Messaggio per la Quaresima dell’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice

IN QUESTO NUMERO
IN PRIMO PIANO
  • Messaggio per la Quaresima dell’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice: “Perché l’amore non si raffreddi in noi e nella città degli uomini”
NOTIZIE DIOCESIPA
  • In Quaresima la Settimana della Fede
  • Scuola diocesana di formazione per catechisti
  • Catecumenato: celebrazione in Cattedrale Elezione Battesimo
  • L’Arcivescovo ha nominato i delegati per il clero anziano e giovane
NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
  • Le Clarisse Cappuccine di Palermo celebrano il 300° anno dalla fondazione Monastero
  • Laboratorio per una nuova cittadinanza ecologica
  • Incontri vocazionali Gruppo Karol per ragazzi delle scuole superiori “Cosa cercate?”
  • Nella parrocchia di San Girolamo a Ficarazzi i 15 giovedì di Santa Rita
  • Visita delle 7 chiese per giovani
AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
  • Concorso – Rassegna Musicale Nazionale Beato Giuseppe Puglisi – Anno scolastico 2017/2018
  • “Educare non è un mestiere ma un modo d’essere”
  • Santa Maria di Cana: Accompagnamento pastorale dei separati o divorziati non risposati né conviventi
  • Sul Tgweb si parla del Messaggio per la Quaresima dell’Arcivescovo
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IN PRIMO PIANO
1. Messaggio per la Quaresima dell’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice: “Perché l’amore non si raffreddi in noi e nella città degli uomini”
“Care sorelle e cari fratelli, gioia e pace nel Signore Gesù.
Papa Francesco, nel suo messaggio per la Quaresima di quest’anno ci invita a riflettere su un versetto del Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12). Nel commento che ci dona, egli ci mette in guardia da falsi profeti che hanno il potere di raffreddare la carità. E individua alcuni segni di questo raffreddamento comunitario della carità: «l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario».
Questa ripresa del testo evangelico da parte del Santo Padre mi ha interpellato e mi ha suggerito alcune riflessioni che voglio condividere con voi, che mi siete cari nella fede e nell’umanità.
La colletta della prima domenica di Quaresima, in una traduzione più letterale del testo liturgico latino, ci fa pregare così: «Concedici, o Dio onnipotente, che in virtù dell’annuale pratica del sacramento della Quaresima cresciamo nell’intelligenza del mistero di Cristo e con degna condotta di vita ci conformiamo a ciò che esso opera».
La Quaresima si origina nell’esistenza di Cristo, nel suo ritirarsi nel deserto, sottoponendosi alla tentazione di Satana. La radice del tempo quaresimale è piantata dunque nel principio della vita del nostro Signore, che cominciò il suo cammino messianico con un combattimento interiore contro le forze che volevano distoglierlo dalla relazione col Padre suo. Capiamo così che la Quaresima è un tempo di scelta, di decisione radicale. Essa viene a rammentarci che al centro della nostra esistenza non ci si decide per Dio una volta per tutte. I tre movimenti del racconto delle tentazioni ci dicono che in verità Dio si sceglie e continuamente si ri-sceglie. E tutto questo dentro la lotta. Una lotta mortale tra le tante strade che sembrano portarci verso la felicità. In quel deserto durissimo e mirabile Gesù ci ricorda infatti che, per raggiungere la pienezza, l’uomo deve attraversare le tentazioni del bisogno (“Ebbe fame”), della paura della libertà (“Se mi adorerai ti darò tutto”), dell’orgoglio che giunge a sfidare Dio (“Gettati da qui”). Gesù che rimette la propria vita e il proprio nutrimento nelle mani di Dio, scegliendo ancora una volta la relazione con il Padre e non una sterile autosufficienza, ci indica la via della vittoria contro le forze che vogliono depistarci: l’affidamento sereno e totale nelle braccia di Dio. Nelle parole e nei gesti dei discepoli di Gesù continua a germogliare il Regno di Dio, che si nutre del ‘sì’ che diciamo al Padre, in mezzo a tutte le nostre fatiche e tutti i nostri limiti. È questo ‘sì’ il nostro granellino di senape, il più piccolo di tutti i semi, che crescendo diventa un arbusto capace di accogliere alla sua ombra gli uccelli del cielo e gli uomini stanchi e accaldati dalla calura della giornata umana (cfr. Mt 13,32).
Gregorio Magno scriveva: «Ciò che era visibile in Cristo è passato nei sacramenti della chiesa». La Quaresima ci rimanda alla sua stessa forza salvifica. Anche noi, per così dire, veniamo sospinti, gettati nel deserto quaresimale come lo è stato Gesù – «Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto» (Mc 1,12) – che si lasciò guidare, obbedendo e sottomettendosi alla forza dello Spirito. Allo stesso modo, la Quaresima è un tempo opportuno perché Dio agisca nella nostra vita; è anzitutto l’azione di Dio in noi, è l’opera dello Spirito santo che ridisegna il volto della sua Chiesa per conformarlo al volto e ai gesti di Gesù di Nazareth, per mettere sulle sue labbra le parole di Gesù.
Tertulliano affermava che il “padrenostro” è la sintesi di tutto il vangelo (breviarium totius Evangelii). Per certi aspetti la Quaresima è il condensato della vita cristiana (breviarium christianae vitae). La Quaresima tende a far conseguire ai cristiani e alle comunità dei discepoli di Cristo una più profonda intelligenza del mistero di Gesù Cristo e una conformazione, una plasmazione del loro essere su questa sapienza della vita.
Sono due dimensioni inscindibili. Il ritornare a Dio, a sé e agli altri, passa attraverso la relazione con Gesù, la consuetudine di vita con lui e l’assimilazione del suo sentire in grande, della sua macrothymia, e del suo stile di vita. Il punto è quello di ricollocarsi nel mistero di Cristo, di Colui che ha vissuto la sua esistenza umana alla presenza di Dio, in una fede compiuta (Eb 12,2), narrandoci così il volto di Dio (Tt 2,11-12; Gv 1,14.18). Si tratta di far spazio, di disfarsi di ciò che zavorra la vita per accogliere il Signore; si tratta di dare una forma cristica alla propria vita, di ritornare a «vivere secondo la forma del santo Vangelo» (Francesco di Assisi); di vivere sotto la guida dello Spirito che presiede all’opera della nostra conformazione a Cristo, il Figlio di Dio nel quale diventiamo anche noi figli.
La Quaresima presiede al risveglio dell’«uomo interiore»: ci riconsegna alla percezione della nostra fragilità umana e ci fa riscoprire come realmente abbiamo fatto albergare il peccato nella nostra vita. Ci dice che non abbiamo vissuto secondo i dettami della nostra coscienza illuminata dalla legge di Cristo (cfr. Gal 6,2). Prima dello stesso comandamento dell’amore, la legge dei cristiani è Cristo che vive in noi (cfr. Gal 2,20). Dobbiamo ammettere che nel nostro cuore si è raffreddata la carità, l’energia di Cristo, il dono dello Spirito, la vita nuova. La Quaresima ci fa fare verità in noi stessi. Riconoscere il nostro peccato, la nostra aridità spirituale, l’esserci fatti contagiare nel male: è questo il primo risultato di una Quaresima vissuta con autentico impegno. A ragione i padri del deserto ammonivano: «Chi riconosce il proprio peccato è più grande di chi fa miracoli e risuscita un morto». È questa la potenza del segno delle ceneri sul capo del seguace di Cristo all’inizio della Quaresima, il segno che la Chiesa sa di anno in anno di dover accogliere come grazia di conversione. Si tratta in concreto di mettersi in discussione, di aprirsi all’umile riconoscimento dei propri limiti e delle proprie responsabilità, imparando a chiedere scusa invece di pretenderla, a riconoscere il proprio frammento di tenebra nel confronto franco e libero con l’altro. Si tratta di non sentirci collocati per principio nel consesso dei giusti, ma di metterci in fila con i peccatori, come il pubblicano della parabola che torna a casa giustificato perché umilmente consegna a Dio la consapevolezza della sua distanza da Lui e dunque non si erge a giudice degli altri, ma si fa loro umile compagno nella ricerca della fedeltà alla Parola.
Per questo, nei quaranta giorni quaresimali ci impegneremo ad avere un rapporto più assiduo con la Parola di Dio contenuta nelle sacre Scritture.
La preghiera sarà il dono di Dio che cercheremo di non sprecare e di intensificare. Ascoltare lo Spirito che parla nel cuore dei credenti è la perla preziosa di questo tempo che ci apprestiamo a vivere. Nel suo dinamismo profondo la preghiera quaresimale è un portare a Dio tutta la nostra vita, anche i suoi luoghi più periferici e doloranti, anche i meandri dei suoi smarrimenti e delle sue oscurità, affidandoli allo Spirito che li tramuta in un grido levato giorno e notte al Padre, perché venga il suo Regno. Quando tutta la vita entra nella preghiera, tutta la vita viene trasformata. Scendiamo allora in noi stessi e non lasciamo fuori nulla. Le ipocrisie, i tradimenti, le doppiezze dei discepoli del Signore, di noi che siamo la sua Chiesa, nascono proprio da qui. Non vogliamo scoprirci, non facciamo i conti con la nostra radicale povertà, ma indossiamo la maschera dell’autosufficienza e del potere, sentendoci migliori dei nostri fratelli. Nella preghiera quaresimale troviamo la strada del perdono e della consegna di noi stessi al Padre. Questo significa in concreto fare «il deserto nella città» (Carlo Carretto). Scopriremo così che abbiamo tempo per ascoltare la Parola, per pregare con i Salmi, per cantare inni, per stare in un silenzio di ascolto e di meditazione. Chiedere, supplicare, invocare, ringraziare, attendere, sono azioni che ci permettono di attivare tutte le potenzialità dell’uomo interiore animate dallo Spirito (cfr. Ef 3,13); e ci consentono di scoprire sempre più il nostro essere figli e figlie di Dio che stanno e vogliono rimanere davanti al volto di Dio, buono e misericordioso.
Ritorneremo poi a valorizzare il digiuno per ricercare il “pane essenziale” della vita e per la vita, il vero cibo per resistere alle lusinghe ammalianti del maligno, custodendo un cuore retto, audace nella ricerca e nell’attuazione del bene. “L’uomo non vive di solo pane” (Dt 8,3; Mt 4,4; Lc 4,4). Con il digiuno sviluppiamo un più autentico rapporto con noi stessi. Per un verso ci riappropriamo infatti della nostra signoria: non siamo schiavi dei bisogni. C’è nel digiuno una fierezza dell’umano, che dice come la nostra esistenza non sia una sequenza di risposte immediate agli stimoli del corpo e alle sollecitazioni dell’ambiente. Nulla di tutto questo viene negato nell’atto libero del digiuno, ma bensì accolto e padroneggiato nel cuore, così da renderci donne e uomini liberi, pronti a vivere l’avventura del desiderio dell’altro che crea interiorità e reciprocità.
Al contempo, nel digiuno e nella sua signoria rinunziamo paradossalmente ad attribuirci il potere sulla vita. Impariamo l’apertura all’Altro e il contatto con noi stessi. Scegliere di digiunare significa creare una condizione di mancanza in cui chiediamo che ci sia un altro cibo, donato da un Altro, che ci sostenga, dando così pienezza di senso a tutta la nostra vita. E mentre digiuniamo ci uniamo a tutti i fratelli che in tutto al mondo al digiuno – dal cibo, dalla pace, dalla bellezza, dalla vita stessa – sono costretti dalla durezza del mondo e dalla violenza della storia. Ecco perché ancora il nostro Papa ci ricorda che «il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame».
Per questo durante la Quaresima saremo generosi nell’elemosina (eleèo in greco vuol dire ‘aver compassione’), vigilanti nella passione della carità, nella prossimità all’altro, con uno sguardo attento a “com-prendere” il suo bisogno, a provare sentimenti di “con-divisione” verso di lui, ad averne cura con il cuore, con la mente, con tutte le forze che abbiamo a disposizione, negando ogni lontananza e ogni estraneità. Ascoltando il clamore della terra e dei poveri che gridano il bisogno di custodia, di cura, di fraternità e di solidarietà.
L’elemosina è il modo attraverso cui ci riappropriamo del nostro legame con l’altro. Noi umani ci apparteniamo. L’altro è un mio simile. Nel volto dell’altro mi riconosco, solo il volto dell’altro mi dà la giusta misura della mia creaturalità e mi riconsegna alla continua scoperta dell’incontro solidale con gli altri uomini. L’altro che tende la mano ci pone il problema della “collocazione” dell’elemosina: si tratta infatti di un gesto che non appartiene solo alla generosità della carità personale ma anche al dovere della giustizia. Il fratello che tende la mano ci aiuta a dilatare gli spazi del necessario e scoprire ogni volta come oggi venga spesso considerato necessario il superfluo. L’elemosina allora ci interroga su quale sia la nostra apertura agli altri, ad ogni altro uomo, perché su questo si misura la carità non raffreddata. Ma il gesto dell’elemosina ci interpella su quale sia il nostro impegno per la giustizia, affinché la tanto sbandierata uguaglianza degli uomini e delle donne che abitano la casa comune e le nostre città sia veramente realizzata attraverso l’effettiva cura degli “ultimi”. Perché nell’elemosina la povertà viene compresa come frutto dell’ingiustizia. Nell’elemosina si restituisce e non si dona. E la vera elemosina può viversi solo se si è disposti a chiederla l’elemosina, a riconoscere cioè che siamo tutti poveri, siamo tutti accattoni. Il soccorso dell’altro non è un gesto di benevolenza, ma l’esigenza imprescindibile che deriva da una profonda comprensione di noi stessi. Se la povertà del fratello ci apre alla nostra povertà ci consente di tenere caldo il cuore, perché l’amore non si raffreddi, in noi e nella città degli uomini. L’amore, l’ingrediente essenziale per dare “sapore” (ed anche “sapere”) alla vita; per cambiare rotta e inventare nuovi percorsi di convivenza nella casa comune – il pianeta che abitiamo –  e nelle nostre città.
Come ben vedete, sorelle e fratelli, queste tre vie della tradizione cristiana che la Quaresima ci offre non sono forme stantie ed obsolete di un passato sacrale da dimenticare, ma ci richiamano piuttosto ai punti fermi della nostra esistenza: il rapporto con Dio, con noi stessi, con gli altri. La Quaresima viene a chiederci di ricollocare nella pienezza e nella verità queste relazioni fondamentali della nostra vita. Una Chiesa che prega, che digiuna, che fa l’elemosina è una Chiesa che ha riscoperto il proprio Sposo e sa nutrire i figli che dà alla luce. Mettendoci su queste strade diventiamo più uomini, più cristiani, agiamo, magari senza saperlo, perché ogni uomo e ogni donna possano riscaldarsi e alimentare l’olio della loro lampada, in attesa della venuta del Signore.
Auguro a tutti voi e ad ogni uomo di buona volontà, in questa mia amata Diocesi, di vivere giorni di grazia: entriamo in contatto con noi stessi, assumiamo la nostra umanità, apriamoci all’urlo di dolore degli altri uomini, e accogliamo Dio che si dona a noi.
Giunga a tutti il mio personale augurio di buona Quaresima e il mio abbraccio benedicente”.
NOTIZIE DIOCESIPA
1. In Quaresima la Settimana della Fede
La Quaresima in diocesi inizia con la Settimana della Fede voluta dall’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice per riflettere su alcuni testimoni del nostro tempo e che si svolgerà dal 19 al 24 febbraio 2018 in Cattedrale alle ore 19. Previsto un momento di comunione per uno scambio di visite in cui ci si racconta la Fede delle Comunità cristiane.
L’evento ecclesiale sarà preceduto dall’Assemblea pastorale diocesana che avrà luogo sempre in Cattedrale, venerdì 16 febbraio 2018, alle ore 19. In tale circostanza relazionerà don Pino Ruggeri sul tema: “Vivere la Fede oggi”.
La Settimana della Fede di articolerà secondo il seguente programma:
Lunedì 19 febbraio 2018
“Don Oreste Benzi: La spiritualità del Povero” – Relatori don Aristide Raimondi e Chiara Vitale;
Martedì 20 febbraio 2018
“Don Tonino Bello: evangelizzazione per una Chiesa estroversa – Relatori don Antonio Ruccia e il dott. Giancarlo Piccinni;
Mercoledì 21 febbraio 2018
“Don Pino Puglisi: la testimonianza martiriale della Fede – Relatore don Massimo Naro;
Giovedì 22 febbraio 2018
Nelle Parrocchie e comunità ecclesiali scambio di visite in cui ci si racconta la Fede delle Comunità cristiane;
Venerdì 23 febbraio 2018
“La ineludibile dimensione sociale della Fede” – Relatore mons. Filippo Santoro, vescovo della diocesi di Taranto;
La Settimana della Fede di concluderà sabato 24 febbraio 2018 alle ore 19 con una veglia di preghiera sui martiri missionari.2. Scuola diocesana di formazione per catechisti
Ha preso il via la Scuola di formazione per catechisti per l’anno pastorale 2017/2018, organizzata dall’Ufficio diocesano, diretto da don Giuseppe Vagnarelli, destinata ad aspiranti catechisti, catechisti di giovane esperienza, catechisti che desiderano aggiornare la propria formazione.
I catechisti che hanno partecipato al primo modulo (anche negli anni scorsi) potranno partecipare a quelli successivi.
La scuola è stata attivata nei seguenti Centri di zona e nei giorni e orari indicati:
I vicariato Parrocchia Santissimo crocifisso Acqua dei Corsari a Palermo il lunedì dalle ore 21 alle 23;
II vicariato Parrocchia San Gabriele Arcangelo a Palermo il giovedì dalle ore 16 alle 18;
III vicariato Parrocchia Santa Luisa di Marillac a Palermo il giovedì dalle ore 21 alle 23.
IV vicariato Parrocchia Maria Santissima Consolatrice degli afflitti a Palermo il giovedì dalle ore 16 alle 18;
V vicariato Parrocchia Santissimo Salvatore di Termini Imerese il giovedì dalle ore 16 alle 18;
VI vicariato Parrocchia San Giovanni Battista di Misilmeri il lunedì dalle ore 16 alle 18.3. Catecumenato: celebrazione in Cattedrale Elezione Battesimo
Il prossimo 18 febbraio 2018, I domenica Quaresima, in Cattedrale si svolgerà la liturgia dell’Elezione al Battesimo dei catecumeni che riceveranno i sacramenti dell’Iniziazione cristiana del Battesimo, Cresima ed Eucaristia.
L’iniziativa è stata organizzata dal Servizio Catecumenale Diocesano, diretto da don Giovanni Di Simone.4. L’Arcivescovo ha nominato i delegati per il clero anziano e giovane
L’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice, ha nominato mons. Giovanni Oliva, Delegato Arcivescovile per il Clero Anziano e Ammalato e mons. Raffaele Mangano, Delegato Arcivescovile per il giovane Clero. Inoltre ha nominato p. Antonio Amenta, dei Ricostruttori nella Preghiera, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Maria della Pietà; don Sergio Meli, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Francesco di Sales, mons. Francesco Ficarrotta, Cappellano della Comunità Religiosa delle Suore del Buon Pastore in Palermo e mons. Giovanni Oliva, Vicario Parrocchiale della Parrocchia Maria SS. di Pompei.

NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
1. Le Clarisse Cappuccine di Palermo celebrano il 300° anno dalla fondazione Monastero
Le Clarisse Cappuccine del Monastero Sacra Famiglia di Palermo, quest’anno celebrano il 300° anno dalla fondazione e in occasione di questa ricorrenza, per rendere grazie continuamente a Dio per i benefici e le meraviglie da Lui compiuti in questi tre secoli, hanno organizzato una sere di incontri presso la Chiesa del Monastero. Gli incontri seguiranno un itinerario che partendo dalla “Vultum Dei Quaerera” (La ricerca del volto di Dio,  Costituzione Apostolica per i Monasteri di vita Contemplativa) in cui si dice che: “La vita contemplativa, […] ha mantenuto viva la ricerca del volto di Dio e l’amore incondizionato a Cristo, quale suo elemento specifico e caratteristico, attraversando la storia e le esperienze di alcune donne e giungerà ai nostri giorni”.
Questi incontri saranno solo dei momenti di riflessione per meditare sull’importanza di una scelta di vita così “radicale” e un rinnovato e accorato rendimento di gloria a Dio.
Il prossimo si svolgerà sabato 17 febbraio 2018, alle ore 21 – Introduce p. Carlo Aquino, S.J. e intervengono Ina Siviglia, teologa, su “La vita consacrata femminile: bellezza e stupore” e Vittoria Alliata, scrittrice, su “La vera vita di Marianna Ucria”.
Questi gli incontri successivi:
Sabato 10 marzo 2018
ore 21 – Intervengono suor Maria Pia, Clarissa Capp. su: “L’inutilità fatta opportunità”, Ven. suor M. Maddalena del SS. Crocifisso e il maestro Roberto Sangiuliano su “Musica e Spirito dal ‘700 al ‘900”. Segue il concerto per pianoforte eseguito con la partecipazione di Manuela Li Cauli, soprano;
Domenica 11 marzo 2018
ore 11 – Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Corrado Lorefice.
Info: Monastero Sacra Famiglia Clarisse Cappuccine – Via Cappuccinelle, 109 90138 Palermo – Tel. 091/6114745 E-mail: clarissepa@alice.it

2. Laboratorio per una nuova cittadinanza ecologica
Domenica 18 febbraio 2018, alle ore 15.30, nella chiesa di Maria Santissima della Catena si terrà un incontro su: “La città inclusiva”, relatore Fabio Lo Verde, sociologo. L’appuntamento è previsto nell’ambito della Scuola sociopolitica dell’Arcidiocesi di Palermo.
Questi gli altri appuntamenti:
18 marzo 2018 – “La città multiculturale” – Giusi Tumminelli sociologa;
15 aprile 2018 – “Il governo della città” – Antonio La Spina sociologo.
Info: Rosario Oliveri – 388/1960014 – scuolasociopolitica@diocesipa.it

3. Incontri vocazionali Gruppo Karol per ragazzi delle scuole superiori “Cosa cercate?”
Il seminario Arcivescovile di Palermo propone, attraverso il gruppo Karol, riservato agli adolescenti, un cammino per scoprire la propria vocazione presso il Seminario in via Incoronazione dalle ore 9 alle 12. Si tratta di un momento significativo che il seminario propone per aiutare i giovani a scoprire l’eventuale chiamata del Signore.
In programma momenti di condivisione e di riflessione sul senso della vita ed esperienziale da parte degli stessi seminaristi che animano i gruppi. In particolare gli incontri si sviluppano nella riflessione su come credere la Fede, celebrarla, testimoniarla e pregarla. Il prossimo incontro si svolgerà il 18 febbraio 2018. L’esperienza annuale del gruppo Karol, si concluderà con un campo estivo. Coloro che volessero partecipare agli incontri debbono contattare il Seminario al numero 091/7731253.

4. Nella parrocchia di San Girolamo a Ficarazzi i 15 giovedì di Santa Rita
Il parroco della Parrocchia di San Girolamo a Ficarazzi, don Giovanni Pipia, organizza i 15 giovedì dedicati a Santa Rita da Cascia. “I 15 giovedì – spiega il parroco – vogliono rievocare i quindici anni in cui Santa Rita condivise con il suo Signore i dolori della piaga sulla fronte, accettati liberamente per continuare nel tempo l’opera salvifica del redentore Gesù”.
Le celebrazioni avranno luogo dall’8 febbraio 2018 al 17 maggio 2018 con il seguente programma:
ore 17,15 – Recita del S. Rosario;
ore 17,45 – Reciuta del Rosario a S. Rita;
ore 18,00 – Santa Messa presieduta dai Padri Agostiniani di Monreale.

5. Visita delle 7 chiese per giovani
Domenica 18 febbraio 2018, don Giuseppe Di Giovanni accompagnerà i giovani nella Visita delle 7 chiese, secondo la spiritualità di San Filippo Neri. L’appuntamento è alle ore 15.30 di fronte il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo.

AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
1. Concorso – Rassegna Musicale Nazionale Beato Giuseppe Puglisi – Anno scolastico 2017/2018
Continuano le manifestazioni per ricordare il 25° Anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi. Il Centro di Accoglienza Padre Nostro da lui fondato in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Padre Pino Puglisi”, con l’Educandato Statale “Maria Adelaide” di Palermo, con la II Circoscrizione del Comune di Palermo, con il Patrocinio dell’Assessorato alla Scuola del Comune di Palermo e con la Fondazione Giovanni Paolo II Onlus di Fiesole hanno organizzato il Concorso/Rassegna Musicale Nazionale Beato Giuseppe Puglisi – Anno scolastico 2017/2018 .
Grazie all’accordo siglato tra il Centro di Accoglienza Padre Nostro e il MIUR, al bando potranno partecipare tutte le scuole d’Italia.
Info: http://www.centropadrenostro.it/public/eventi/2018-concorso-musicale/comunicazione-concorso-MIUR.pdf – Segreteria 091/6301150 – info@centropadrenostro.it

2. “Educare non è un mestiere ma un modo d’essere”
Lunedì 19 febbraio 198, alle ore 16.30, presso la sala docenti dell’Istituto Professionale di Stato “Salvo D’Acquisto” di Bagheria, sita in via Consolare, 111, si svolgerà un incontro dal tema: “Educare non è un mestiere ma un modo d’essere”. Presentazione del volume di Papa Francesco Imparare ad imparare (Marcianum press, 2017).
All’evento, promosso dall’IPS “Salvo D’Acquisto”, dall’Ufficio IRC dell’arcidiocesi di Palermo, dall’Associazione culturale “Alcide De Gasperi” e dalla sezione bagherese dell’Associazione Italiana Genitori, interverranno: Lucia Bonaffino, Dirigente IPS “Salvo D’Acquisto”; don Antonio Zito, direttore Ufficio IRC, Arcidiocesi di Palermo; Pietro Cognato, docente Facoltà Teologica di Sicilia; Cosimo Miosi, Docente; Davide Marchese, studente IPS “Salvo D’Acquisto”; Paolo Maiullari, docente; Francesca Gambino, docente; Antonella Di Cristina, Age sezione di Bagheria. L’incontro sarà introdotto e moderato da Rocco Gumina, presidente dell’Associazione “Alcide De Gasperi”.
Per gli organizzatori della manifestazione, al di là della riflessione sulle molteplici e parziali riforme che la politica, dall’alto della sua autorità, ha cercato di realizzare per la scuola, bisogna centrare la discussione sulla più grande agenzia educativa della società intorno ad alcuni requisiti valoriali e prepolitici. Il volume che raccoglie alcuni discorsi di Papa Francesco sull’educazione permette di tornare a pensare il mondo della scuola attraverso quattro fondamenta: l’educazione inclusiva; la centralità dell’istituzione scolastica; la relazione allievo-docente; l’apporto delle famiglie.

3. Santa Maria di Cana: Accompagnamento pastorale dei separati o divorziati non risposati né conviventi
Domenica 18 febbraio 2018, nella Parrocchia Santo Spirito, in via F. Juvara a Palermo dalle ore 17.30 alle 19.15, avrà luogo un incontro di accoglienza e sostegno per le persone separate o divorziate sole. Lo scopo è quello di accogliere fraternamente la persona che vive la sofferenza della disunione coniugale, proponendo un percorso di fede consolatorio e vivificante.
L’incontro prevede, dopo la preghiera, una riflessione sull’amore guidata dal diacono Pasquale Chiancone.
Agli incontri possono partecipare tutti e in particolare i familiari dei separati e coloro che desiderano sostenere la famiglia ferita dalla separazione dei coniugi.

4. Sul Tgweb si parla del Messaggio per la Quaresima dell’Arcivescovo
Il Messaggio per la Quaresima dell’Arcivescovo, la “Settimana della Fede” inizia con l’assemblea pastorale in Cattedrale e la casa di preghiera “Villa la Nuza” di Altavilla Milicia gestita dalla Comunità Chemin Neuf. Sono alcuni dei servizi che questa settimana, propone il Tgweb dell’Arcidiocesi di Palermo, il magazine, ideato e realizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, con la collaborazione dei Servizi informatici che viene postato il sabato sul sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi e sul sito dell’Arcidiocesi.
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