14 settembre 2022 CS --74/22

Nel XXIX anniversario dell’uccisione del Beato Giuseppe Puglisi la Chiesa di Palermo dà inizio al nuovo Anno Pastorale e apre l’itinerario verso il XXX anniversario (15 settembre 2023)

Cattedrale di Palermo, 15 settembre 2022 ore 18.00 - Lettera dell’Arcivescovo Fino al compimento dell’Amore

Sarà la Chiesa Cattedrale di Palermo ad accogliere domani, giovedì 15 settembre alle ore 18.00, la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice per l’inizio del nuovo Anno Pastorale nella memoria del martirio del Beato Giuseppe Puglisi ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 nel quartiere palermitano di Brancaccio.

Nel corso della Celebrazione (animata dagli insegnanti di religione e delle altre discipline delle scuole dell’Arcidiocesi e dai docenti della Scuola Teologica di Base) sarà consegnata alla Chiesa di Palermo la Lettera dell’Arcivescovo Fino al compimento dell’Amore con la quale viene aperto l’itinerario lungo il XXX anniversario dell’uccisione del Beato Puglisi: «Care Sorelle e cari Fratelli – scrive l’Arcivescovo – mi rivolgo a voi, grande comunità di uomini e donne che la storia ha posto sui solchi dolorosi ma fecondi scavati dalle orme di decine di mar­tiri, i martiri della spietata violenza generata dalla sopraffazione della cultura mafiosa. Oggi varchiamo insieme la soglia del trentesimo anno dall’uccisione del Beato Padre Pino Puglisi e camminando ancora lun­go quei solchi che il tempo non ha eroso né inaridito, ne ammiriamo i frutti, che siamo noi stessi, noi che tanto desideriamo vivere nel mondo come umili testimoni dell’esempio che abbiamo ricevuto e abbiamo ac­colto. L’esempio di Gesù alla lavanda dei piedi – «Li amò sino alla fine (eis télos)» (Gv 13,1) – si è rinnovato nel corpo di coloro che lo hanno imitato amando fino alla fine, cioè fino al compimento dell’amore. Trent’anni dopo, il martire Giuseppe Puglisi continua ad accompagnare la sua e nostra Chiesa. Egli è ciò che la Chiesa deve essere, la conferma nel dono dello Spirito […] Quest’anno che comincia oggi non sarà solo di commemorazione ma – innanzitutto – di conversione: per questo voglio invitare voi tutti, Sorelle e Fratelli, ad incamminarci su un itinerario che ripercorra le sue vie. Proseguiamo su questo solco fatto di passione per la Parola e passione per gli uomini, rileggiamo con lui la teologia dell’Incarnazio­ne: Cristo si fa uomo, affinché l’uomo diventi umano. Dentro questo mistero è il ministero del nostro P. Pino: lui che accoglie il martirio perché la città diventi più umana, il quartiere diventi più umano, ogni strada e il nostro modo di viverci, il nostro stile del convivere, diven­tino più umani. […] Non posso non ricordare a me stesso e a tutti noi che in questo stesso giorno, quattro anni fa, Papa Francesco è venuto a inaugurare ideal­mente il nostro metterci in cammino sui passi di P. Pino. Lo ha fatto venendo a visitare le case di Brancaccio e indicandoci subito la sedia rotta nella saletta del nostro Beato: continua a dirci, P. Pino, che il luogo in cui dobbiamo collocarci non è una poltrona, non è una stan­za chiusa, ma è fuori, tra le strade, là dove gli uomini costruiscono la storia, affinché sia una storia pienamente umana, secondo il desiderio di Dio».

 

Mons. Corrado Lorefice: “La mafia è stata ed è per la nostra Palermo, la più grande illusione di felicità”

 

«Continua a dirci, Don Pino, che scoprire la gioia di questa fatica, la gioia della condivisione di questi passi, anche quando sono sofferti, e di questo pane, anche quando è misero, è ciò che scatena la ribellione del male che vuole invece, per il pane, mettere gli uomini l’uno contro l’altro: l’uno pronto ad usare l’altro, a distruggere l’altro, a praticare la fallace arroganza del dare la vita e la morte all’altro. Il male prova a blandirci, a insinuarci il dubbio che sarà questo a renderci felici: la mafia è stata ed è per la nostra Palermo, la più grande illusione di felicità. […] P. Pino Puglisi e con lui tutti i martiri della mafia in questa nostra città, in questa nostra diocesi, sono un dono per noi: intonano con gioia per l’intera umanità il canto nuovo − attorno al trono dell’Agnello −, il canto della Pasqua, che nasce dalla certezza che ogni vittima per amore vincerà sul male e sulla morte e ogni piccolo, ogni povero erediterà il regno dei cieli».

 

In allegato: Lettera Fino al compimento dell’Amore