Il teatro non è il paese della realtà, ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco – Victor Hugo
Sarà il Teatro Libero di Palermo (salita Partanna, 4 – Piazza Marina) ad accogliere “Il Teatro dell’accoglienza”, la mostra fotografica realizzata dagli ospiti dei poli diurno e notturno e della mensa del Centro San Carlo che, nei mesi scorsi, hanno vissuto l’esperienza di essere “spettatori attivi” in occasione di diverse rappresentazioni e laboratori teatrali: un’esperienza che è diventata un racconto per immagini. Gli scatti saranno esposti domenica 26 marzo dalle 18 alle 20.
Il progetto, sostenuto dalla Cooperativa La Panormitana e dalla Caritas Diocesana e realizzato grazie all’impegno di Fabiana Forzisi, Amedeo Pignataro e Giovanna Conigliaro, ha coinvolto circa 40 persone.
“Il Teatro dell’Accoglienza” è una tappa di un percorso formativo più ampio che proseguirà alla Galleria d’Arte Moderna dove gli ospiti vivranno diverse esperienze insieme ai dipendenti del polo museale con l’obiettivo di proporsi come guide e ciceroni. Il prossimo 4 settembre, la conclusione dell’intero progetto presso il Centro San Carlo.
IL TEATRO CHE ACCOGLIE ATTRAVERSO LA SUA STORIA LE STORIE DI TUTTI
Ci siamo chiesti come mai è stato così facile ritrovarci in un nuovo percorso di arricchimento comune, andando incontro a ciò che ha rinnovato ed ampliato il nostro cammino rivolto alla bellezza condivisa. Un felice incontro racconta il perché non è stato un caso trovarsi ad avere una visione condivisa, di perseguirla, di darle continuità. Non è un caso che gli scatti raccolti durante quei giorni di esperienza dentro la bellezza della nostra città, potessero parlare ad una persona come Benedetto Mazzone, fondatore e presidente del Teatro Libero di Palermo, e al suo direttore artistico, Luca Mazzone.
Due persone che danno vita alla fortunata prossimità del centro San Carlo, che al teatro hanno saputo dare ogni anno nuova vita, centrale alla proposta teatrale cittadina, tesa a rintracciare il nostro tempo grazie alle nuove letture dei classici della letteratura, sui quali si fonda una mescolanza di linguaggi espressivi, e grazie ai quali abbiamo incontrato le nostre emozioni, sospese in esili tessuti scenografici, rivelate grazie alle parole, i movimenti e la musica ln scena.
Grazie a questo incontrarsi sono state sorpresa e partecipazione ad accoglierci, a farci essere teatro libero, moderno, controcorrente, coraggioso dentro la nostra città. Forse non è nemmeno un caso che in epoca classica II termine théatron si riferisse al luogo da cui l’azione era osservata. Allora è bello pensare che il teatro che ci riguarda è dov’è lo spettatore, il ricevente di una narrazione, di una messa in scena, accolto dal luogo fisico dove si muovono gli attori.
È questo fecondo sguardo che ci riguarda, il punto di vista di ognuno che è partecipe e di cui prenderci cura. Ognuno porta con sé una istanza di pace, fratellanza. amore. È a questo bagaglio prezioso che gli scatti di questa mostra sono rivolti. nati in un luogo che ci ha accolto parlandoci di un tempo immaginato e possibile, in cui essere semplicemente vicini. ad ascoltare una storia. a battere le mani a quei pomeriggi con lo sguardo felice.