“Il perdono che guarisce. Ricominciare ogni giorno con la Riconciliazione”: dal prossimo 20 marzo in libreria il nuovo libro di Don Leoluca Pasqua

“La misericordia di Dio non è ancora finita, va in cerca di cuori da guarire e di vite da risuscitare. Lasciati trovare da essa, lasciati riconciliare, una luce di speranza si accenderà e un orizzonte di pace e di fraternità traccerà il tuo cammino”

In libreria dal prossimo 20 marzo “Il perdono che guarisce. Ricominciare ogni giorno con la Riconciliazione”, il nuovo libro di don Leoluca Pasqua (Ed. Il Pozzo di Giacobbe).

Il libro vuole aiutare a riscoprire la bellezza e la necessità del sacramento del perdono come esperienza qualificante del proprio cammino di fede. A tale scopo offre alcune chiavi di lettura per riflettere, verificare e purificare la mente dalle molteplici idee distorte che, per abitudine e per mancanza di un adeguata formazione, hanno inquinato e trasformato il suo significato. Un percorso di guarigione per comprendere come la misericordia di Dio non è finita e che, lì dove arriva, ha il potere di trasformare la vita di una persona, aiutandola a ritrovare la giusta collocazione nei confronti di Dio, dei fratelli e del mondo, perché viene guarita dalla superbia e dai sentimenti di onnipotenza. Il testo si sofferma anche sulle parti che compongono il rito, per cogliere maggiormente la sua ricchezza teologica e spirituale. Mentre a conclusione viene proposta una breve antologia di brani scelti e uno schema per l’esame di coscienza, per nutrire la meditazione e la preghiera personale e il desiderio di sperimentare sempre più l’abbraccio misericordioso di Dio Padre.

Dall’introduzione: “Devo tanto alla misericordia di Dio, devo la mia conversione, la mia vocazione, devo la capacità di ricominciare ogni giorno il mio cammino di fede, nella certezza di essere amato e sostenuto dalla grazia di Dio. Non so quante volte mi sono accostato al sacramento della riconciliazione, difficile tenere il conto, ma tra tutte le confessioni ne ricordo soprattutto due che hanno segnato indelebilmente il mio cammino spirituale e le mie scelte di vita. Tengo vivo il ricordo di una confessione vissuta quando ero molto giovane dove, grazie alla sapienza del confessore, sono stato provocato ad aprire totalmente il cuore facendo, per la prima volta, una confessione generale dei peccati commessi, sperimentando così l’immenso amore del Padre e nello stesso tempo la bellezza del sacramento. L’altra confessione risale al periodo del mio iniziale discernimento vocazionale, durante un pellegrinaggio a Roma, quando i consigli e l’incoraggiamento del confessore, hanno giocato un ruolo decisivo nell’intraprendere un cammino di discernimento vocazionale, che successivamente mi avrebbe portato ad accogliere il progetto di Dio nella scelta del sacerdozio ministeriale. Tale sacramento nel corso degli anni si è sempre più caratterizzato come un momento privilegiato nel mio percorso di fede, una sorta di palestra di vita, di virtù umane e spirituali. E nello svolgimento del ministero presbiterale, esso continua ad essere una delle esperienze spirituali più esaltanti, dove lo spirito sacerdotale viene rinnovato e rimotivato da questa corrente di grazia che è la misericordia di Dio. La vocazione ad essere strumento di tale misericordia è un mistero insondabile che riempie di gioia e di riconoscenza, e nello stesso tempo ti mette davanti alla grave responsabilità di esercitare tale ministero con fedeltà, sapienza e prudenza sapendo di essere amministratore di un tesoro di grazia straordinario”.