(di Michelangelo Nasca / Porta di Servizio) Si è svolta nella parrocchia di Santa Luisa de Marillac a Palermo una Celebrazione Eucaristica di ringraziamento per il trentacinquesimo anniversario di ordinazione presbiterale di monsignor Carmelo Cuttitta, vescovo emerito di Ragusa. Una celebrazione organizzata dal parroco di Santa Luisa, don Salvatore Amato insieme alla comunità parrocchiale. Hanno concelebrato: don Angelo Tomasello (parroco di San Gabriele Arcangelo) e monsignor Giovanni Oliva (Vicario parrocchiale a Maria SS. Immacolata).
Monsignor Cuttitta è una figura molto amata dalla Chiesa di Palermo, per quella sua capacità di ascolto e di accoglienza che da quando era sacerdote sino all’episcopato è rimasta immutata.
A Godrano, in provincia di Palermo, di cui è originario, Cuttitta all’età di otto anni ha conosciuto don Giuseppe Puglisi, attraverso il quale maturerà poi la vocazione al sacerdozio e a cui rimarrà legato per sempre. Il 15 settembre del 1993, insieme al cardinale Salvatore Pappalardo, di cui era diventato segretario particolare, Cuttitta sarà tra i primi a recarsi in ospedale per benedire il corpo di don Giuseppe Puglisi, barbaramente e vigliaccamente ucciso dalla mafia.
Il giorno del funerale di don Puglisi, Carmelo Cuttitta mise dentro la bara dell’amico presbitero una stola che aveva ricevuto in dono proprio da Puglisi nel giorno della sua ordinazione presbiterale; a me è sembrato bello – ricorderà poi Cuttitta con grande commozione – «mettere qualcosa di me dentro la bara, qualcosa che lui mi aveva regalato e che desideravo stesse con lui».
Monsignor Cuttitta è stato anche l’ultimo vescovo ausiliare di Palermo. Erano gli anni in cui il presbiterio palermitano trovava nella persona dell’Ausiliare un importante punto di riferimento, rappresentando una figura di valido supporto anche per l’Arcivescovo di Palermo.
Carmelo Cuttitta ha celebrato il suo giubileo presbiterale nella parrocchia di Santa Luisa de Marillac a Palermo, comunità parrocchiale che frequenta stabilmente da quando, per motivi di salute, ha dovuto lasciare la diocesi di Ragusa da lui guidata per cinque anni. Il Signore – ha detto al termine della Celebrazione Eucaristica – a volte ci chiede di salire sulla croce insieme a lui, ma nello stesso tempo sostiene la nostra sofferenza invocando insieme a noi Dio Padre.