Il coronavirus stronca don Silvio Buttitta, sacerdote palermitano, ospite della Casa di cura Villa delle Palme di Villafrati, dove 74 persone sono risultate positive. Per anni parroco della chiesa Sant’Agata La Pedata di Palermo, pastore amato dai fedeli. Lo ha ricordato ieri con una Messa in diretta Facebook l’attuale parroco don Jaroslaw Andrzejewski.
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Era un sacerdote di borgata, che conosceva bene “l’odore delle sue pecore”, un prete che si sporcava le mani e che nella Chiesa e per la Chiesa ha dato tutto sé stesso, nella sua parrocchia Sant’Agata La Pedata di Palermo. Don Silvio Buttitta, 83 anni, è deceduto ieri a causa del coronavirus nella Casa di Riposo Villa delle Palme di Villafrati, nella provincia del capoluogo siciliano, dove nelle scorse settimane 50 ospiti e 24 operatori sono risultati positivi alla covid-19.
Il legame con San Giovanni Paolo II
È la sesta vittima nella Residenza Sanitaria Assistenziale. Lui che amava Gesù Misericordioso, è morto nello stesso giorno in cui ha raggiunto la casa del Padre Giovanni Paolo II. E proprio di Wojtyla la parrocchia in cui don Buttitta ha esercitato per circa 50 anni il suo ministero pastorale, custodisce una reliquia – un piccolissimo frammento di stoffa intrisa di sangue – donata dal cardinale Stanislaw Dziwisz, già segretario personale di Giovanni Paolo II e arcivescovo emerito di Cracovia. Affidata all’attuale parroco, il polacco don Jaroslaw Andrzejewski, la reliquia è stata accolta dalla comunità parrocchiale il 22 ottobre 2014, durante una solenne celebrazione eucaristica. Da allora, ogni anno, la comunità parrocchiale di Sant’Agata La Pedata e quella polacca presente a Palermo celebrano la memoria di San Giovanni Paolo II con una novena che culmina il 22 ottobre con una Messa solenne.
Un sacerdote, una guida, un “padre”
Padre Buttitta, così tutti lo chiamavano, era cresciuto nello stesso quartiere in cui si trova la parrocchia di cui poi è stato parroco, Sant’Agata La Pedata. Un quartiere difficile e disagiato dove si è speso totalmente, tanto che per la gente era “padre” e non don Buttitta. In seminario era stato compagno di classe di Pino Puglisi ed era stato ordinato sacerdote insieme a lui il 2 luglio del 1960. Nel 2010, in occasione dell’Anno sacerdotale, nel cinquantesimo del suo sacerdozio, ci aveva concesso un’intervista. Aveva rievocato gli anni del seminario, quando aveva imparato la disciplina, l’obbedienza e l’amore per lo studio. Di don Puglisi ci aveva raccontato di un sorriso che non perdeva mai, del suo essere giocoso e sempre disponibile e del suo cuore grande. Di sé don Silvio ci aveva detto di essere felice della sua scelta di vita e di non avere mai avuto ripensamenti. In quella chiesa dove si conserva un masso con l’orma che Sant’Agata avrebbe lasciato fermandosi per allacciarsi un sandalo, mentre si recava da Palermo a Catania per essere processata, è stato guida per tanti giovani che da adulti non si sono mai dimenticati di lui.
“Curava molto anche le vocazioni – ci ha riferito don Andrzejewski – sono tanti i giovani che ha accompagnato verso il sacerdozio, spesso sostenendone le spese per gli studi perché di famiglie disagiate”. “È morto un pastore, un sacerdote, una guida che ha condotto per diversi anni i fedeli di questa parrocchia, ha detto ieri il parroco di Sant’Agata La Pedata, durante la Messa celebrata in diretta sulla pagina Facebook della parrocchia per ricordare don Buttitta. Ha saputo, con la sua dolcezza, con la sua semplicità, ma nello stesso tempo con tanto zelo sacerdotale, arrivare nel cuore di tante persone”.
L’amore verso il suo gregge
Di don Buttitta, don Andrzejewski ha ricordato inoltre che non diceva mai no, “lui diceva soltanto sì; e questo è anche un segno di grande semplicità, di grande amore che aveva nei confronti di quelle persone che lo circondavano”; che era “pieno di Dio”, che si è prodigato tanto per i poveri e che ha donato tutto quello che possedeva. “Questa è un’altra grande testimonianza di quell’amore totale che ha avuto verso Dio e verso il prossimo – ha aggiunto don Andrzejewski – ha lasciato questa parrocchia senza un centesimo e se ne è andato come un povero; un povero che ha servito per tanti anni gli altri poveri, un pastore che ha donato la sua vita per il gregge affidatogli”. “Oggi abbiamo bisogno di esempi da seguire – ha concluso il parroco di Sant’Agata La Pedata –, padre Silvio può essere quell’esempio chiaro, quell’esempio bello, che può aiutarci a vivere in modo più concreto il nostro rapporto con Dio”.