“È l’amore il vaccino che ci libererà dalla pandemia che attenta ai nostri cuori”. Lo ha detto mons. Corrado Lorefice nel corso del pontificale di Santa Rosalia di mercoledì che a causa del violento nubifragio non si è più svolto sul sagrato ma all’interno della Cattedrale. Alla celebrazione hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni civili e militari, tra cui il presidente della Regione, Nello Musumeci e il sindaco Leoluca Orlando. A loro alla fine della messa l’arcivescovo di Palermo ha rivolto un saluto. “A voi giunga la vicinanza e la prossimità per i bisogni della nostra Isola e della nostra città. Che tutto l’impegno della comunità cristiana possa ricadere a beneficio dell’intera comunità isolana e cittadina. I cristiani nel mondo vogliamo prendere parte alle gioie e alle ansie, alle attese e ai lutti dei nostri compagni di viaggio. Continuiamo a servire questa città perché possa ripartire dai più fragili, perché possa essere accogliente, prendendo parte alle sofferenze di tutti”.
L’Arcivescovo nell’omelia, presenta la figura di Rosalia Sinibaldi, che sceglie l’eremitaggio per seguire la sua vocazione: “Secondo una logica diffusa e mai tramontata, “perde”, ma in realtà lei guadagna. Lascia ciò che ogni peste di ieri e di oggi, ogni pandemia, dimostra esser effimero e fragile, pur di guadagnare ciò che oggi, come ieri, va considerato tesoro autentico, per il quale val la pena vendere o disfarsi di tutto. L’amore chiede la verginità del cuore, la determinazione della ricerca, la fatica della scalata, la “disponibilità a lasciare”, il decentramento da sé stessi, la disciplina dell’attesa, la veglia, l’apertura totale all’amato. Questa donna ci incoraggia a desiderare l’amore, ad andare incontro all’amore”.