Oggi ricorre il X anniversario della Beatificazione di don Pino Puglisi. Il riconoscimento del suo martirio è dono per la Chiesa tutta e in particolare per quella di Palermo che lo ha avuto fratello nella rinascita battesimale e membro del suo presbiterio.
Ma il dono è sempre foriero di ‘co-rresponsabilità”. La sua è una testimonianza di un Vangelo che si incarna nella concreta vicenda umana condivisa in un territorio ben preciso. Un Vangelo che intercetta la vita concreta. Tutta la vita. Che genera un senso comunitario della vita. Un Vangelo che partecipa del desiderio umano di riscatto dal male. Un Vangelo che assume la sofferenza e apre alla beatitudine. Un Vangelo che contribuisce a rendere autenticamente liberi da ogni forma di potere. Compreso il potere mafioso che attanaglia la nostra terra e riscuote ancora connivenze sull’humus dell’omertà personale e strutturata.
Il riconoscimento del martirio di don Puglisi sulla motivazione dell’odium fidei dei mafiosi che ne hanno decretato la morte ha un’ulteriore puntuale valenza che ci responsabilizza oltremodo. La mafia è una ricerca ostinata, invasiva e violenta di potere. Un potere che può essere sconfitto solo con la “debolezza” della coerenza indefettibile della vita sradicata dal virus dell’individualismo. A maggior ragione quando la vita è motivata da una ‘fede-relazione’ con il Cristo che ha liberato con l’unica forza di un amore più grande, con la debolezza della croce. E in questo il Vangelo vissuto alla maniera di Pino Puglisi e delle comunità e dei giovani da lui ‘animati’ può essere ancora significativo nella costruzione della città umana riscattata dal male, dall’ingiustizia, dalla violenza, dagli idolatri del potere, dalla mafia. A maggior ragione se la Chiesa segue il suo Signore nell’umiltà, nella povertà e nella persecuzione.
Il martirio di Pino Puglisi è dunque un dono e una responsabilità fatti non solo alla Chiesa ma anche a quanti e quante abitiamo la casa comune che sono le nostre città. E in particolare alle città che lo hanno visto impegnato come umile ed audace servitore della Bella Notizia, dell’Evangelo di Cristo, il Verbo di Dio amico degli uomini e delle donne chiamati a partecipare della libertà filiale.
Viviamo l’anniversario del riconoscimento del martirio del Beato Giuseppe Puglisi con spirito di fiduciosa corresponsabilità perché possiamo proseguire con creativa audacia il suo tracciato.