Le celebrazioni del 3 e 4 ottobre in onore di San Francesco d’Assisi vedono circa 5mila pellegrini arrivati dalla Sicilia – la regione chiamata quest’anno a donare l’olio della Lampada che arde davanti alla tomba di San Francesco – insieme ai Vescovi delle diciotto Diocesi dell’Isola, a numerosi Presbiteri, Diaconi, Religiosi e a duecento sindaci che con i gonfaloni partecipano a tutti gli eventi. Tra i doni della Regione Siciliana, presentati nei giorni delle celebrazioni, c’è la salvaguardia di due importanti opere d’arte con il finanziamento per il restauro del dipinto a olio su tela, con cornice lignea policroma, raffigurante “L’apparizione di San Giuseppe a San Bonaventura”, del XVIII secolo, conservato al Sacro Convento di San Francesco, e di un altro olio su tela raffigurante “La Madonna sui luoghi della Passione”, tra i secoli XVI-XVII, attribuito a Piergirolamo Crispolti, di pertinenza del Convento di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola probabilmente collocata nella Cappella della Deposizione della Basilica omonima.
Le celebrazioni di San Francesco Patrono d’Italia 2024 si sono aperte giovedì 3 alle 11.00 a Santa Maria degli Angeli con la concelebrazione eucaristica nel “Transito di San Francesco” presieduta da fra Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna. Alle 17.30 a Santa Maria l’incontro tra le autorità civili e religiose umbre e siciliane e alle 18.00 la celebrazione dei primi vespri presieduti da Mons. Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo e vice-presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (trasmessa in diretta streaming a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della nostra Arcidiocesi). Alle 21.30 la Veglia con i giovani delle Diocesi di Sicilia, presieduta da S. Ecc.za Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Trapani.
Il giorno della Festa di San Francesco Patrono d’Italia 2024, venerdì 4 ottobre, alle 8.00, si inizia con l’incontro tra le autorità e la delegazione siciliana in Sala della Conciliazione con i saluti del sindaco di Assisi Proietti e del sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Alle 9.00 si snoderà il corteo civile da Piazza del Comune fino alla Basilica di San Francesco con partecipazione degli alunni delle scuole di Assisi e dei gruppi folcloristici della Sicilia. Alle 10.00 in diretta su Rai1, si terrà la celebrazione eucaristica nella Basilica superiore presieduta da Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla accenderà la Lampada votiva dei Comuni d’Italia con l’olio offerto dalla Regione Sicilia. Alle 11.30 seguiranno, dalla Loggia del Sacro Convento, sempre in diretta su Rai1 il saluto di fra Carlos Trovarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, e i messaggi istituzionali all’Italia con i saluti delle autorità. Interverranno il Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, il Presidente del Comitato per le Celebrazioni per l’VIII Centenario Davide Rondoni, in rappresentanza del Governo nazionale, monsignor Sorrentino, il sindaco Stefania Proietti e di fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento. Alle ore 16.00 nella chiesa inferiore, Mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti, presiederà i Vespri Pontificali, seguirà la processione con la benedizione all’Italia da parte di monsignor Sorrentino.
Per la giornata del 4 ottobre sarà possibile seguire le celebrazioni di San Francesco Patrono d’Italia 2024 dall’esterno della Basilica grazie alla presenza di due maxischermi posti nella Piazza Inferiore di San Francesco e sul sagrato della chiesa superiore. Inoltre, per la prima volta in occasione delle celebrazioni per la festa di San Francesco, nella mattinata del 4 ottobre saranno celebrate una messa in inglese e una in spagnolo nella chiesa inferiore della Basilica, rispettivamente alle ore 10.00 e alle ore 12.00. Sui canali social del Sacro Convento (che, unitamente a quelle dei frati Minori, offriranno una copertura dell’evento) alle ore 9.00, una diretta a cura della comunità francescana del Sacro Convento offrirà approfondimenti, curiosità e dietro le quinte della festa in preparazione della celebrazione delle ore 10.00 Anche quest’anno verrà data un’attenzione particolare ai devoti che non riusciranno a venire ad Assisi di persona. Tutti infatti potranno partecipare alla festa del Santo di Assisi andando sulla pagina web www.festadisanfrancesco.org per accendere una candela virtuale a San Francesco e inviare preghiere per sé e per i propri cari, che poi i frati deporranno davanti alla tomba del Santo il 4 ottobre.
Primi Vespri nel “Transito di S. Francesco”
Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola
Assisi – 3 ottobre 2024
Omelia
Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo
Siamo accorsi da ogni parte d’Italia, e in particolare quest’anno dalla Sicilia, attratti dal luminoso Transito di S. Francesco, per attingere e ispirarci ancora alla sua vita vissuta «secondo la forma del santo Vangelo» (Testamento, FF 116), ben consapevoli che la sua morte e il suo morire sono marcati da un’‘eccedenza’ tale da richiedere un’intensità spirituale e umana che possiamo solo sfiorare. Ma l’essere stasera convenuti alla Porziuncola – luogo del primo e dell’ultimo respiro d’amore di Francesco per l’Amore crocifisso – attenua questo scarto e dona un di più di grazia di comunione con lui «specchio di Cristo» (Inno, Salve sancte Pater), con la sua singolare e sempre attrattiva testimonianza di vita e di fede.
Come sappiamo dalle Fonti (cfr Leggenda perugina, FF 1614) Francesco si prepara cantando a “morire nudo sulla santa terra nuda”. È l’ultima sua spoliazione, soprattutto se la guardiamo alla luce della duplice spoliazione davanti al vescovo di Assisi. Un atto che dice la chiara e compiuta consapevolezza creaturale, filiale e fraterna di Francesco.
Il vescovo che aveva compreso e benedetto la prima spoliazione, allorché lo ricoprì con il mantello, accoglie anche la seconda durante il suo ricovero in episcopio, quando, vent’anni dopo, per prepararsi a quella definitiva – alla kenosi, allo svuotamento totale di sé –, si spoglia ancora decidendo di lasciare il ‘mantello-palazzo’ del Vescovo per tornare qui alla Porziuncola. Cosi, dopo aver restituito le vesti ricevute da Pietro di Bernardone, restituisce il suo corpo al “Padre dei cieli” che lo ha creato: «Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò» (Gb 1,21). ‘Ri-consegna’ «Frate corpo» (Tommaso da Celano, Vita seconda, FF 710). Il corpo è fratello, «fratello primogenito» (R. M. Rilke). E «sora nostra Morte corporale» (Cantico delle creature, FF 263), segna la sua definitiva appartenenza a Dio: «Ben venga la mia sorella Morte!» (Compilazione di Assisi, FF 1615). Si lascia condurre dal corpo a Dio. Lo ritorna nudo a Colui che lo ha creato.
Nelle prime due spoliazioni Francesco sveste il suo corpo delle vesti, rimanendo nudo, ma nell’ultima – con il sopraggiungere di “sorella morte” – si spoglia anche di “fratello corpo” nudo. «Acconsentire al corpo – dopo aver ascoltato la sua richiesta di essere restituito – è acconsentire a Dio» (A. Lowen). Per essere restituiti alla terra e all’abbraccio paterno e fraterno originario. La morte segna la totale consegna del suo corpo a Dio e ai fratelli.
Il vescovo di Assisi riconosce l’inveramento in Francesco della forma Jesu. La spoliazione del Cristo – «Cristo Gesù, spogliò se stesso», annuncia Paolo ai Filippesi (2,7) – che rivive in quella di Francesco: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Ne è gioiosamente consapevole: «Per misericordia di Dio e bontà del Signore, sono così intimamente unito a Lui, che sono ugualmente felice sia della morte che della vita» (Leggenda perugina, FF 1615).
E per questo lascia il ‘mantello-palazzo’ del vescovo che lo aveva accolto per coprirlo dalla nudità radicale dell’uomo: l’infermità e il sopraggiungere della morte. La finitudine e la grandezza si danno appuntamento al momento della morte, lì dove si esce nudi dalla vita. La fragilità conosciuta e accolta, la creaturalità abbracciata, fa affidare sereni alla morte riconosciuta come sorella, vero rimando – la morte – al Padre dei cieli che ci ha creati e amati nel suo Figlio morto e risorto. Francesco desidera morire nudo sulla nuda terra: «Quando mi vedrete ridotto all’estremo deponetemi nudo sulla terra come mi avete visto ieri l’altro, e dopo che sarò morto, lasciatemi giacere così per il tempo necessario a percorrere comodamente un miglio» (Tommaso da Celano, Vita seconda, FF 810).
Ora sono anche inutili i ‘vestiti’ del vescovo. Anzi è proprio il vescovo che accettando la sua seconda spoliazione – Francesco dal Palazzo Vescovile chiede di essere riportato a S. Maria degli Angeli, dai suoi fratelli – lo conferma nella spoliazione decisiva, quella definitiva, che corrisponde al ritorno nella Casa celeste dove si vivrà ammantati dell’eterno abbraccio del Padre nostro, Padre di tutti, Padre di tutta la Creazione che «nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,20-21). ‘Sorella creazione’, in noi creature, rivendica figliolanza, sororità.
La memoria del transito di Francesco, ci ridesta al nostro essere creature mortali, figli e fratelli/sorelle: creature, non Creatore, mortali non eterni; figli amati, non schiavi; fratelli/sorelle, non nemici catapultati nel mondo campo di battaglia. Fratelli e sorelle dell’unico Padre che ci affida la Terra come ‘Casa comune’ fraterna fragrante d’amore e di pace, come ‘Giardino fecondo’ con al centro l’albero sempreverde della Vita.
«Si pose tutto nudo sulla terra» (Bonaventura, Leggenda minore, FF 1386). Fatti di terra, per ritornare in nuda terra, per essere plasmati dalle mani di Dio cittadini della nuova Creazione, della Casa comune trasfigurata. Anche noi, come Francesco, con Francesco.
Su quanti oggi hanno dimenticato di essere creature mortali e seminano nella Casa comune guerre, divisione, odio, parole aggressive, distruzione e morte violenta, soprattutto dei piccoli e degli inermi, la memoria del luminoso Transito di Francesco, Fratello universale, verace testimone di Cristo e di un cammino di piena e autentica umanità, sia audace segno profetico di conversione di mentalità e di cambiamento di rotta per il bene dell’umanità, per il bene della Casa-Terra.
S. Francesco ha fatto la sua parte, Cristo ci indichi quale dev’essere la nostra («Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni»: Bonaventura, Leggenda Maggiore, FF 1239) come umili servitori della Chiesa, del mondo e della nostra Italia. Cristo Signore, Amore crocifisso, ci trovi, mossi dallo Spirito, docili, generosi, creativi e audaci.
- IN ALLEGATO: Sussidio Lampada di San Francesco