Ciao Francesco. Ti dedico un saluto confidenziale e informale come ci hai abituati sin dalla tua prima apparizione dopo l’elezione a Papa, quando ti sei affacciato esordendo con un semplice e comunicativo “Fratelli e sorelle, buona sera!”, sorprendendo tutti per un linguaggio feriale e amichevole che non pensavamo di ascoltare da un Papa. Come a voler offrire un velato anticipo di quello che sarebbe stato il tuo modo innovativo di guidare la Chiesa avvicinandola sempre più alla gente. Sei stato il Papa della comunicazione diretta, inequivocabile ed efficace, i cui termini ricorrenti sono stati “tenerezza” “misericordia” “solidarietà” “attenzione” “accoglienza”… Hai sostituito talvolta polverosi volumi di alta teologia con consumate pagine di vita vissuta, personale, dimensionando il Vangelo a misura di uomo per raggiungere capillarmente chiunque desiderasse coglierne il messaggio. Sei stato compagno di viaggio e sostegno durante la pandemia per ricordarci che eravamo tutti nella stessa barca in tempesta e che nessuno si poteva salvare da solo. Hai trasmesso il messaggio che Dio è in ogni cosa che riguarda l’uomo: dal creato alla cultura, dalla musica al teatro. Da quando sei mancato in tanti ci sentiamo un po’ orfani. E in TV o sulla carta stampata in molti hanno dedicato parole di elogio al nostro Papà e Papa Francesco… Spesso, troppo spesso, ipocritamente. Mi piace pensarti ridere divertito e ironico quando a elogiarti è stato il politico o l’uomo di potere con il quale avete manifestato idee palesemente opposte su argomenti particolarmente scottanti. E commosso per il sincero cordoglio espresso da chi, al contrario, con te ha condiviso battaglie sociali sui poveri, i migranti, i giovani, la famiglia. E poi il tuo profondo dolore per le zone del globo interessate da conflitti. Spero che tu possa vedere presto una soluzione anche da lassù. Sei partito da questa terra (che hai sempre invitato tutti a custodire), lasciando calzari troppo grandi per chi dovrà sostituirti, e confidiamo in un successore che prosegua nell’ attenzione ai tuoi “ultimi”, anche se la tua statura spirituale e la tua capacità comunicativa ancora ci sembrano inarrivabili. Spero che ti giungano tante preghiere da chi ti ha voluto bene, come non mancavi di domandare a ogni conclusione della recita dell’Angelus domenicale. Buon viaggio, Francesco. E custodiscici da lassù..
“Il mio saluto a Francesco”
Il nostro Arcivescovo Corrado condivide con tutti noi questa lettera scritta da A.Z. e indirizzata a Papa Francesco. La pubblichiamo il 26 aprile, giorno dei funerali e dell’arrivo delle spoglie del Papa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, accolte da coloro che spesso sono invisibili e che questo Papa ci ha insegnato a vedere
