Un centinaio di ragazzi ha sfidato la pioggia ed il freddo nella serata di giovedì 9 dicembre per prendere parte a “Passo, Scatto!”, l’appuntamento voluto dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice e organizzato dal Servizio Diocesano di Pastorale giovanile. I giovani partecipanti, mettendosi letteralmente in cammino dalla Chiesa Cattedrale fino alla Rettoria di San Francesco Saverio, hanno giocato e meditato sulle 4 tappe dell’Avvento. Alla fine, l’intenso incontro con l’Arcivescovo che ha offerto un messaggio che racchiudeva la testimonianza dell’intenso incontro con la piccola Federica, nel quartiere Brancaccio; la testimonianza di un incontro che ha scaldato il cuore e che ha permesso di incontrare Cristo lungo le strade delle nostre vite.
Ecco il testo di quanto offerto ai giovani dall’Arcivescovo (in allegato il Messaggio in pdf):
Etty Hillesum, giovane olandese ebrea vittima dell’Olocausto, in un tempo drammatico della sua vita e catastrofico per l’intera Europa, con audace tranquillità, annotava nel suo quaderno: «L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di Te in noi stessi, mio Dio, e forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devasta di altri uomini».
Andando a Brancaccio, nel quartiere detto “Stati Uniti”, entrando in una casa poverissima, mi hanno accennato alla storia della ‘piccola’ Federica lì presente: “Preghi per lei che ha perso un bambino”. Dopo il giro delle case l’ho rivista in strada, l’ho abbracciata, s’è affondata nel mio abbraccio guardandomi, affidata, negli occhi. Ho sentito un potente travaso e scambio di energia. Ho sentito fuoriuscire e mi sono sentito invadere da una energia sovrannaturale, quella che emanava Federica, che mi giungeva attraverso la sua vicenda vissuta nel suo corpo.
“Qualunque cosa avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Quando ci lasciamo sconvolgere dagli altri, spinti dalla logica del Vangelo, ogni frammento di vita che concretamente condividiamo, diventa l’unico luogo in cui possiamo posizionarci per decidere che cosa dobbiamo fare della nostra scelta cristiana, del nostro appartenere a Gesù, chi deve essere Lui per noi, e che cosa ne vogliamo fare della nostra umanità, del nostro essere uomini e donne, della nostra vita. La svolta della nostra vita dietro a Gesù è legata alla risposta a queste domande: “Dove sei tu?”; “Dove è tuo fratello, tua sorella?”; “Chi ha pianto per lui, per lei, chi si è mosso a compassione per Federica?”. Non c’è altra scelta rispetto alla necessità di prendere parte visceralmente alla ‘carne’ e alle vicende dei volti che incontriamo, che vivono con noi e accanto a noi.
Conservare il piccolo frammento di Dio che è in noi e contribuirete a disseppellirlo dai cuori devastati, specialmente dei più piccoli. Questo vi auguro. Vivete così questo Avvento. Scorgetelo dentro di voi il Signore. Nasce in noi ogni volta che non perdiamo l’abbraccio di Federica.
Non possiamo perderci l’abbraccio di Federica, l’energia di vita di un abbraccio che attiva la presenza di Dio in noi, ci libera dall’essere ripiegati su noi stessi, ci fa riconciliare con le nostre fragilità, ci fa riappropriare della nostra vita elevandola al ritmo dei più piccoli.