Massoneria incompatibile con la Fede Cristiana

“L’appartenenza alla massoneria è incompatibile con la fede cristiana. Chi è in una confraternita deve seguire le finalità della Chiesa”. L’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice è tornato per la prima volta in pubblico, davanti agli studenti convocati dal “Centro studi Pio La Torre” e sullo spinoso tema dell’inconciliabilità tra Fede cristiana e massoneria, ma anche tra Vangelo e mafia, a un mese esatto dalla divulgazione del nuovo decreto arcivescovile che esclude dalle confraternite non solo i mafiosi, ma anche gli iscritti alle associazioni più o meno segrete contrarie ai valori evangelici.
“Noi cristiani crediamo in un Dio creatore, personale che si è incarnato nel suo Figlio, cosa ben diversa dal deismo dei massoni – ha aggiunto Lorefice -. Ricordo che, a un certo livello, la massoneria compie anche riti esoterici, in profondo contrasto con la vita della Chiesa”.
Nel corso dell’incontro è intervenuto il pastore della chiesa Valdese di Palermo Peter Ciaccio il quale ha ricordato il ruolo dei valdesi dopo la strage di Ciaculli del 1963, che non fu assolutamente condiviso invece dal cardinale Ernesto Ruffini. “In quel periodo pastore della Chiesa valdese a Palermo era Pietro Valdo Panascia che propose un manifesto che ebbe un grande impatto sociale perché per la prima volta una Chiesa prendeva posizione contro la mafia. Il concistoro della Chiesa valdese era dubbioso su questo intervento, denotando una miopia che molto spesso le comunità religiose hanno. Ma Panascia forzò la mano e tappezzò la città di questo manifesto che si intitolava “Iniziativa per il rispetto della vita umana e curiosamente in tutto il manifesto la parola mafia non è menzionata”.