Il direttore del Museo Diocesano di Palermo, mons. Giuseppe Randazzo, nei giorni scorsi, su richiesta della Congregazione degli Agonizzanti di Palermo, titolare della chiesa eponima, ha autorizzato la restituzione di alcune opere d’arte di proprietà della chiesa stessa, tenute da alcuni decenni in custodia presso i proprio depositi per motivi di sicurezza.
Si tratta di una coppia di Angeli tedofori in legno dorato della metà del XVIII secolo, che erano stati soggetti a un necessario restauro nel laboratorio del Museo Diocesano di Palermo, diretto da Mauro Sebastianelli, ed erano temporaneamente esposti nella Sala Borremans del Museo.
A questi si aggiunge la tela con la cosiddetta “Impiccagione a piazza Marina”, della metà del Settecento, molto interessante dal punto di vista documentario, perché “fotografa” la cruenta e feroce condanna capitale all’interno del recinto, entro cui sono visibili i confrati della Nobile Compagnia del SS. Crocifisso dei Bianchi, gli unici a poter accedere in quello spazio, e la Madonna degli Agonizzanti che accoglie l’anima del reo pentito.
Quest’ultimo dipinto, proprio per la sua importanza storica era stato in un primo tempo inserito nel percorso museologico delle nuove sale del Museo di prossima apertura dal curatore Pierfrancesco Palazzotto e collegato alla tavola di Simone de Wobreck con Palermo liberata dalla peste (1576) ove è raffigurata la medesima compagnia in processione.
Nell’ottica di conservazione e tutela delle opere d’arte dell’Arcidiocesi il Museo Diocesano di Palermo e l’Ufficio BBCCEE dell’Arcidiocesi hanno proseguito con il ripristino degli apparati pittorico-devozionali in luoghi sacri ove fossero stati nuovamente garantiti adeguati standard di tutela e conservazione delle opere, secondo il fine preminente della restituzione al culto devozionale e con garanzia di fruizione e custodia.
A Palermo ciò è già avvenuto nelle chiese di S. Cristoforo (1998, 2000: tele di Antonio Manno e scultura lignea del secondo Cinquecento), di S. Antonio Abate di Palermo (2001: apparati pittorici, paramenti e argenti), di S. Eulalia dei Catalani (2002: tela di Gerardo Astorino e tavola cinquecentesca, entrambe con la Madonna di Monserrato) e di Valverde (2005, pala di Pietro Novelli), negli oratori dei Bianchi (2005, Crocifissione di Antonio Manno) e del SS. Rosario in S. Cita (Adorazione dei Magi di Pietro d’Asaro), nelle chiese di S. Nicolò all’Albergheria (2017: due tele settecentesche), della Pinta (2018: tavola cinquecentesca dell’Annunciazione) e del SS. Salvatore (2016: tavola cinquecentesca con S. Orsola; 2019: due tele di Guglielmo Borremans).
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