Ateneo. La Laudatio è stata curata dal prof. Giovanni Battista Dagnino, presidente del Corso di Laurea magistrale di Economia e Management.

La decisione dell’Università LUMSA di tributare gli onori accademici a Luca Parmitano è stata presa accogliendo la proposta del Dipartimento di Giurisprudenza di Palermo che lo ha ritenuto degno del riconoscimento accademico “per aver votato la sua vita interamente a svolgere attività fondamentali alla frontiera dell’innovazione, dell’esplorazione e della tecnologia a livello globale giungendo ad  abbracciare l’economia e il management delle attività aerospaziali nella gestione di persone, processi e strutture in progetti a elevata creatività in situazioni ad altissimo rischio”.

Per il Prof. Francesco Bonini, Rettore dell’Università LUMSA, Le Università sono localizzate ma hanno un respiro e uno sguardo senza confini. Il nostro campus di Palermo sta crescendo in armonia con la città e con la regione, in costante dialogo con le istituzioni, ben piantato al centro del Mediterraneo che è una espressione geografica, come avrebbe potuto dire il cancelliere Metternich, ma anche una realtà culturale, sociale, spirituale ed economica”. Il Rettore, leggendo l’indirizzo di saluto offerto dal Car. Giovanni Lajolo, ha ulteriormente sottolineato che la biografia di Luca Parmitano, che ha dedicato la sua vita a svolgere attività fondamentali alla frontiera dell’esplorazione, rappresenta una testimonianza di alto senso del dovere e tensione morale. La sua impresa, diretta ai progressi della scienza mediante la partecipazione a programmi aerospaziali internazionali, esprime, nel momento attuale ove sembra imporsi la logica perversa delle armi, un messaggio di pacifico a fondamento della fraternità umana

Secondo il Prof. Giovanni Battista Dagnino, presidente del corso di laurea in economia, L’attività professionale di Luca Parmitano, evidenzia non pochi punti in comune con i contenuti degli insegnamenti impartiti nel corso di laurea magistrale in Economia e Management dell’Università LUMSA. Infatti, lo studio e la pratica del management riguardano, per definizione, la buona gestione di persone, processi e strutture. Nel suo caso, peraltro, tale gestione avviene di norma nell’ambito di progetti innovativi e in situazioni ad alto rischio

Dalla lectio magistralis del Dott. Luca Parmitano (“Space economy e l’Italia”):

“Una visione strategica, italiana ed europea, del volo spaziale umano diventa la condizione sine qua non per assicurarsi una posizione di leadership in questo futuro scacchiere, europeo e internazionale. Stati Uniti, Russia, Cina, insieme ad altri Paesi, hanno identificato chiari obiettivi politici e tecnologici per lo spazio, e messo già in atto i piani corrispondenti e le risorse necessarie. L’Europa ha ora il dovere di assumere il suo ruolo”.  “Il costo dell’inazione sarebbe, non oso qui dire sarà, estremamente più elevato. Lo abbiamo già pagato nell’industria dell’Information Technology e nella produzione energetica, dove oggi, in Italia e in Europa, dipendiamo da attori esterni”

 

Dal Manifesto degli astronauti europei:

“I programmi spaziali come la stazione Spaziale Internazionale hanno fornito un’esperienza unica, capacità di superare voragini ideologiche e geografiche. Negli ultimi tempi, inaspriti dalla politica disordini, lotte economiche e una pandemia tuttora in corso, i programmi spaziali hanno ricevuto sostegno in tutto il mondo grazie al loro scopo pacifico e all’apprezzamento universale dei valori che forniscono: la protezione della Terra, il prosieguo della scienza e lo sviluppo della tecnologia, in parole povere, il progresso. La cooperazione internazionale necessaria a raggiungere questi obiettivi globali è un incentivo costante a migliorare le relazioni, la stabilità, la crescita economica, approcci innovativi e miglioramenti infrastrutturali”.

 

 

 

NOTE BIOGRAFICHE

Luca Parmitano, nato a Paternò (Catania) 45 anni fa, ha compiuto studi universitari in Scienze politiche (Università di Napoli Federico II) e in addestramento al volo (Accademia Aeronautica I di Pozzuoli). Dal 2009 l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lo ha selezionato come astronauta. Nel 2013 la sua prima missione nello spazio Volare dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove ha trascorso 166 giorni conducendo esperimenti in assenza di gravità e manovre tecniche extraveicolari. Nel 2019 Parmitano è partito per una seconda missione (Beyond dell’ESA – 20 luglio 2019 – 6 febbraio 2020) sull’ISS che lo ha impegnato per 201 giorni e che gli ha permesso di assumere il comando dell’ISS nel corso della Expedition 61. Al di fuori dell’ISS Parmitano ha effettuato ‘passeggiate spaziali’ per un totale di ben 33 ore e 9 minuti. Parmitano è presente anche sui principali social media come astro_luca ed ha diffuso molti post con le splendide immagini delle sue esperienze nello spazio.

Un momento speciale Parmitano lo ha vissuto l’11 dicembre 2019, quando in collegamento diretto dallo spazio ha potuto inviare un importante messaggio ai leader mondiali riuniti a Madrid per la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico COP25 e parlare con i Premi Nobel di esopianeti e di chimica delle batterie.

Parmitano, dal 2013 Commendatore al Merito della Repubblica Italiana, è uno dei 7 astronauti di nazionalità italiani insieme a Samantha Cristoforetti, Paolo Nespoli, Roberto Vittori, Umberto Guidoni, Maurizio Cheli e Franco Malerba. Dal 2017 un asteroide della Fascia principale porta il suo nome: il 37627 Lucaparmitano.

photo: Università LUMSA / Askanews / ESA / Ufficio Stampa Arcidiocesi di Palermo / EmmeReports

in allegato: Lectio Magistralis Dott. Luca Parmitano

YouTube Università LUMSA: https://www.youtube.com/watch?v=Hr9W4O_Sozk