(a cura di Don Giovanni Basile) A due anni di distanza dalla mostra fotografica su Mons. Giuseppe Sammarco, siamo riusciti a far confluire più di cento foto in un prezioso volume. Questo pregevole profilo storico dell’operato del sacerdote Sammarco include la storia di numerose famiglie bagheresi, di un’idea di chiesa prima e dopo il concilio, di una Sicilia che è stata, ma da cui si può imparare ancora molto. Questo e altro nel pregevole volume scritto a più mani, i cui interventi analizzano la storia del popolo bagherese e della grande devozione all’Immacolata.
Ma questo volume nasce anche alla luce della traslazione, dal cimitero comunale di Bagheria, dei resti mortali dei fratelli sacerdoti Angelo Andrea e Giuseppe Sammarco, (avvenuta sabato 4 giugno) che sono stati tumulati nella chiesa Parrocchia e Santuario Maria SS Immacolata Regina delle Anime Sante di Bagheria, della quale sono stati l’uno, Angelo, Rettore, e quando fu elevata a parrocchia nel 1950, Giuseppe ne è divenuto primo parroco, che intanto per volontà popolare e decreto del Card Ruffini, era succeduto al fratello, morto prematuramente.
Questa traslazione è avvenuta anch’essa per desiderio e volontà dei fedeli nel momento in cui la parrocchia è stata elevata al titolo di santuario 4 anni addietro dall’Arcivescovo Corrado Lorefice, riconoscendo il culto straordinario che i fedeli di questa comunità e città elevano alla Vergine Immacolata. Ancora una volta il nostro Arcivescovo ha riconosciuto la fondatezza della richiesta e concesso il permesso di inumare nella chiesa che tanto i due fratelli sacerdoti hanno curato, sia nella struttura che nella comunità, perché crescesse in santità.
Per tante persone avviene che una volta decedute si avviano verso l’oblio generalizzato, per altre invece se ne accresce la memoria a motivo della loro vita, delle opere, della personalità, delle qualità umane e cristiane. Nel nostro caso è avvenuto proprio questo. Dei due fratelli sacerdoti in questi ultimi anni se ne è riscoperta la persona, il ministero sacerdotale e l’opera evangelizzatrice profusa con sapienza, generosità e carità per circa mezzo secolo con grande zelo sacerdotale e pastorale.
Il sacerdote Angelo Andrea Sammarco morì prematuramente all’età di trentotto anni ed è stato precursore del fratello Mons. Giuseppe Sammarco nella preparazione e creazione della parrocchia, fino ad allora solo rettoria, legata al cimitero annesso, dipendente dalla chiesa Madre. Invece la vocazione del sacerdote Mons. Giuseppe Sammarco è nata nella Congregazione Servi dei Poveri fondata dal beato Giacomo Cusmano, ed alla morte del fratello Angelo, come si diceva prima, il Card. Ernesto Ruffini ne autorizzò la escardinazione per essere accolto nel clero diocesano e così succedere al fratello per acclamazione popolare.
P Giuseppe, come si suol dire è una personalità a tutto tondo, nella sua vita ha sempre avuto una particolare predilezione per i poveri, vista la sua origine religiosa, dando a essi non soltanto conforto e sostegno morale, ma anche quegli aiuti materiali che rientravano nelle sue possibilità. Altrettanto speciale è stata la cura e l’attenzione pastorale nei riguardi dei bambini e giovani per i quali era solito organizzare attività formative e sociali. Ha curato e promosso molto la devozione Mariana che venerava con animo filiale, organizzando tra l’altro, ogni anno, pellegrinaggi a Lourdes e divenendo anche “cappellano onorario” dello stesso santuario.
Ha molto incrementato la devozione Mariana affinché Maria SS fosse amata e venerata da tutti come Madre e Regina di Bagheria. Ha chiesto infatti, all’allora cardinale Ernesto Ruffini, dopo che la chiesa era stata eretta parrocchia, che fosse innalzata al Santuario dell’Immacolata, ma per vari vicissitudini non riuscì in questo suo desiderio. Ha inoltre curato una petizione nazionale affinché l’Angelus del Papa fosse trasmesso dal mezzo televisivo (dalla RAI) in modo che non solo i fedeli presenti in piazza San Pietro ma tutti potessero partecipare alla preghiera e alla parola del Santo Padre.
Ha curato molto l’ordine, il silenzio e la disciplina in Chiesa, sia durante che fuori dalle celebrazioni liturgiche, quello che purtroppo spesso manca ai giorni nostri.
Morì nella più assoluta sobrietà ed umiltà realmente denominato “Servo dei Poveri”.
L’attuale chiesa nasce come edificio di culto annesso ad un cimitero, fu edificata nel 1722, con la collaborazione del Principe di Butera, ed in essa nacque la Congregazione laicale delle Anime Sante con o scopo di assicurare una degna sepoltura ai defunti e curarne il culto.
Ecco che nel ricordare questa figura, concludo con un’affermazione citata da Salvatore Aiello, curatore dell’ultima pubblicazione intitolata “Don Giuseppe Sammarco – Una biografia per immagini”: “Padre Giuseppe Sammarco può essere un modello sacerdotale molto utile al giorno d’oggi. Fu un innamorato dell’Eucaristia e della Madonna, ebbe una grande zelo per le anime, un grande senso di equilibrio tra tradizione e innovazione”.
Per chi volesse acquistare il libro può richiederlo presso la segreteria del santuario.