La culla, istituita nel 1998 dall’associazione per accogliere i figli delle donne che non possono o non vogliono partorire in ospedale garantendone l’anonimato, è dotata di un impianto di video-sorveglianza collegato 24 ore su 24 con l’Unità di Terapia intensiva neonatale dell’Azienda, che monitora esclusivamente il cuscinetto dove viene riposto il neonato e di sensori che segnalano tempestivamente al personale addetto la presenza del bambino.
“L’Università – dice il rettore Roberto Lagalla – ha tra le sue finalità istituzionali la cosiddetta “terza missione”, finalizzata a implementare i rapporti con il territorio, anche in termini di erogazione di servizi, concorrendo al rafforzamento della sua funzione di propulsore culturale, sociale ed economico”.
L’Università provvederà a effettuare gli interventi tecnici necessari a ripristinare le apparecchiature che consentono il collegamento audio-video tra l’Istituto religioso e l’Azienda Policlinico. E potrà inoltre fornire, secondo modalità che saranno successivamente concordate tra le parti, un supporto psicologico alle madri in difficoltà che lo richiedano espressamente. L’Azienda Policlinico si impegna a garantire il monitoraggio 24 ore su 24 in favore dei neonati eventualmente accolti alla “culla della vita” dell’Istituto religioso. E lo fa attraverso il personale in servizio all’Unità di terapia intensiva neonatale guidata da Mario Giuffrè (Utin), che da parte del dipartimento assistenziale materno-infantile del Policlinico diretta da Giovanni Corsello. Il Policlinico si impegna a garantire anche, attraverso il Servizio trasporto emergenza neonatale (Sten), il trasporto di emergenza del neonato eventualmente rinvenuto dall’Istituto religioso all’Utin o un’altra struttura sanitaria disponibile.
Il Movimento per la Vita di Palermo, tramite la compartecipazione della FederVita Sicilia, si assume gli oneri relativi al collegamento, necessario alla videosorveglianza in remoto della culla da parte dell’Azienda. E si impegna a garantire attraverso il numero verde SOS VITA 800.813000, attivo 24 ore su 24 ore, un servizio di supporto sociale alle madri in difficoltà per una gravidanza indesiderata anche al fine di evitare la configurazione del reato di abbandono. Per legge la dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l’eventuale volontà della madre di non essere nominata.