Come ha ricordato Edoardo Giribaldi di Vatican News, l’udienza di Papa Francesco lo scorso 23 novembre nell’Aula Paolo Vi ha richiamato le origini della Chiesa, trainata inizialmente da un gruppo di pescatori, con sfide che ricalcano quelle affrontate oggi da chi continua a lavorare in mare. Il Papa ha sottolineato anche le problematiche legate al mondo sanitario, chiamato a prendersi “cura di chi cura”, per non lasciare indietro nessuno, raggiungendo gli “scartati” dal “sistema”. Papa Francesco si è ricolto così ai pescatori provenienti da diverse marinerie italiane e ai partecipanti al convegno “Universalità e sostenibilità dei Servizi Sanitari Nazionali in Europa”, che si è tenuto presso la Pontificia Università Lateranense. Nei testi evangelici, chi lavora in mare incarna “atteggiamenti importanti”, secondo il Papa. In particolare, “la costanza nella fatica” e negli insuccessi. Atteggiamento che viene richiesto anche ai pescatori di oggi, di fronte a “nuovi urgenti problemi”. Francesco ne elenca alcuni: “il difficile ricambio generazionale, i costi che continuano a crescere, la burocrazia che soffoca, la concorrenza sleale delle grandi multinazionali”. Ad essi, il Papa contrappone il senso di comunità, di “equipaggio”, che accomuna chi lavora in mare. “Pur nella diversità dei ruoli”, afferma Francesco, “il successo del lavoro di ciascuno dipende dall’apporto di tutti”. La pesca diventa così “scuola di vita” e “simbolo”, sempre riprendendo i testi evangelici, della “vocazione degli apostoli”. All’udienza hanno partecipato anche 23 pescatori dell’Arcidiocesi di Palermo guidati da don Vincenzo Buscemi, parroco della Parrocchia Madonna del Lume di Porticello. Proprio presso il Mercato Ittico di Porticello lo scorso 29 ottobre, nell’ambito del “Tempo del Creato”, l’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice ha presieduto una Celebrazione Eucaristica con tutti gli operatori – pescatori e armatori – della pesca.
“Condivido con tutti voi la gioia dei pescatori che hanno partecipato all’udienza, breve ma intensa – dice don Vincenzo Buscemi -. Abbiamo visto il Papa affaticato ma questo non gli ha impedito di stare un po’ con noi e dedicarci un po’ del suo tempo. Ci è sembrato “uno di famiglia”, un padre che conosce le fatiche, i problemi e le difficoltà dei suoi figli e sta più vicino a loro per incoraggiarli e sostenerli. Siamo stati incoraggiati, sostenuti e confermati nella fede. Al Papa abbiamo donato una targa con un saluto e un pensiero da parte dell’Amministrazione Comunale, un piatto di ceramica dipinto e una copia in miniatura della vara processionale della Madonna del Lume. Semplici doni per dire il nostro grande grazie ad un grande Papa”.