Tesori del tutto inediti o comunque, sconosciuti oltre i confini di quello straordinario borgo che è Ciminna. Dalle chiese i parroci hanno prestato dipinti, argenti, paramenti sacri che raccontano la mano delicata degli artigiani, a cui venivano commissionati dagli signori e dai conventi. Le pianete intessute a fili d’oro, i calici sbalzati, i corali miniati e le tele ancora nelle cornici centenarie: tesori, appunto, che per qualche mese si possono scoprire nel monastero di Santa Caterina dove accompagnano e si intrufolano tra i preziosi conservati gelosamente dalle monache.
“Sacra et Pretiosa – Tesori di Ciminna” è il primo capitolo di un’operazione molto più complessa che vedrà giungere presto a Palermo, oggetti, tele e paramenti conservati nelle chiese di Caccamo, Termini Imerese e Castronovo di Sicilia. I reperti diventano un modo per stimolare la curiosità dei visitatori e farli muovere verso paesi e borghi, altrimenti fuori dai circuiti turistici. Insomma, uno scambio reciproco, di cui per il momento beneficiano i visitatori della mostra palermitana, costruita sul lavoro della soprintendente Lina Bellanca e di mons. Giuseppe Bucaro, direttore dell’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi, con la collaborazione della storica dell’arte Maria Reginella e del restauratore Mauro Sebastianelli, che hanno studiato e recuperato molti dei pezzi esposti.
“Continua il percorso di valorizzazione delle opere d’arte sacra contenute nei monasteri e nelle chiese dell’Arcidiocesi – spiega Lina Bellanca – dalla sua nascita, il progetto “Sacra et pretiosa” connota il progetto della Soprintendenza di fare del Monastero di Santa Caterina un museo di arte sacra vitale e capace di nuove interazioni. Il progetto è nato grazie alla collaborazione tra i nostri enti e l’Ufficio Beni culturali della Diocesi e, in quest’ultimo caso, anche grazie al Comune e alla Parrocchia di Ciminna”.
L’immenso patrimonio delle chiese dei centri minori è una continua scoperta: ne è convinto il direttore Bucaro per il quale “queste sono testimonianze d’arte e di fede di grande valore storico e simbolico, che raccontano vivacità culturale e religiosa dei paesi”. Sessanta fra dipinti, argenti e opere tessili, fra XVII e XVIII secolo che provengono soprattutto dalla Chiesa Madre e dal Municipio di Ciminna. Fra questi, un bellissimo Crocifisso attribuito ad Antonello Gagini, preziosi corali miniati realizzati nel XVII secolo da don Santo Giganti e una sedia intagliata e dorata sempre del XVII secolo usata da papa Benedetto XVI nella sua visita a Palermo. Ma il vero pezzo forte è uno splendido polittico conservato nella Matrice, già Chiesa del Purgatorio, e attribuito a Riccardo Quartararo, pittore del XV secolo, oltre ad opere di Gerardi, Sarullo, La Barbera. Tutto grazie all’aiuto dell’intera comunità di Ciminna. La mostra fa parte del percorso di visita del Monastero di santa Caterina, aperto dalle 10 alle 18. E’ inserita in “Extasis” progetto dell’associazione “Ignazio Florio”, sostenuto dall’Assessorato regionale al Turismo, che accoglie anche concerti nelle chiese barocche e un intervento di video mapping dentro Santa Caterina.