Non c’è più né straniero né ospite
ma tutti siamo concittadini dei santi e familiari di Dio”
(Ef 2, 19)
Come ogni anno, il 6 gennaio la Cattedrale di Palermo sarà la “casa di tutti i popoli” dove saranno accolti uomini, donne e bambini provenienti dai cinque continenti ma che vivono nella nostra città: immigrati e nativi che formano una sola famiglia umana, una sola famiglia dei figli Dio. La Cattedrale si colorerà quindi anche quest’anno delle diversità culturali dei fedeli che prenderanno parte alla “Messa dei Popoli” grazie al coinvolgimento e all’animazione dell’Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni dell’Arcidiocesi.
Alle ore 10.00 sul sagrato della Cattedrale si ritroveranno i rappresentanti dei diversi Paesi che inviteranno i fedeli a manifestare la volontà di voler vivere in armonia rinunciando alla guerra che insanguina il mondo ed anche la terra dove tutto è cominciato con un bimbo venuto per portare amore e pace. Successivamente avrà inizio la marcia dei bambini verso l’altare: i piccoli troveranno ad accoglierli l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice che condividerà con loro la volontà di dire no alle ingiustizie – perché non ci sarà pace sulla terra senza giustizia – e alle guerre – perché non si può vivere di giustizia sulla terra senza il perdono -. I bambini saranno il segno di speranza di quell’umanità che vuole traghettare verso la pace. Ai piedi del bambinello porteranno ramoscelli di ulivo.
Alle ore 11.00 avrà inizio la Celebrazione Eucaristica nella Solennità dell’Epifania del Signore presieduta dall’Arcivescovo di Palermo. La liturgia sarà animata dalle comunità etniche della Chiesa di Palermo, coordinate dal coro interculturale “Arcobaleno di popoli”.
E’ questo il messaggio del Natale che realizza la profezia di Isaia in Palestina e dentro tutti i focolai di guerra: “forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore” (cfr. Is, 2,1-5).