24 novembre 2022 CS --91/22

Il tesoro nascosto del soffitto trecentesco e dell’affresco dell’Incarnazione nel monastero di Santa Caterina d’Alessandria a Palermo

Venerdì 25 novembre alle 12.00 la presentazione con l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice e il Magnifico Rettore dell’Università di Palermo Prof. Massimo Midiri

Venerdì 25 novembre, giorno in cui il mondo cristiano celebra Santa Caterina d’Alessandria, nell’omonimo monastero di Palermo in Piazza Bellini 1, alle ore 12.00 avrà luogo l’inaugurazione de “Il tesoro nascosto del soffitto trecentesco e dell’affresco dell’Incarnazione”. All’evento saranno presenti Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, il Prof. Massimo Midiri, Magnifico Rettore dell’Università di Palermo, Don Giuseppe Bucaro, Rettore del Monastero Santa Caterina, il Prof. Paolo Inglese, Direttore del Sistema Museale dell’Università di Palermo, il Prof. Francesco Lo Piccolo, Direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo. Interverranno inoltre il prof. Fabrizio Agnello, la Dott.ssa Maria Reginella che ha pubblicato l’articolo “Il soffitto ligneo del Monastero di Santa Caterina a Palermo” all’interno del volume “Chiaramonte. Lusso, politica, guerra e devozione nella Sicilia del Trecento. Un restauro verso il futuro.” curato dalla prof. Maria Concetta Di Natale che sarà presente all’evento.

 Alle ore 18.00 si svolgerà il concerto dell’Orchestra multietnica Quattrocanti, a cui farà seguito la visita guidata dalla prof.ssa Nicole Oliveri, che spiegherà sia l’iconografia del soffitto ligneo del XIV secolo, che i simbolismi dell’affresco dell’Incarnazione, entrambi recuperati all’interno della sacrestia del monastero.

I locali della Sacrestia, situata sul lato nord-ovest del chiostro e risalente al tardo Medioevo, furono rinnovati nel 1788, come si legge sull’architrave d’ingresso su cui è dipinta la data. La ristrutturazione comportò la realizzazione di ampi armadi e la creazione di una volta al di sotto del soffitto ligneo medievale: le suore probabilmente preferirono adeguare la sacrestia ai nuovi dettami artistici settecenteschi e sostituire le rappresentazioni di carattere profano che decoravano le travi lignee con raffigurazioni bibliche sulla nuova volta.

Il soffitto medievale, rimasto celato dunque per più di due secoli, che era visibile solo dall’interno di una intercapedine di non facile accesso,  torna oggi fruibile grazie alla tecnologia: sarà possibile scaricare sul cellulare una app, creata da alcuni studenti dell’Università di Palermo sotto la supervisione del prof. Fabrizio Agnello, che permetterà al visitatore di ammirare in tutto il suo splendore le travi del soffitto su cui sono raffigurati animali reali (volatili, elefanti, leoni) e fantastici (draghi, sirene), stemmi nobiliari, dame e cavalieri di famiglie siciliane filoghibelline, legate a Federico II e ai suoi eredi. Accanto allo scudo araldico dei Mastrangelo è raffigurata a cavallo Benvenuta, fondatrice del monastero, che con la mano guantata sorregge un grande falco dalle ali spiegate: chiaro riferimento alla caccia con il falcone (a cui partecipavano anche le dame), praticata come segno distintivo della propria casata e del proprio potere. La presenza dello stemma dei Ventimiglia nella decorazione pittorica potrebbe far supporre che il progetto iconografico del soffitto sia stato definito per volontà della priora Giacoma Ventimiglia.

Sarà invece esposto nell’oratorio del monastero l’affresco dell’Incarnazione, che è stato possibile recuperare solo di recente: un vero e proprio capolavoro che si è salvato dai lavori di riconfigurazione della sacrestia e che rappresenta un unicum nel panorama artistico siciliano. L’affresco, che è stato ritrovato sotto un sottile strato di calce bianca, nell’intercapedine tra il tetto ligneo e la volta del Settecento, era probabilmente parte di un ciclo pittorico più vasto, che rappresentava storie di vita di Cristo e della Madonna, ma che purtroppo è andato perduto. Sulla destra sono raffigurate la mano d Dio Padre e la colomba dello Spirito Santo, sulla sinistra la Madonna al balcone, intenta a esporre sulla loggia della propria abitazione un drappo color porpora, simbolo del velo del tempio e del sacrificio di Cristo.

Il colore rosso “rimanda al sacrificio di Cristo e – simbolicamente – mette in relazione il mistero dell’Incarnazione di Gesù nel grembo di Maria e la rinascita del Cristo dal grembo del sepolcro”. (N. Oliveri). L’artista, che rimane ignoto (forse un pittore itinerante?) si è ispirato al Protovangelo di Giacomo, un Vangelo apocrifo del II sec., molto diffuso nel Medioevo, che narra con dovizia di particolari la vita della Madonna. E’ possibile supporre che il ciclo di affreschi sia stato realizzato alla fine del XIV secolo, periodo in cui sono documentate numerose commissioni per lavori artistici o di ristrutturazione all’interno del monastero.

Il monastero di Santa Caterina d’Alessandria è fruibile ai visitatori tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 18: non è necessaria prenotazione.

 

https://www.monasterosantacaterina.com/