Dopo l’omelia pronunciata oggi dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice durante il Pontificale celebrato nella Basilica di San Domenico nella solennità del Corpus Domini, il presule ha richiamato il valore dell’Eucaristia che «convoca il mondo intero. Dilata sempre la Chiesa, le nostre Comunità cristiane, i nostri cuori. “La mia carne che io darò è per la vita del mondo”. È data anche per la vita di questa nostra città, che conosce incuria, povertà, violenza, indifferenza. Di questa nostra città, imbevuta del sangue dei martiri della giustizia e della fede, che vuole e deve tornare ad essere spazio comune di legalità, di solidarietà e di convivenza pacifica, giardino e non mondezzaio. Di questa nostra città che vuole riconoscere e onorare ogni corpo, a maggior ragione quando viene deposto nei suoi cimiteri in attesa della beatitudine della vita e della convivialità eterna. Di questa nostra città che oggi, proprio mentre in essa i cristiani celebrano il Santissimo Corpo e Sangue del Signore presente nel sacramento dell’Eucaristia, è raggiunta dall’ennesima notizia che un altro grave crimine internazionale si è consumato nel Nostro Mare. Ho appena ricevuto questo messaggio che ferisce la mia coscienza di uomo, di cristiano e vescovo: come possiamo celebrare serenamente la solennità del “Corpus Domini” quando nelle stesse ore il nostro Paese fa deportare nei lager libici 100 ultimi del mondo, nei quali si prolunga il corpo di Gesù. Questo è stato il respingimento di oggi: il respingimento e la deportazione nei lager libici del corpo di Gesù, che si prolunga nella carne di quelle 100 persone, proprio nel giorno in cui si adora in modo particolare il corpo del Signore. Torniamo tutti al gusto del pane! Perché anche questo nostro tempo conosca pienezza di vita e convivialità».