I Sepolcri del Giovedì Santo, una visita guidata, snatura svilisce e offende il senso e il valore dell’Adorazione

IN PRIMO PIANO

  • “I sepolcri del Giovedì Santo”, una visita guidata, snatura, svilisce e offende il senso e il valore dell’Adorazione

NOVITÀ DIOCESIPA

  • Sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana
  • Ottavo Centenario di fondazione dell’Ordine di Santa Chiara

NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI

  • Inaugurata la mensa della Caritas a Bagheria
  • Concerto del Coro “Cum Jubilo” a S. Ernesto

AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

  • “Che io ascolti vedendoti”, seminario di Studi di Catechesi con le persone disabili 

IN PRIMO PIANO
1. “I sepolcri del Giovedì Santo”, una visita guidata, snatura, svilisce e offende il senso e il valore dell’adorazione

A mezzo degli organi di informazione è stata diffusa ieri la notizia che il prossimo giovedì 21 aprile avrà luogo l’iniziativa “I sepolcri del Giovedì Santo”, organizzata dall’Associazione Via Roma Centro Storico e dalla Vm Agency Srl, e patrocinata dall’Assessorato al Turismo del Comune di Palermo.
In due orari diversi l’iniziativa propone percorsi notturni da effettuare a piedi per visitare in gruppo, con ausilio di guide turistiche e dotazione di audio guide, diverse parrocchie e chiese del Centro Storico nelle quali la liturgia cristiana del Giovedì Santo, prevede, dopo la celebrazione “In Coena Domini” la reposizione dell’Eucaristia per l’adorazione da parte dei fedeli. L’Altare della reposizione viene pertanto adornato con fiori, ceri e ogni preziosa suppellettile per sottolineare la presenza dell’Eucaristia cioè Dio vivo e vero, da adorare e riconoscere come il Vivente. Non si tratta pertanto di un luogo sepolcrale, ma del luogo nel quale la reale presenza di Dio vista con gli occhi della fede, comunica Vita e Speranza.
Nelle ore serali del Giovedì Santo non ha luogo la “visita” ai “sepolcri”, né tantomeno ai tradizionali e solenni addobbi degli altari. La “visita” è fatta all’Eucaristia, con la preghiera silenziosa e di adorazione personale e comunitaria all’interno delle Chiese, luoghi sacri.
A tal proposito la Curia Arcivescovile avverte la necessità di specificare quanto segue.
Una visita guidata, come quella sopra descritta entro un percorso stabilito e a pagamento, e per di più con l’ausilio di audio guide, snatura, svilisce e offende il senso e il valore di tale momento di adorazione e  di preghiera che la Chiesa offre ai fedeli quale prolungamento della memoria dell’istituzione dell’Eucaristia durante l’Ultima Cena di Gesù.
Parrocchie e chiese aperte la sera del Giovedì Santo non possono far parte di itinerari turistici programmati e assistiti. Non si può e non si deve correre il  rischio di ridurre ad un bene di consumo, con una fruizione a pagamento, l’offerta libera che, in ogni Giovedì Santo, la Comunità ecclesiale compie aprendo le porte di tante chiese per la preghiera, il raccoglimento, la celebrazione del sacramento della Penitenza.
Si invitano pertanto i Reverendi Parroci e i Rettori delle chiese, particolarmente di quelle del Centro Storico della nostra Città, a fare in modo che dopo la celebrazione “In Coena Domini”, nelle ore destinate all’Adorazione Eucaristica, sino alle ore 24,00 si crei nelle stesse chiese un clima di silenzio, di raccoglimento, di preghiera personale e comunitaria nel rispetto della verità e della dignità dei luoghi sacri e del momento celebrativo. Non si consentano durante l’esposizione Eucaristica visite guidate di gruppi organizzati.

NOVITÀ DIOCESIPA
1. Sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana

Una particolare attenzione è stata riservata nel corso della Sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana alla complessa questione dell’emergenza migrazioni, in seguito ai moti popolari che negli ultimi mesi hanno interessato soprattutto i Paesi del Nord Africa con pesanti ripercussioni sulla nostra Isola. I Vescovi si sentono interpellati a pronunciare una parola chiara, convinta e responsabile sul momento presente, ben sapendo quanto le questioni in gioco siano complesse, difficili ed impegnative, con un intreccio fra emergenze concrete, obiettivi politici e interessi economici. Essi si sono soffermati sui problemi legati all’intervento militare in Libia, all’emergenza dei profughi e dei rifugiati, al dovere dell’accoglienza.
In sintonia con l’appello del Santo Padre Benedetto XVI che ha ribadito “l’esigenza di ricorrere ad ogni mezzo di cui dispone l’azione diplomatica e di sostenere anche il più debole segnale di apertura e di volontà di riconciliazione” per “l’immediato avvio di un dialogo, che sospenda l’uso delle armi”, i Vescovi fanno eco all’auspicio espresso dal Card. Bagnasco e fatto proprio dal Consiglio Permanente della CEI affinché s’individui “una «via africana» verso il futuro”, che assicuri la pacifica convivenza tra i popoli.
Le soluzioni adottate – a Lampedusa, come a Mineo, Trapani, Caltanissetta… – di fronte all’elevato numero di persone coinvolte, “ghettizzate” in grandi centri di accoglienza o tendopoli, non sono rispettose della dignità umana delle persone immigrate e non sono idonee ad una loro integrazione con il territorio, oltre che a risultare problematiche per le popolazioni locali. Non considerando la situazione drammatica presente in quei Paesi, si rischia di portare all’esasperazione gli animi degli immigrati al fine di ottenere il loro rimpatrio e dissuadere dal partire chi è rimasto nei Paesi di origine. Gli interventi impostati su logiche di ordine pubblico non valorizzano adeguatamente le risorse del volontariato e delle istituzioni non profit e lo spirito di solidarietà delle nostre popolazioni.
Davanti al dramma degli sfollati, dei profughi e dei richiedenti asilo, i Vescovi riaffermano il valore imprescindibile della persona umana, l’impegno della Chiesa ad educare ad una cultura dell’accoglienza e ribadiscono la propria disponibilità a collaborare con gli Organismi responsabili ad alleviare i disagi degli immigrati attraverso soprattutto le Caritas diocesane, che sono pronte a mettere a disposizione le proprie risorse umane e materiali.
I Vescovi siciliani chiedono con forza che tutte le Regioni italiane si facciano carico con generosità di questa emergenza e che le Chiese europee intervengano perché tutti i Paesi del continente siano presenti in modo concreto, immediato e congruo. Essi ribadiscono la necessità che l’Europa si faccia carico di queste emergenze e non chiuda le porte al grido dei popoli in difficoltà, ma si impegni a realizzare concretamente autentiche politiche di cooperazione che potranno assicurare a tutti sviluppo e pace duratura.
Al Governo e alle Istituzioni politiche d’Italia chiedono, secondo le indicazioni della Caritas e della Fondazione Migrantes, di applicare le misure di protezione temporanea a tutti coloro che sono sbarcati in questi mesi e di promuovere modalità di inserimento lavorativo più flessibili che consentano un’accoglienza che vada al di là della prima risposta.
I Vescovi, dopo aver ascoltato la relazione dell’Arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, esprimono sincera e cordiale ammirazione per la testimonianza di grande generosità e il senso di accoglienza che da sempre contraddistingue la comunità lampedusana che, in una situazione difficile, ha continuato ad aprire le porte agli immigrati richiedenti aiuto. I pastori delle Chiese di Sicilia chiedono altresì che il Governo italiano tenga conto dei sacrifici compiuti da questa popolazione e mantenga le promesse fatte.
I Vescovi, rilanciando gli orientamenti della Settimana Sociale dei cattolici, chiedono la rivisitazione della disciplina sulla cittadinanza, della normativa sulla ricomposizione familiare e una riforma generale della legge sull’immigrazione. Ricordano altresì che il fenomeno migratorio è ormai stabile e strutturale, e pertanto richiedono da parte dello Stato e della Chiesa una costante e rinnovata attenzione che non può fermarsi alla gestione dell’emergenza attuale.

2. Ottavo Centenario di fondazione dell’Ordine di Santa Chiara
Con la Domenica delle Palme hanno inizio le celebrazioni per l’ottavo centenario della nascita dell’Ordine di S. Chiara in Assisi, evento che i Vescovi di Sicilia pensano possa essere un “Anno Giubilare” ricco di grazie divine per la Chiesa e per tutti noi suoi figli.
“Nella vita di Chiara il Signore ha voluto manifestare lo splendore e la grandezza della povertà evangelica – scrivono i vescovi siciliani – Mossa dall’esempio di Francesco d’Assisi, suo concittadino, e colpita dalla sua predicazione, Chiara decise di consacrarsi al Signore nella più stretta povertà. A lei si unì, dopo pochi giorni, la sorella Agnese e altre giovani di nobili famiglie. Con l’aiuto dello stesso Francesco, il novello Ordine femminile nascente trovò la sua sistemazione presso la chiesetta di S. Damiano, da poco restaurata. Per questo le consacrate furono chiamate inizialmente le “Damianite”. L’umile “pianticella” di S. Francesco, come amava chiamarsi Chiara, scelse la povertà assoluta, professata non solo individualmente, ma condivisa dalle sue compagne. Le sue lezioni di vita erano tutte orientate a mettere in rilievo la povertà, contemplata in “chi è posto in una mangiatoia e avvolto in poveri panni”. Come in uno “specchio”, in Cristo Gesù Chiara ammirava “la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità”. E sollecitava le sue Sorelle a “guardare ogni giorno questo specchio”, per “rivestirsi interiormente ed esternamente” di quelle virtù, “come si addice alle figlie e alle spose castissime del sommo Re”.
La storia della Sicilia registra la presenza dell’Ordine monastico delle Clarisse fin dai primi decenni, vivente ancora la stessa Chiara. Il primo monastero venne fondato a Catania nel 1220; il secondo a Messina nel 1223. Dei 53 monasteri fondati lungo i secoli nell’Isola, oggi ne rimangono solo 10 e sono fiorenti di vocazioni. Non sono poche le testimonianze di santità che allietano le diverse epoche storiche, piene di tensioni e di contraddizioni. Dalla vita nascosta, semplice e povera, sono nate quelle piante ricche di vitalità e di frutti buoni che edificano in ogni tempo la Chiesa e restano sempre feconde. Fra tutte ricordiamo Santa Eustochia Calafato, figlia della terra messinese, elevata agli onori degli altari da Giovanni Paolo II il giorno 11 Giugno 1988.
I Vescovi di Sicilia guardano con compiacimento e speranza la presenza di tanti monasteri nell’Isola e le giovani che in numero crescente chiedono di poter entrare in clausura per poter consacrare interamente al Signore la loro esistenza. È tutto grazia quanto viene dal cielo e transita attraverso la mediazione della vita di queste sorelle. I monasteri sono meta quotidiana per tante persone che vanno a cercare luce, conforto, una parola di speranza che rasserena, richiama, accompagna nelle difficoltà della vita di ogni giorno.
Alla luce degli orientamenti pastorali promulgati dalla CEI per il decennio 2010/2020, i Vescovi, guardano a questi monasteri come luoghi autentici di “educazione alla vita buona del Vangelo”.

NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
1. Inaugurata la mensa della Caritas a Bagheria

“E’ la mensa di tutta la collettività. Oggi sono particolarmente felice per le innumerevoli testimonianze di affetto e soprattutto per la disponibilità manifestata da tante persone che ci hanno offerto il loro aiuto”. Sono state le parole pronunciate stamani, dalla presidente dell’istituzione benefica, Concetta Testa, nel corso dell’inaugurazione del Centro Caritas, nei locali messi a disposizione dal Comune in via Santa Flavia. Alla cerimonia hanno preso parte i presbiteri e i diaconi, i volontari, il sindaco Biagio Scirtino e il direttore della Caritas diocesana Benedetto Genualdi il quale ha detto che “La mensa è un’opera segno della carità e dell’amore che scaturisce dalla condivisione di chi ha qualcosa e chi non ha nulla. Donare significa infatti, privarsi di qualcosa e non del superfluo”. Il parroco coordinatore don Francesco Stabile ha ribadito il concetto che: “Non si tratta di mensa dei poveri, ma di luogo dove si condivide, si accoglie e si mette insieme qualcosa, senza prevaricazione e nel rispetto della dignità dell’uomo”. La mensa è stata inaugurata con una celebrazione Eucaristica presieduta dall’arciprete don Giovanni La Mendola. “Questo non è l’inizio di una nuova attività – ha detto – ma la continuazione di un servizio che dura da anni. Siamo consapevoli che sono tante le difficoltà economiche che abbiamo di fronte, ma le povertà ci coinvolgono tutti e ci spingono a iniziative comuni”. Nei giorni tanti cittadini hanno fatto a gara per contribuire al funzionamento della mensa che aprirà i battenti domani, alle ore 18, con un pasto caldo che sarà offerto a persone segnalate dai volontari delle parrocchie. Il Centro offrirà pure la possibilità di un posto letto temporaneo e di una doccia. “Noi abbiamo fatto quel poco che ci competeva – ha detto il sindaco – tutto il resto lo hanno fatto i volontari per rendere accogliente un luogo che non è asettico, ma una vera e propria casa dove curare le relazioni umane”.
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2. Concerto del Coro “Cum Jubilo” a S. Ernesto
Sabato 16 aprile 2011, alle ore 21.15, nella Chiesa di Sant’Ernesto in via G. Campolo, Palermo concerto “La Passione Commento musicale della Settimana Santa” del Coro Cum Iubilo, diretto dal maestro Giovanni Scalici.
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AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
1. “Che io ascolti vedendoti”, seminario di Studi di Catechesi con le persone disabili 

L’Ufficio catechistico regionale, organizza un Seminario di Studi di Catechesi con le persone disabili sul tema: “Che io ascolti … vedendoti” che avrà luogo mercoledì 4 maggio 2011, presso l’Oasi Francescana PP. Conventuali “Madonnina del Lago” a Pergusa (Enna). Il corso è rivolto ai direttori ed Equipe dell’U.C.D. E.N.S. della Sicilia, e Associazioni di volontariato. Relatrice suor Veronica Amata Donatello, interprete Lingua Italia dei Segni (Lis), oordinatrice di progetti diocesani per operatori pastorali per sordi. Modera don Enzo Sazio. Durante i lavori, sarà garantito il servizio d'interpretariato Lis/italiano. 
Programma:
ore 15.30 – Arrivi e accoglienza;
ore 16.00 – Preghiera presieduta dal Vescovo delegato mons. Salvatore Muratore;
ore 16.30 – I Relazione “Il catechista per poter comunicare la sua fede deve chiedersi: chi sono i sordi?”;
ore 17.15 – Laboratorio ed Esercitazione;
ore 18.00 – II Relazione “Nella comunicazione della fede, toccare, affiancare, stare vicini possono sostituire il linguaggio verbale: come fare un piano pastorale nella Diocesi per e con i sordi”;
ore 19.00 – Conclusione don Giuseppe Alcamo.