“Camminiamo insieme”: al Teatro Don Orione l’Assemblea Pastorale diocesana

Card. Mario Grech “La verità sta anche nel seno del popolo di Dio e ascoltarlo, significa ascoltare lo Spirito”

(di Pino Grasso ) “La finalità del Sinodo non è amministrativa e neppure giuridica, e la Chiesa si mette in questo processo sinodale per scoprire e cercare la volontà del Signore per trovare la verità che possiamo trovare nella persona di Gesù Cristo nella Parola rivelata, nel Magistero della Chiesa a la verità sta anche nel seno del popolo di Dio”. Ad affermarlo il card. Mario Card. Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi in occasione dell’Assemblea Pastorale Diocesana svoltasi al Teatro “Don Luigi Orione”, sul tema: “Camminiamo Insieme”, per l’avvio del cammino sinodale della Chiesa di Palermo.

“Il “Sensus fidei” e il “Sensus fidelium” il popolo di Dio partecipa alla funzione profetica del Signore come ci indica il Concilio Vaticano II. – ha proseguito il card. Grech – è dallo Spirito che dipende il consenso anzi l’armonia, il credere e il camminare insieme. Occorre porsi in ascolto del popolo di Dio che è ciò che lo Spirito vuole comunicare alla Chiesa. E’ dallo Spirito che dipende il consenso e il camminare insieme. Il pontificato di Papa Francesco sta contribuendo al “Sensus fidelium” che si riallaccia al Concilio Vaticano nel contesto di una rinnovata Ecclesiologia centrata nella categoria di Popolo di Dio che comprende tutti dai vescovi all’ultimo fedele laico, come affermato dalla Costituzione conciliare Lumen Gentium in virtù del sacerdozio di tutti battezzati resi partecipi del “tria munera” sacerdotale, profetica e regale. La verità non è appannaggio esclusivo di quanti appartengono alla gerarchia ecclesiastica, ma di tutti i cristiani in virtù del Battesimo e della Confermazione che ricevono lo Spirito di Dio”.

In apertura dei lavori, l’arcivescovo, mons. Corrado Lorefice aveva detto che: “Il Signore ha vari modi di parlarci e la Chiesa si deve ascoltare. La pandemia e quello che ha comportato e sta comportando come conseguenze per alcuni aspetti, ci chiede di avere il coraggio di chiedere al Signore di tracciare strade che possano essere nuove nella custodia della memoria di quanto le nostre Chiese hanno di esperienze di tradizione più vera e bella, ma abbiamo anche bisogno di individuare vie che possono permettere alle nostre comunità la grazia della Fede e del dono dell’Evangelo”. Quindi il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ha citato l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium che è il manifesto del Santo Padre. “In essa troviamo la spinta evangelizzatrice del Popolo di Dio, in forza dell’unzione che viene condotto dallo Spirito alle realtà divine. I laici debbono essere ascoltati dai pastori perché non sono i passivi destinatari delle decisioni assunte in alto, ma cooperano a tracciare i sentieri della missione ecclesiale. La sinodalità è un processo dell’ascolto che è più del sentire in cui tutti hanno qualcosa da imparare e tutti in ascolto dello Spirito santo della verità. Secondo Francesco ai pastori si chiede un ascolto sincero del popolo di Dio e debbono mettersi anche in mezzo per percepirne il fiuto da seguire in questo preciso momento della storia. Ascoltare il popolo di Dio, significa ascoltare lo Spirito che parla alle Chiese, privilegiando il più delle volte i suoi membri più semplici, giovani e poveri. Occorre anche ascoltare con umiltà”.

Quindi si sono susseguiti gli interventi assembleari. Il docente della Facoltà teologica di Sicilia, don Cosimo Scordato ha fatto una proposta di carattere teologico. “Siamo tutti laici e abbiamo Episcopi che presiedono alla comunione locale e si interfacciano con il Papa i presbiteri che presiedono l’Eucaristia e vegliano che tutti i carismi vengano promossi, incrementati e salvaguardati così anche i diaconi. Toglierei anche la parola gerarchia che evoca cose nefaste, cambiando in presidenza della comunione di Dio. Inoltre come dice il nostro vescovo, occorre guardare al futuro che ha tre modelli, uno è quello di Agostino che considera il nostro futuro ritorno a Dio, una peregrinatio quello di Tommaso d’Aquino che ci fa tornare a Dio e quello di Teilhard de Chardin di guardare sempre più al futuro e non solo custodi del passato. Infine sulla questione su chi deve ascoltare il popolo di Dio ha detto che è lo stesso popolo di Dio che deve ascoltarsi in tutta la sua compagine. Tutti dobbiamo ascoltare tutti”.

Don Mario Torcivia ha chiesto perché si parla ancora di “Sensum fidei” considerato che sono trascorsi 57 anni della Lumen Gentium. Cosa si è inceppato in questo processo di sinodalità della Chiesa? Il cardinale Grech ha fatto notare che occorre domandarsi come siamo aperti a implementare i temi del concilio approfittando della possibilità che ci offre il Santo Padre per aiutaci a iniziare processi di sinodalità fin da oggi anche nelle nostre comunità.

La componente del Consiglio pastorale diocesano, Giacinta Villa, ha manifestato una “sana inquietudine” dovuta alla quasi rassegnazione che ha il popolo di Dio ed ha proposto che i sussidi siano comprensibili a tutti e chi li proporrà dovrà parlare con il cuore piuttosto che con la Dottrina. Inoltre ha inviato i pastori ad ascoltare perché qui si gioca la grande scommessa della Chiesa. Quindi Don Rosario Giuè ha richiamato alla necessità dell’inclusione vera delle donne nel processo decisionale della Chiesa che debbono essere ascoltate, integrate e incluse. Anche la prof. Rita Di Pasquale ha ripreso il tema delle donne nella Chiesa. “Occorre sradicare una terminologia clericale che manifesta una mentalità ancora fortemente radicata. Uno dei problemi della formazione teologica aperta a tutti candidati al sacerdozio e laici è che manca una formazione umana perché non è scontato lavorare insieme agli altri. Siamo portati al protagonismo e portati ad affermare le nostre idee. Occorre invece riferirsi soltanto a Cristo servo”.

In conclusione dei lavori il card. Grech ha comunicato che il 10 ottobre il Papa inaugurerà il Sinodo con l’ascolto del popolo. “Il discernimento dovrà essere fatto anche dal vescovo ma non da solo, invitando i referenti del popolo di Dio. Speriamo dopo il Sinodo di avere le idee più chiare e trovare altre strade di sinodalità. Il processo sinodale è un processo dello Spirito e non possiamo riuscirci se non ci mettiamo in ginocchio e chiediamo incessantemente lo Spirito di aiutarci anche per chiarirci”.